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Bassani in questo romanzo riesce a delineare le caratteristiche di una donna nelle sue più importanti e rilevanti fasi di vita, non tralasciando l'aspetto fondamentale della vita di una comunità ebraica nel ventennio fascista. Micol da bambina ci appare piuttosto estroversa, cerca spesso di comunicare con l'esterno nonostante la barriera protettrice innalzata dai genitori Ermanno ed Olga. Questi ultimi le fanno vivere, insieme al fratello Alberto, il periodo della sua infanzia come in una sorta di isolamento. Ne sono prova lo studio privato nella loro villa, la riservatezza nello svolgimento delle funzioni religiose , il loro unico contatto con i loro coetanei nel periodo riguardante gli esami di fine anno scolastico. Ma il nostro protagonista riesce a scorgere delle apparenti caratteristiche della personalità della piccola Micol anche nei pochi incontri nella sinagoga, che rappresenta uno dei limitati punti di uscita e di socializzazione con l'esterno della famiglia. E ne rimarrà in qualche modo affascinato ed attratto da questa strana imposizione di vita, tanto da fomentare l'attrazione per quella strana famiglia che sembrava essere così "irraggiungibile".
Nel periodo adolescenziale possiamo notare un'evoluzione della personalità della giovane Micol: essa mantiene apparentemente quella sua spensieratezza e vitalità, ma in qualche caso la scopriamo più riservata, più riflessiva, più chiusa in se stessa.
Il giardino diventa simbolo di questa chiusura, di questa necessità di protezione che solo quel luogo può assicurarle, luogo in cui ha vissuto gran parte della sua infanzia. Con l'espulsione dal circolo del tennis in seguito alla divulgazione delle leggi razziali, il giardino diventa un punti di incontro per tutti i ragazzi ebrei della zona: ragazzi che hanno in comune quella stessa fede che li sta progressivamente emarginando dalla società. E così il giardino continua a adempiere il suo compito, diventando un luogo di chiusura anche per quei ragazzi.
Sempre nel giardino il rapporto tra Micol e Giorgio cresce e si sviluppa.
Ad un certo punto però la nostra protagonista diventa sfuggente: si trasferisce a Venezia dove hanno sede i suoi studi universitari. Secondo me questo allontanamento, oltre che dalla sua casa anche dall'autore, denota un momento di rottura: Micol avverte il bisogno di espandere la sua vita, le sue conoscenze ad atri luoghi. Pur mantenendo quel rapporto che la lega col suo ambiente, quello della sua casa.
Vediamo quindi una Micol ulteriormente mutata, che sembra maturare velocemente, che si sente pronta ad affrontare la vita. Oppure non è ancora abbastanza forte per far fronte ai suoi sentimenti, o forse a quelli dell'autore.
Ma Giorgio nonostante l'assenza della sua amata continua a frequentare la casa dei Finzi Contini, fino a quando non giunge il momento della verità: Micol torna a casa e a questa notizia il nostro protagonista si affretta a raggiungerla. Qui ci appare una Micol caratterialmente molto più forte e sicura di se stessa, che sa rendersi conto della situazione illusoria in cui ha fatto vivere Bassani. Ma allo stesso tempo, per noi che ci siamo immedesimati nel personaggio di Giorgio, troppo decisa e fredda, forse quasi crudele, per il modo in cui spezza i sogni del giovane innamorato. Questa è probabilmente l'ultima trasformazione di questa ragazza che ormai è diventata una donna consapevole e matura, ma, riflettendoci, forse anche fragile perché ha ancora bisogno di tornare al posto in cui si sente più al sicuro, più protetta.
L'evoluzione psicologica e caratteriale di Micol Finzi Contini è a mio avviso quello di un personaggio piuttosto complesso.
Proprio attraverso questa complessità Bassani riesce a rendere un'immagine nitida del personaggio di Micol, un personaggio intricato che probabilmente non rappresenta solo un amore sentimentale, ma il vero e proprio attaccamento che l'autore aveva nella realtà per la famiglia Finzi Contini.
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