italiano |
Coordinate temporali e storia
L'opera è ambientata nella Danimarca feudale e la quasi totalità delle scene si svolgono all'interno del
castello di Elsinor, ad eccezion fatta per alcune scene ambientate
rispettivamente nello spazio circostante al castello (atto primo, scena prima e
scena quarta), nella casa di Polonio (atto primo, scena terza ed atto secondo,
scena prima), nella pianura danese (atto quarto, scena quarta) ed all'interno
di un cimitero (atto quinto, scena prima).
Il primo atto inizia con due uomini (Bernardo e
Francesco) di guardia al castello, raggiunti più tardi da Orazio e
Marcello. Un fantasma dalle sembianze del padre di Amleto appare agli uomini
ma, improvvisamente e prima di poter parlare,
svanisce nel nulla. La notte successiva, dopo essere stato dovutamente
avvertito, il giovane Amleto si unisce alla guardia del castello. Il fantasma
riappare ed Amleto riesce a parlargli, dopo averlo seguito, prima che esso
scompaia di nuovo. Il fantasma gli rivelerà i veri avvenimenti che hanno
preceduto la sua morte, svelandogli l'omicidio da parte del fratello Claudio e
chiedendogli di vendicarlo. Da adesso in poi Amleto si fingerà pazzo per
confondere chiunque cerchi di prevederlo ed in modo da facilitarsi, quindi, la
vendetta.
Dopo la morte del re, Claudio ha sposato la regina, Gertrude. Sia la madre
Gertrude che lo zio Claudio sono preoccupati per la presunta pazzia di Amleto e
chiedono a due suoi amici di scuola, Rosencrantz e Guildenstern, di trovare la causa del problema.
Una comnia di attori, la 'comnia stabile della città',
viene invitata al castello con l'intento di risollevare l'animo di Amleto.
Amleto chiede agli attori di interpretare 'L'Omicidio di Gonzago' (chiamandola in seguito 'La trappola per
topi') aggiungendo alcune sue righe al testo. L'interpretazione,
raggiungendo l'obiettivo prefissato da Amleto, rende furioso il re, che
interrompe la recita. Questo sembra provare agli occhi di Orazio ed Amleto la
colpa di Claudio.
Amleto raggiunge la madre nella sua stanza per parlarle. Mentre dialoga
animatamente con ella, sente Polonio gridare da dietro le tende. Amleto,
credendo si trattasse del re, lo uccide. Claudio, decidendo quindi che Amleto
è troppo pericoloso per essere lasciato a piede libero in Danimarca,
decide di trasferirlo in Inghilterra con Rosencrantz
e Guildenstern, a cui consegna una lettera con
l'ordine di uccidere Amleto non appena raggiunta l'Inghilterra. Sulla nave, a
causa dell'attacco di una nave corsara, Amleto scopre la lettera e la rimpiazza
con un'altra in cui si ordina invece di uccidere Rosencrantz
e Guildenstern a viaggio completato. Amleto si dirige
di nuovo verso l'Inghilterra.
Non appena ritornato in Danimarca, Amleto scopre che Ofelia, impazzita dopo la
morte del padre, è annegata. Vedendo Amleto, Laerte lo accusa della
morte di Ofelia e Polonio. Per mettere fine alla disputa, il re prepara un
incontro di scherma tra Amleto e Laerte, trovando un artificio per uccidere
'accidentalmente' Amleto. Claudio avvelena del vino che
offrirà ad Amleto alla fine del primo incontro, e Laerte avvelena a sua
volta la punta del suo fioretto. Durante il combattimento Gertrude, all'oscuro
delle macchinazioni del re, beve dalla coppa riservata ad Amleto. Laerte
ferisce Amleto, condannandolo a morte e, scoprendo Amleto che il fioretto
è a punta scoperta, attacca furiosamente Laerte. Nello scontro che segue
i due si scambiano i fioretti ed Amleto ferisce Laerte. Quasi nello stesso
istante, Gertrude cade a terra, affermando che la coppa è avvelenata.
Laerte confessa quindi che la morte di Gertrude è opera del re, e che la
punta da cui Amleto è stato ferito è avvelenata. Amleto, gridando
al tradimento, Trage il re. Prima di morire Amleto chiede ad Orazio di fare
in modo che tale storia non vada perduta, e di raccontare pubblicamente gli
avvenimenti di cui è stato vittima.
Pochi istanti dopo Fortebraccio entra con i suoi
soldati nel castello e, impreparato ad un simile scenario di morte, reclama i
propri diritti sulla Danimarca. Viene ordinato di esporre sul palco la salma di
Amleto, e di annunciare la sua morte con fanfare e salve di guerra.
Analisi
Quando
William Shakespeare completò la prima stesura
dell'Amleto (1600) aveva alle spalle già numerosi anni di successi come
sceneggiatore. Diede prova della sua maestria nelle commedie (Come vi piace),
nelle opere a sfondo storico (Riccardo II) e nelle tragedie (Giulio Cesare)
dimostrando inoltre le sue notevoli capacità di poeta nei suoi numerosi
sonetti.
La tragedia di Amleto, la più lunga tra le opere di Shakespeare,
rappresenta una svolta nello sviluppo spirituale ed artistico dell'autore
soprattutto tramite dei dialoghi che raggiungono all'interno dell'opera
un'intensità di significato difficilmente ripetuta in passato.
Un'intensità dovuta soprattutto ai giochi di parole di Amleto, aventi
sempre significati molteplici, che lo rendono probabilmente uno dei personaggi
che meritano più attenzione all'interno del panorama teatrale.
Le origini della storia sono avvolte nelle nebbie del passato. Si presume che
il nome Amleto, di origine danese, provenga da un testo ('Belleforest' Histoires Tragiques', dal 'Saxo Grammaticus' Historia Danica') pubblicato nel 1582. Questa tesi è
avvalorata anche dalla presenza in questo testo di elementi come l'incesto, il
fratricidio e di personaggi come Ofelia, Polonio, Orazio, Rosencrantz
e Guildenstern, senza considerare inoltre il viaggio
in Inghilterra.
Comunque sia, la storia della vendetta di Amleto era già conosciuta alla
corte della regina Elisabetta tramite un presunto lavoro perduto di Thomas Kyd, una tragedia ispirata
a Seneca in cui gli elementi realistici dell'opera
erano stati congiunti con elementi contemporanei di carattere sovrannaturale,
come l'apparizione del fantasma o il caratteristico avvelenamento di cui il
vecchio re Amleto è vittima.
Gli antecedenti storici e le affinità concettuali non devono comunque
oscurare la singolarità dell'opera di Shakespeare.
Prima di tutto occorre notare la natura conflittuale dell'uomo, perfettamente
rappresentata in quest'opera. Non appena la rappresentazione inizia, Amleto ha
appena completato gli studi, è lio di un grande re e suo diretto
discendente al trono, e tutto ciò sembra esaltare la natura stessa
dell'uomo, come si evince da uno dei suoi primi monologhi, in presenza di Rosencrantz e Guildenstern:
'Che capolavoro è l'uomo! Nobile d'intelletto, dotato d'una
illimitata varietà di talenti; esatto nella sua forma e in tutti i suoi
atti; compiuta, ammirevole creazione: pari a un dio nella mente, e nell'azione
a un angelo. Lui, la bellezza del mondo. Lui, la misura di ogni animata
cosa!'. Ma, in contrasto con quanto detto in precedenza, conclude con
questa pessimista nota malinconica: 'Ebbene, per me non è che una
quintessenza di polvere. L'uomo non m'incanta'.
Non rende contraddittoria la rappresentazione del giovane ascendente al trono
della Danimarca, lio di un importante re?
Effettivamente, l'intera opera ruota intorno a questo punto di vista. Si
vedrà il giovane Amleto intraprendere una profonda introspezione, tanto
da farlo dubitare del mondo intero, di quanto pensava in passato e della
presunta eccellenza della sua stessa natura. Di che genere di mondo è
stato testimone per essere indotto a rendere tanto discordi i suoi pensieri
dalle sue azioni?
Amleto è stato forzato a 'sopportare gli oltraggi, i sassi e i
dardi dell'iniqua fortuna'. La morte di un re e di un padre, il precedente
re Amleto. Scoprire che sua madre Gertrude è una donna di facili
costumi, tanto da arrivare all'incesto a soli due mesi dalla morte del padre
(rivelazione resa ancora più sconcertante dall'intimità che lega
Amleto e Gertrude). Rendersi conto che i propri amici di vecchia data, Rosencrantz e Guildenstern, non
sono differenti da tutti gli altri cortigiani: opportunisti con la sola
intenzione di 'assorbire, dal re, incarichi favori e ricompense'.
Argomento, questo dell'amicizia (che difficilmente resiste alle pressioni del
tempo, come dimostrano qui Rosencrantz e Guildenstern) da non sottovalutare in quanto ricorrente
nelle opere di Shakespeare, come ad esempio ne
'Il Mercante di Venezia' ed in un'alta percentuale dei suoi sonetti.
Infine, l'ultimo elemento responsabile dello sconvolgimento di Amleto, del suo
cambiamento nel vedere il mondo, è la sua fedeltà nell'amore.
Inizialmente osserviamo Polonio negare ad Ofelia il diritto di vedere Amleto,
fatto in se neanche troppo sconvolgente, se non fosse legato all'atto di Ofelia
di prendere parte ad un esperimento preparato dal re e da Polonio per testare
l'effettiva pazzia di Amleto. Questa completa perdita di fiducia nel mondo
femminile, che sembra confermare quanto pensato in precedenza su Gertrude,
è determinante; tanto determinante da spingere alcuni autori teatrali a
rivisitare il personaggio di Amleto in chiave Freudiana, accentuando i rapporti
con Ofelia e la madre Gertrude.
Inoltre, a generare ed in seguito ad affilare i suoi propositi di vendetta, un
fantasma rivelatore (lo spirito di suo padre) appare davanti a lui in due
occasioni: lo metterà a conoscenza del suo omicidio da parte del
fratello Claudio, incitandolo alla vendetta, e ritornerà in seguito per
evitare che i suoi propositi si possano attenuare.
Amleto scopre così di vivere in un mondo di apparenze. Il nuovo re
Claudio, usurpando il trono con metodologia e propositi vili, non potrà
mai rappresentare l'autorità e la legge come fece in passato il re
Amleto. Rappresenta per Amleto, di fatto, 'un assassino, un vigliacco, un
cialtrone che non vale la ventesima parte d'un millesimo del vostro re di
prima; una parodia di re, un tagliaborse del potere e del regno che da un
cassetto scassinato ha tratto di furto il ricco diadema della legalità,
e se l'è cacciato in tasca'.
Un altro elemento degno di nota è 'La trappola per topi'.
Questa rappresentazione teatrale dentro la rappresentazione teatrale, e soprattutto
la scena in cui il re interrompe bruscamente la recita, sembrano eliminare la
sensazione di essere solo presenti ad un'opera. Questo effetto è dato
dall'impressione che effettivamente l'unica opera a cui si stia assistendo sia
'L'Omicidio di Gonzago', e che
l'interruzione di quest'ultima sia un fatto reale. Inoltre non bisogna
dimenticare che è la storia di Priamo e Gonzago
a convincere realmente Amleto del crimine di Claudio, ravvivando il suo
desiderio di vendetta, ed a spegnere la seppur vana ipotesi di aver parlato con
uno spirito diabolico.
Ma è solo durante il viaggio in Inghilterra, venendo a conoscenza del
tradimento di Rosencrantz e Guildenstern,
che Amleto decide di dare il colpo decisivo alla Danimarca, permettendogli di
superare ogni scrupolo da cui era stato trattenuto in precedenza.
E' interessante inoltre analizzare i due contrastanti punti di vista di Amleto
e Claudio: dove il fantasma del vecchio Amleto rappresentava coraggio,
onestà ed onore, Claudio rappresenta viltà, disonestà e
vizio. Laddove il giovane Amleto è filosofo e poeta, Claudio è
politicante e retorico.
Oppone all'immaginazione filosofica di Amleto un atteggiamento orientato alla
praticità ed al materialismo. Ed è proprio questa dualità
dell'attuale re, simbolo di autorità del paese e, al contempo, individuo
dedito alla menzogna ed alla volgarità, a portare Amleto a scontrarsi
con la falsa autorità che Claudio rappresenta. Questo elemento,
anch'esso basilare all'interno dell'opera, raggiunge il suo apice nella scena
finale, quando Amleto (ferito a morte) trage il re, avvelenandolo.
L'unico personaggio che sembra mantenere la propria lucidità senza
subire rilevanti sconvolgimenti psicologici, forse a causa della propria
saggezza (spesso dimostrata nei dialoghi con Amleto, di cui di fatto è
il suo unico confidente), è Orazio. Acquisterà un'importanza
sempre più rilevante all'interno dell'opera, divenendo infine l'unico
perno fisso nel tragico scenario di morte della scena finale, in cui
rappresenta il tramite per trasmettere l'accaduto ai posteri; probabilmente
Orazio si può considerare anche il solo uomo veramente degno di rispetto
all'interno della corte di Elsinor.
Conclusione
Per concludere, quest'opera non offre verità etiche o morali, ma mostra
la vita da una prospettiva molto più ampia di quanto sia mai stato fatto
in precedenza; una prospettiva in cui l'uomo si interroga, analizza se stesso,
ragiona e soffre sotto una continua pressione emotiva. Un uomo che si
interroga, prima ancora che sugli avvenimenti correnti, sui misteri della sua
stessa natura. Una simile visione della vita si allontana dal semplice concetto
di tragedia, diventando prima ancora di un opera d'arte, uno schema sulla
condizione dell'uomo.
Privacy
|
© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta