Delineare
il ritratto di Don Abbondio nei suoi aspetti fisici e caratteriali? Quali
soluzioni medita durante la notte per rimandare il matrimonio?
Don Abbondio
è un curato che ha appena oltrepassato il sessantesimo anno
d'età. Come cita Manzoni nel tredicesimo rigo del primo modulo, e come
noi lettori abbiamo capito, Don Abbondio "non era nato con un cuor di leone",
in altre parole il curato è una persona molto fifona e paurosa, ma anche
tranquilla, oziosa e abitudinaria, a lui piace fare la solita vita di sempre
senza nessun cambiamento. Don Abbondio è diventato curato perché la
famiglia riteneva che per il suo carattere era la cosa migliore da farsi,
inoltre nel 1600 quando avvengono questi avvenimenti, il clero era una delle
classi sociali più rispettate, quindi non era né benestante, né nobile.
Dinnanzi alla minaccia dei Bravi Don Abbondio è disposto ad obbedire
perché non voleva mettersi in conflitto con le persone più potenti di
lui, cosi si può capire subito un altro differente mattone del suo carattere,
cioè lui si batte solo con i più forti, al contrario di quello
che afferma la fede cristiana, infatti, come ricorda anche Manzoni nel romanzo,
lui si è fatto prete non per difendere gli indifesi e gli umili ma
soltanto per interessarsi della propria tranquillità senza impicciarsi
in fatti che non lo riguardavano; lui non si spiega perché Renzo è perso
dietro Lucia, perché sono forse innamorati, pensa.
Durante la notte Don
Abbondio medita cosa dire a Renzo e per giustificarsi per il rinvio del matrimonio;
lui pensa da scamparsela con un solo "No", perché dietro ogni no ci sono delle
spiegazioni attendibili. Non capisce perché sulla strada si dovevano impiantare
questa due uracce, egli pensava anche alla frase pronunciata da uno dei
Bravi, cioè che se quel matrimonio fosse stato celebrato lui rischiava
la pelle.