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Descrizione di Angelica e la sua evoluzione nel poema.
Angelica è una delle protagoniste del poema di Ludovico Aristo, lei è la lia re del Cataio (ossia della Cina), è bellissima ed esperta nelle arti magiche, possiede, infatti,un anello che le consente di diventare invisibile. Suo padre l'aveva inviata in Francia, con suo fratello Argalìa, per catturare i paladini cristiani. Quando giunse in Francia fu indetto un torneo vinto dal saraceno Ferraù. Orlando, paladino cristiano si innamora di Angelica e sfida il saraceno ma lei scappa e beve dalla fontana dell'amore e si innamora di Rinaldo, cugino di Orlando, mentre Rinaldo beve dalla fontana del disamore e diventa nemico di Angelica.
Successivamente i due sentimenti si invertono e inizia così l'Orlando Furioso.
Angelica, inseguita da Rinaldo, fugge per i boschi della Francia finché passa vicino ad un fiume sulla cui riva si trova Ferraù, che sta cercando di recuperare l'elmo che gli è caduto in acqua. I due cavalieri si battono per la donna finché, accortisi che ella non ha terminato la sua fuga, decidono di seguirla entrambi. In seguito Ferraù interrompe la ricerca per tornare a cercare il suo elmo. Nel frattempo Angelica continua a galoppare e, dopo un giorno e una notte, si ferma a riposare in un boschetto tra due fiumi. Nelle vicinanze trova Sacripante re di Circassia, anch'egli innamorato di lei e decide di sfruttarlo per liberarsi di tutti gli altri suoi inseguitori. Improvvisamente, però, sopraggiunge Bradamante, sorella di Rinaldo, che uccide il cavallo del re di Circassia. Fortunatamente poco dopo passa di lì il cavallo di Rinaldo che, riconoscendo Angelica si lascia montare senza problemi. Subito dopo arriva anche il suo padrone appiedato che si batte con Sacripante per riavere Baiardo, il suo cavallo.
Angelica, scappata da Rinaldo, viene catturata sulla costa francese dagli abitanti dell'isola di Ebuda, costantemente alla ricerca di ragazze da sacrificare al mostro marino che abita vicino alla loro isola.
Angelica si trova così, incatenata ad uno scoglio in attesa della morte, quando sopraggiunge Ruggiero in groppa ad un'ippogrifo e armato dello scudo magico di Atlante. Grazie a quest'ultimo oggetto il cavaliere riesce a scongere facilmente l'Orca ed a salvare la ragazza che torna in Francia.
Angelica, tornata in possesso del suo anello magico per opera del saraceno Ruggiero, è ospite di una famiglia di pastori francesi.
Qui incontra Medoro, un soldato semplice saraceno, che giace a terra dopo essere stato gravemente ferito dai cristiani. La donna salva la vita del saraceno curandolo con le arti apprese in Oriente e portandolo con sé nella casa dei pastori. Man mano che Medoro riacquista colorito e bellezza Angelica si innamora di lui e, senza perdere troppo tempo, lo sposa e parte per il suo paese. Così i due prendono la via dei Pirenei per andarsi a imbarcare a Barcellona.
Durante il viaggio il cavallo di Angelica inciampa sul corpo di Orlando, che saputo del matrimonio di Angelica è diventato pazzo. I due non si riconoscono ed il cavaliere pazzo inizia ad inseguire la donna in cui aiuto si precipita Medoro che viene, però, immediatamente fermato con l'uccisione del suo cavallo. Intanto Angelica in fuga decide di usare l'anello per diventare invisibile, ma, Orlando, riesce a prendere la coda del cavallo che, fermandosi improvvisamente, disarciona la padrona.
Il pazzo si allontana poi con il cavallo, lasciando Angelica e Medoro salvi, ma appiedati.
Queste sono le ultime informazioni su Angelica e Medoro che si trovano nell'Orlando Furioso.
"Non più a vederlo Angelica fu presta, che fosse a ritornar, tramando tutta: tutta tremando, e empiendo il ciel di grida, si volse per aiuto alla sua guida" (la sua guida è Medoro).
Descrizione del significato dell'amicizia tra Cloridano e Medoro.
Sintesi dei fatti:
La descrizione dei due saraceni inizia così: "Due mori ivi tra gli altri si trovaro, d'oscura stirpe nati in Tolomitta de' quai l'istoria per esempio raro di vero amore, è degna essere descritta. Cloridano e Medor si nominaro, ch'alla fortuna prospera e alla afflitta aveano sempre amato Dardinello, et or passato in Francia con quello." In questa ottava Aristo presenta i due saraceni dicendo "d'oscura stirpe", cioè di umili origini, infatti, loro due sono gli unici non aristocratici all'interno del poema.
I due si dirigono in campo cristiano perché Medoro vuole recupera il corpo del loro signore, Dardinello. I due recuperano il corpo ma vengono inseguiti da degli scozzesi il cui capo è il nobile Zerbino, Cloridano scappa abbandonando il corpo di Dardinello pensando che anche il suo amico faccia lo stesso ma non è così. Zerbino che ha pietà per il saraceno gli risparmia la vita, ma un altro scozzese lo ferisce. Quando Cloridano torna vede l'amico a terra e lo crede morto e subito si avventa sugli scozzesi uccidendone un paio ma alla fine è lui a perire.
Descrizione del significato dell'amicizia tra Medoro e Cloridano:
I due saraceni sono molto diversi tra loro, Cloridano è più anziano e più saggio dell'amico, Medoro dal canto suo è più giovane è più emotivo dell'altro, durante il canto in cui vengono descritte le loro opere viene sottolineata la fragilità di Medoro, che è contrapposta alla natura più
decisa e virile di Cloridano, che però non è visto come una ura minore, ma quasi come accomnamento a quella di Medoro.
Entrambi i saraceni sono legati al loro signore che è morto, ma Cloridano si stupisce della determinazione di Medoro e vuole convincerlo a rinunciare all'impresa perché troppo rischiosa, ma alla fine si lascia convincere dall'amico. Quando trovano il corpo del loro signore si apprestano a riportarlo nel campo saraceno, ma quando giungono gli scozzesi Cloridano abbandona il cadavere, questo sottolinea che in realtà non gli interessava veramente di compiere quel impresa, mentre, Medoro, rimane col corpo del suo comandante e viene ferito gravemente.
Cloridano per vendetta uccide gli scozzesi, ma alla fine perisce.
Calvino nelle sue considerazioni riflettendo su questo sacrificio dice: "perché questo sacrificio? Dovere o solidarietà della giovinezza?".
Descrizione di Medoro e la sua evoluzione nel poema.
Medoro è un soldato semplice saraceno, che viene così presentato: "Medoro avea la guancia colorita, e bianca e grata ne la età novella, e fra la gente a quell non era faccia più gioconda e bella a impresa uscita, Occhi avea neri, e chioma crespa d'oro angel parea di quei del sommo coro", questo soldato è molto coraggioso, infatti per recuperare il cadavere del suo comandante rischia anche la vita. Dopo essere stato ferito gravemente viene soccorso da Angelica la quale si innamora di lui, i due, dopo la guarigione del saraceno, si sposeranno e torneranno in Cina, il paese natale di Angelica. Durante il viaggio di ritorno, i due sposi incontrano Orlando il quale è impazzito e assale Angelica, allora Medoro cerca di difendere la sua sposa e alla fine Orlando se ne va rubando il cavallo di Angelica. Gli ultimi versi che parlano di Angelica e Medoro sono:
"Non più a vederlo Angelica fu presta, che fosse a ritornar, tramando tutta: tutta tremando, e empiendo il ciel di grida, si volse per aiuto alla sua guida" (la sua guida è Medoro).
Descrizione di Orlando e la sua evoluzione nel poema.
Orlando, il nipote di Carlo Magno, è uno dei suoi più forti paladini, la sua spada Durindana è la stessa che appartenne ad Ettore di Troia, il suo cavallo è Brigliadoro. Inizialmente Orlando è innamorato di Angelica, principessa del Cataio (Cina), e cerca in tutti i modi di conquistarla.
Quando però il paladino cristiano scoprirà che la sua amata si è sposata diventerà pazzo e solo alla fine, grazie al cugino Astolfo, riacquisterà la ragione.
Nell'Orlando Furioso le gesta del protagonista vengono descritte per la prima volta nel quarto canto:
Orlando abbandona il campo di Carlo Magno per cercare Angelica dopo aver fatto un sogno in cui essa se dalla sua vista in una tempesta. Il cavaliere si imbarca a San Malo per raggiungere l'isola di Ebuda nel Mar D'Irlanda, luogo in cui ogni giorno una fanciulla viene sacrificata ad un mostro marino, ma le correnti lo trasportano sulla costa dell'Olanda. Qui la contessa Olimpia chiede il suo aiuto per liberare il suo paese dal re Cimosco, il quale, oltre ad aver ucciso i suoi familiari con l'archibugio, ha anche rapito il suo amato Bireno. Orlando accetta e dopo aver battuto il suo avversario riparte alla ricerca di Angelica.
Orlando raggiunge l'isola di Ebuda, vede una ragazza incatenata ad uno scoglio e, credendola Angelica (in realtà si tratta di Olimpia), si trova a combattere un mostro marino per salvarla. Il cavaliere sconge il mostro, ma si scontra anche con gli isolani che lo attaccano temendo l'ira degli Dei per ciò che è stato fatto. Nella lotta viene aiutato da Oberto re di Ibernia, giunto sull'isola con lo scopo di uccidere il mostro. Infine Orlando riparte lasciando Oberto ed Olimpia innamorati.
Il paladino cristiano tornato in patria dopo una lunga assenza, continuando a cercare Angelica, uccide quanti più Saraceni riesce a trovare. Nel frattempo Mandricardo, cavaliere saraceno che desidera la spada del cavaliere, si mette sulle sue tracce.
Ingannato da un'illusione che gli mostra Angelica portata via da un misterioso rapitore, Orlando insegue quest'ultimo fin dentro un castello incantato, nel quale rimane prigioniero. Egli infatti non è capace di uscirne, in quanto, ogni volta che prova a farlo rivede la sua amata e si rigetta all'inseguimento nei meandri del palazzo. Successivamente però, il cavaliere viene liberato da Astolfo, il quale, scongendo il mago Atlante, artefice dell'incantesimo, fa sire il castello e tutte le illusioni liberando tra l'altro Ruggiero e Bradamante.
Orlando, dopo aver salvato da una banda di briganti Isabella principessa di Galizia, raggiunge l'accampamento dove scopre che Zerbino di Scozia, futuro sposo di Isabella, è stato condannato a morte dai Maganzesi, nemici da sempre della famiglia dei Chiaromonte (quella di Orlando e Rinaldo). Sicuro della sua innocenza il cavaliere lo libera. Nel frattempo arriva Mandricardo che cercava Orlando per vendetta e per ottenere la sua spada: i due si battono, ma il cavallo del re di Tartaria, rimasto libero dalle briglie, corre via con il suo padrone in groppa.
Orlando, dopo l'interruzione del combattimento, rimane per tre giorni a vagabondare nelle vicinanze aspettando il suo rivale. Passeggiando, vicino ad un ruscello, nota delle scritte e incisioni che scopre essere opera di Angelica dalla sua firma. Egli nota però la presenza del nome di Medoro che, come comprende dalle iscrizioni trovate in una grotta, è un suo avversario in amore.
La sera il cavaliere si ferma a dormire nella casa di alcuni pastori che gli raccontano proprio della storia d'amore tra Angelica e Medoro. Dopo aver ascoltato la storia Orlando riparte a cavallo e, raggiunta la grotta in cui aveva trovato le incisioni, la distrugge, dopodichè rimane immobile per tre giorni. Al quarto giorno impazzisce improvvisamente e, liberatosi dalla armatura che butta verso i quattro punti cardinali e della sua mitica spada Durindana, inizia a vagare nudo senza meta distruggendo ogni cosa.
Orlando cerca di attraversare il ponte controllato da Rodomonte (un saraceno, il quale si era esiliato dopo che la sua amata Doralice lo aveva tradito con Mandricardo). I due si battono, ma cadono in acqua e, mentre Rodomonte, gravato dal peso dell'armatura, stenta a tenersi a galla, Orlando nuota sino a riva e riprende il suo cammino come niente fosse accaduto.
Giunto sulla spiaggia di Terragona, Orlando si sdraia per riposarsi e su di lui inciampa il cavallo di Angelica. Il cavaliere impazzito inizia a rincorrere la donna in cui aiuto si precipita Medoro, il cui cavallo viene però ucciso. Angelica continua a fuggire sulla sua puledra finché si decide a diventare invisibile con il potere dell'anello magico. Proprio in quel momento però, il matto afferra la coda della cavalla che disarciona la padrona. Orlando prende la cavalla di Angelica e galoppa per le spiagge della Sna finché, cadendo in un burrone, uccide la puledra. Dando la carcassa di quest'ultima ad un pastore ottiene un ronzino (un cavallo di razza inferiore o di scarto) con cui raggiunge Malaga e si inabissa nello stretto di Gibilterra, riemergendo a nuoto sulla costa del Marocco.
Mentre Orlando continua a vagabondare Astolfo, arrivato sulla Luna, grazie all'aiuto di san Giovanni l'evangelista, trova e porta con se il senno del cavaliere.
Orlando arriva nel suo girovagare, a Biserta dove si trovano altri cavalieri Cristiani, fra cui Astolfo. Dopo che Fiordiligi, moglie di Bradimarte (il miglior amico di Orlando), unica ad aver visto impazzire Orlando, lo ha identificato davanti a tutti "eccovi il conte", i soldati cristiani riescono a farlo rinsavire restituendogli il senno recuperato sulla Luna.
Orlando rinsavito dice: "Solvite me" (scioglietemi, da un canto di Virgilio), il paladino ora è più forte e saggio che mai e non ama più Angelica.
Re Agramante arrivato a Lampedusa viene raggiunto dai paladini cristiani e per non essere in svantaggio numerico propone un triplice scontro tra saraceni e cristiani, da una parte re Agramante (che si è impossessato di Brigliadoro), Gradasso (che è in possesso di Durindana) e Sobrino dall'altra Orlando, Oliviero e Bradimarte. Orlando esce vincitore e riesce a recuperare la sua spada e il suo cavallo dopo aver visto, però, morire nella battaglia l'amico Brandimarte. Prima di ripartire il cavaliere partecipa al funerale di quest'ultimo.
Alla fine del poema Orlando assiste al matrimonio tra sua cugina Bradamante e il saraceno Ruggiero.
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