FERMIAMO LE INUTILI STRAGI
Venerdì 8
aprile il mondo intero ha salutato per l'ultima volta il pastore che ha guidato
la Chiesa nel terzo millennio, una voce
protagonista degli ultimi decenni che si è fatta portatrice instancabile
dei diritti dei deboli. Rappresentanti di tutti i Paesi e di tutte le
confessioni sono arrivati a Roma, persone in marcia da giorni per porgere l'ultimo omaggio a Giovanni Paolo
II. Purtroppo la povertà che
ancora attanaglia un terzo
dell'umanità e gli strumenti per
assicurarne lo sviluppo, il diritto all'assistenza sanitaria e alla scolarizzazione, l'incremento del
ruolo della donna nella società e, soprattutto, la grande battaglia fra
i popoli, che si specchia politicamente nella rinuncia all'uso della forza.
Questi sono sempre stati i grandi temi contemporanei che ai tempi di Giovanni XXIII e al Concilio Vaticano II
furono scelti per servire la famiglia umana e difendere l'interesse universale, con una particolare
attenzione al destino degli ultimi e dei nullatenenti. Successivamente, tutto
ciò portò la Chiesa ad avvicinarsi sempre più alle organizzazioni internazionali. Da allora la Santa sede, attraverso il suo ruolo di osservatore permanente
all'Onu, intervenendo nelle questioni cruciali del nostro tempo, passando da
una "posizione esterna", che le evitava le responsabilità e gli obblighi propri degli Stati, a una progressiva assunzione di responsabilità concrete, trovando
fondamentali ravvicinamenti con il mandato delle Nazioni Unite. Innanzitutto
sul fronte della lotta alla povertà e di una globalizzazione dal voto
umano che favorisca una più equa distribuzione delle risorse. In questo
ampio quadro si inserisce anche un altro decisivo tema di convergenza, quello
della pace, affinché venga respinta con tutte le forze la guerra,"l'inutile
strage". Questo è stato un appello allo stato di diritto contro l'uso della forza, all'applicazione della
legge internazionale come risposta alle minacce della nostra epoca. Il
risveglio spirituale della Chiesa cattolica ha contribuito enormemente, con il
dialogo interreligioso.( Le immagini di papa Wojtyla a Gerusalemme hanno
indicato un percorso a tutta l'umanità.) Infatti, il confronto
costruttivo con l'Islam contro il terrorismo, la necessità di un
dialogo fondato sull'accettazione della
diversità in nome della difesa di
quei valori condivisi, propri di ogni
civiltà e di ogni vera religione.