"Di fronte alla
spettacolarizzazione della vita ed all'affermarsi dei mass media, qual è
il destino della poesia? Quale il suo ruolo?". Questo è il quesito
fondamentale, che già Eugenio Montale si poneva nel Novecento, al quale
Loretto Rafanelli ha dovuto rispondere nel corso
dell'incontro pomeridiano di lunedì 12 febbraio. Citando alcune vicende
che lo hanno personalmente coinvolto e adoperando un linguaggio aulico maturato
grazie al proprio lavoro come insegnante, il poeta ha comunque sottolineato
come la partecipazione di tanti ragazzi a quell'appuntamento smentisse quanto
insinuato circa il decadimento della poesia e, al contrario, ne confermasse il
crescente interesse all'interno della popolazione, soprattutto giovanile. La
prima domanda alla quale lo scrittore ha dovuto però fornire spiegazioni
è stata relativa alla mancanza del titolo in alcune poesie. A differenza
di quanto viene riferito da un diffuso luogo comune, il lavoro del poeta non
è dettato da un'ispirazione divina, bensì è caratterizzato
da uno studio serio e rigoroso, nonché da una lunga e faticosa riflessione. I
titolo rappresenta quindi il risultato di un'azione poetica che può
portare a effetti diversi: a volte rispecchia infatti il contenuto stesso della
poesia, mentre i altri casi sconfina oltre il significato delle parole per
creare nel lettore suggestioni ed immagini nuove. Passando da questa
considerazione, Rafanelli si è inevitabilmente
ricollegato al concetto di "viaggio", tematica fissa dei poeti, che, sebbene
possa anche essere fisico, rappresenta spesso un percorso introspettivo,
all'interno del proprio cuore e della propria anima. Nello specifico, lo
scrittore adotta un percorso che inizia come dettato drammatico universale,
facendosi protestatorio testimone di un disagio storico ed attuale, e prosegue
sino a raggiungere e manifestare una dimensione unicamente privata ed
autobiografica. A livello complessivo si percepisce la volontà di
trattare prevalentemente argomenti dolorosi, scelta contraddittoria rispetto
all'iniziale decisione di Rafanelli di comporre
poesie d'amore. Il primo riferimento puramente storico si ha nella prima
raccolta in cui la domanda Dove sta la
risposta? invita a riflettere sul passato: è necessario ripensare
agli errori commessi per non ripeterli in futuro. Qui il riferimento è
all'oppressione nazista (per la precisione al campo di concentramento di Auschwitz) ed alla Shoah. L'idea
di morte (altra tematica fondamentale insieme a quella della vita) si
concretizza però totalmente nella seconda raccolta, inerente alla
guerra. Infatti al funebre incontro ci
sono tutti. Musulmani, ebrei e cristiani: la memoria diventa qui
celebrazione delle esequie di un individuo capace di unire uomini di ogni
religione, a dimostrazione di come il ricordo possa superare anche questo tipo
di "barriere". La memoria del poeta transita successivamente su argomenti di
maggiore attualità. Nella composizione "Dei naufraghi liberiani" si ha
infatti la descrizione del fenomeno dell'immigrazione, del viaggio verso
l'Italia, la terra della grande
civiltà dove poter ottenere libertà, lavoro e
stabilità politica. La misera
piroga è indice di povertà e di scarsa sicurezza e conduce ad
un abisso di lutti che si manifesta
con i sorrisi mangiati dal sale: la libertà raggrumata sugli scogli rappresenta
perciò la fine tragica delle speranze coltivate alla partenza. Il poeta
decide poi di sdrammatizzare le vicende sino ad ora descritte. Accade
così che nella poesia "Bambini" la bravura dei corridori etiopi non sia
determinata da questioni di razza, bensì sia il frutto di un allenamento
costante per la corsa al cibo. Le parole dell'autore assumono poi nuovamente un
tono serio e nella composizione "L'autoambulanza è un metronomo" si ha
la netta sensazione che nelle zone di guerra gli attimi della vita siano
regolati dall'incessante suonare delle sirene: lo scenario bellico costituisce
quindi una visione abituale e quotidiana tanto da ritrovare nell'autoambulanza
il proprio punto di riferimento temporale. Il "viaggio" dell'autore continua
nell'opera "Luoghi". Malgrado tutto sembri uguale nella nuda aria, è possibile procedere anche se il tempo appare
fermo come in una clessidra di pietra.
Il metronomo e la clessidra permettono dunque di capire
come nel viaggio un ruolo fondamentale sia ricoperto dal tempo. Infatti quando viene
la certezza che ogni giorno ci lascia, sebbene sia il tempo dell'attesa, lo scrittore deve interrogarsi: è meglio
fermarsi a riflettere in un crocevia di
domande o vivere ogni momento come fosse l'ultimo? Per rispondere a tale
quesito, Rafanelli non descrive solo il tempo come
attesa e quindi abbandono a sé stessi, ma lo analizza anche in relazione alla
natura. Il principale riferimento è riscontrabile nel mare, il quale,
per l'autore, presenta una duplice valenza: da una parte può diventare cimitero marino, mentre dall'altra
è un velo di pace che con il
suo silenzio diviene fonte di riflessione. In questo silenzio, "Le donne della
costa" (poesia che assomiglia a "Il sabato del villaggio" di Leopardi)
elaborano pensieri contrastanti: le anziane si aggrappano infatti al ricordo
mentre le giovani sono animate dalla speranza. Come esse ritrovano nel mare
l'inizio e la fine del loro percorso, così Rafanelli
ha intenzione di concludere il proprio viaggio
del tempo a Bologna, la rosa
città madre: tutto si conclude dove ha avuto inizio perché la
città è amata sino al fondo
di un totale respiro. Nel viaggio di Rafanelli,
la sensibilità religiosa è sempre presente, anche se non
esplicita. ½ è in particolare, tramite la ura del santo, un richiamo
al sacro: si stabilisce così un confronto tra l'immagine materna e
quella paterna. Mentre la madre, icona di creatività e di vita,
rappresenta la poesia, il padre costituisce la legge ed è simbolo di un
ordine necessario che è momento ulteriore, terribile e pesante. Il poeta
termina quindi il proprio "viaggio" dicendo Addio
padre, addio madre. In questo caso la memoria diviene segno della
separazione dai genitori che sfocia nella consapevolezza che un nuovo incontro
si realizzerà solo dopo la morte; i contatti saranno comunque mantenuti:
i genitori conosceranno i traguardi raggiunti dal lio ed in loro sarà
vivo il ricordo degli eventi del passato.