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GIOVANNI VERGA
¡ Opera fondamentale = "I Malavoglia";
¡ Realtà del Meridione, società arcaico-agraria;
¡ Punto di vista della gente à non emerge un protagonista singolo è PUNTO DI VISTA DELLA GENTE;
¡ Evita il giudizio personale;
¡ LINGUA = nazionale arricchita di termini di origine dialettale, modi di dire, proverbi;
¡ RITMO = veloce à sintassi modellata sulla lingua parlata;
¡ IDEALE DELL'OSTRICA à l'ostrica (i Malavoglia) quando esce dal guscio (il paese) muore à inesorabilità del destino;
Autore fondamentale del VERISMO:
rivolto al concreto, realtà quotidiana nella sua essenza più nuda e dolorosa, canoni del darwinismo- positivismo e del realismo- naturalismo
Tempo = quello della natura (stagioni, etc)
Spazio = quello del paese
Tecniche:
EMILE ZOLA
Esponente + importante del naturalismo
Naturalismo ¹ verismo à hanno avuto scambi interculturali, ma differiscono nel tempo
Uso del ROMANZO = nuova forma di indagine della società à non si parla di storia passata ma contemporanea
Parla del popolo, dei ceti bassi => è DIRETTO sempre AL POPOLO
Impegno metodologico à si impone i compiti della scienza => importanza dell'impegno sociale
Grande speranza e fiducia nel metodo scientifico => scienza = soluzione a tutti i problemi
Per uscire dal romanticismo
Determinismo
Meccanicismo
IL FUTURISMO.
û inizia con il manifesto di Marinetti del 1909 e ha una poetica ufficiale (no il crepuscolarismo);
û fenomeno globale che interessa svariati campi artistici ed extra-artistici (politica, costume, cinema, musica)
û approda ad una polemica "antipassatistica", esaltano la civiltà delle macchine, inebriandosi delle sue realizzazioni e innovazioni: macchina, velocità, dinamismo, fervore della vita cittadina;
û il ribellismo e anticonformismo futurista intende colpire il decadente, retrospettivo e rinunciatario della loro epoca e abolire la psicologia;
û parte consistente della mitologia futurista confluisce nella mitologia del fascismo: esaltazione della guerra, sola igiene del mondo;
û ammette che l'arte del passato va distrutta, bandita à i primi a farne le spese sono: Poe, Baudelaire, Mallarmè, Verlaine, Pascoli, D'Annunzio;
û tematiche: vitalismo, dinamismo, macchinismo, modernismo sfrenato, accettazione dell'industrialismo;
û prevede: distruzione della sintassi, sostantivi a caso, privilegiare verbi e sostantivi, abolire aggettivi e avverbi, uso dei verbi all'infinito, sopprimere le similitudini, privilegiare l'analogia che condensa campi semantici lontani, introdurre l'onomatopea, segni matematici, il rumore, il peso e l'odore, abolire la punteggiature, la psicologia e la metrica classica, adottare il verso libero à parole in libertà;
û la mimesi del mondo contemporaneo proiettato dinamicamente verso il futuro giustifica le scelte formali e il rifiuto di tutte le forme chiuse, armoniche e regolari che apparivano statiche e "passatiste";
û si distingue fra à futurismo prevalentemente tematico: affida il proprio sms alla rappresentazione abbastanza tradizionale di oggetti topici come l'auto (primo Marinetti)
à futurismo formalizzato: applica appieno i dettami delle parole in libertà (Marinetti);
û si distingue tra à futurismi estremi: Marinetti e Covoni;
à futurismi moderati: puntano su temi anche solo genericamente moderni e vitalistici, contaminando motivi d'annunziani e d'altra provenienza, Govoni, Palazzeschi;
û è un fenomeno di elaborazione formale e sperimentalismo linguistico e stilistico;
û teatro: importante no per le concrete realizzazioni ma per le indicazioni di nuove possibili strade da percorrere:
gli autori devono preoccuparsi di un'assoluta originalità novatrice;
rifiuto della tematica del teatro borghese, basato sulla vicenda d'amore e adulterio;
teorizzazione di un teatro di varietà nel quale vengono utilizzati diversi tipi di spettacolo
I CREPUSCOLARI.
û non esiste una scuola ma esperienza diverse convergenti per comunanza di modelli, atteggiamenti e stile;
û hanno influenza esperienza nostrane come il languido, nostalgico ripiegamento ad idoleggiare i buoni sentimenti caratteristico del D'annunzio, e certe regressioni infantili tipiche del Pascoli;
û polemici nei confronti del poeta-vate e della poesia eloquente della linea Crucci- D'Annunzio;
û caratteri legati a motivi intimismo languido, malinconico, lacrimevole, che giunge all'autocommiserazione, a un morboso compiacimento della condizione di malattia, a un'intensa voluttà di dolore e di pianto;
û tinte e toni smorzati, malinconici, crepuscolari, propensione antieloquente, discorsiva e prosastica, musicalità languida e monotona, lessico quotidiano o appena arcaizzante;
û i luoghi e gli oggetti trascendono il significato puramente descrittivo e realistico per assumere il simbolismo;
û troviamo poeti stabili (Corazzini, Gozzano, Moretti) e poeti episodici (Palazzeschi e Govoni);
û Corazzini
la sua breve ed infelice esistenza appare conforme ai temi crepuscolari e ai toni dolenti e languidi della sua lirica;
apertura alle novità formali: verso libero;
û Gozzano
nella sua lirica sono presenti temi del più tipico simbolismo crepuscolare (dagli amori languidi e infelici alla malattia inguaribile);
presenza di una forte componente ironica ed autoironica, che mette in discussione il modello alto della tradizione dell'estetismo dannunziano;
mette in scena semplici e genuini personaggi, che egli al tempo stesso mostra di ammirare per la loro genuinità e sente distanti da sé e insoddisfacenti per la loro mediocrità piccolo-borghese;
sono ben rappresentativi gli alter ego del poeta (Totò Merùmeri): ironico rovesciamento del superuomo dannunziano, ma al tempo stesso perfetto esteta in tono minore;
piano formale: processo di contaminazione di un lessico e di toni e stilemi alti dannunziani e di lessico , toni e stilemi bassi, quotidiani e prosastici.
GABRIELE D'ANNUNZIO
Arte e vita.
visse una vita ricca e varia: innumerevoli esperienze mondane e galanti, frequentando ambienti diversi;
influenza in campo letterario, politico, costume e società italiana: detenne una vera e propria egemonia come modello di comportamento e gusti;
grande capacità di vivere la sua vita come letteratura, opera d'arte e trasferire nell'opera d'arte la dimensione del vissuto;
realizza nel modo più ampio e più vario quell'estetismo, che è una atteggiamento di fondo del decadentismo;
trasmise a larghi strati della società il gusto e il senso di una "vita inimitabile" ardimentosa, disponibile perché non retta da altri valori che il culto della bellezza e l'affermazione dell'io;
vita vissuta all'insegna dell'estetismo:
1881 - 1891: A Roma pubblica una raccolta di versi e vari bozzetti e partecipa alla rivista "Cronaca Bizantina": ricca di pettegolezzi e indiscrezioni, spunti polemici, indovinelli a premio e cronache mondane: avvia una vita di brillante mondanità, sfrenato erotismo, lussi e debiti;
compone "Il peccato di maggio" e innesca uno scandalo fra i giornali;
compone "Il Piacere", "Giovanni Episcopo" e "L'innocente";
scopre Nietzsche ricavandone suggestioni e nuovi orientamenti per il suo estetismo;
intensa creatività di produzione teatrale;
per sfuggire ai creditore fugge in Francia e ritorna in Italia per le "radiose giornate": si tuffa nella politica su posizioni interventiste e partecipa alla guerra; il suo discorso non ha nessuna struttura argomentativi e si risolve nell'incessante fluire di letterarie rievocazioni del passato, di metafore e artifici;
venne rinchiuso da Mussolini nel " Vittoriale degli Italiani" , dove visse la quotidianità di 17 anni mirando sempre a collocarla nella dimensione della bellezza con rituali, decorazioni, lapidi, suppellettili, maniacale collezionismo di oggetti e ricordi della sua privata che insinuano più di un dubbio sul suo gusto, al di fuori dell'ambiente letterario;
1938: muore di emorragia cerebrale il 1° marzo.
Tappe di un itinerario.
Nella prima produzione si rifà a 2 esempi dell'800: Carducci e Verga, ma presto si distacca da questi:
Verga: ai temi apparentemente affini (vita paesana) si accosta non spinto dalla pietà umana o comprensione storica ma proteso alla ricerca della sensazione acre e violenta, affascinato dal violento;
D'Annunzio: scrive con un atteggiamento di oggettiva freddezza e scrupolo documentario che potrebbe legittimare il riferimento con Zola e alle poetiche naturalistiche
Disposizione di acceso sensualismo, bramosa celebrazione del godimento, sensibilità disponibile ad ogni sollecitazione della natura;
"Il Piacere":
con esso viene introdotto l'eroe decadente come Dorian Gray: raffinato e gelido, cultore solo di quel bello che, attraverso l'artificio, sia riscattato dalla piatta dimensione naturale, aristocratico spregiatore;
il sensualismo diventa lussuria, la disponibilità alle sollecitazioni sensoriali della natura diventa ricerca dell'artificio;
Nuova fase con il "Poema paradisiaco":
è la stanchezza che segue alla realizzazione del piacere, il ripiegamento, la sazietà della carne che genera malinconici vagheggiamenti di bontà, di ritorno ad una vita pura, di sereni colloqui con la madre nella casa lontana;
elabora una poesia colma di un languore voluttuosamente goduto e celebra con artificiosità ineffabili stati d'animo di convalescenza spirituale e di estenuazione preziosamente effusi in raffinati paesaggi;
Lettura di Nietzsche: ne ricava non senza approssimazioni e fraintendimenti un certo tipo di indicazioni politiche e la morale del superuomo;
Mito umano dell'esteta decadente si integra sul piano politico:
Andrea Sperelli disprezza il suo tempo in base a motivazioni puramente estetiche;
Claudio Cantelmo parte anche lui dal culto della bellezza ma per arrivare a conclusioni nuove: la difesa della bellezza va fatta contro il sistema parlamentare, è necessario pertanto che si formi un'oligarchia nuova per domare le moltitudini a suo profitto: ideologia antidemocratica;
Atteggiamento che D'Annunzio innestava su un fondo di estetismo decadente contrassegnerà molta parte della sua produzione posteriore e la sua vita pubblica: inizia ora la sua carriera di superuomo-tribuno, diventando deputato per la destra, partecipando alla prima guerra mondiale.
Nel "Alcyone" manca la dimensione superomistica in senso proprio che caratterizza tutti gli altri libri e la dimensione tribunizia, da poeta-vate che rievoca le glorie passate e celebra le gesta eroiche del presente: il poeta si immerge mirando a realizzare una fusione panica;
D'Annunzio ha superato la carica di ritualistico sensualismo tipica della sua prima produzione e quella disposizione di languido e manierato abbandono che caratterizzava il "Poema Paradisiaco"
ogni dato sensoriale si alleggerisce e trascolora, il paesaggio diventa stato d'animo, lo spettacolo della sera suggestivo volto femminile;
segna un momento di tregua, un venir meno della tensione;
Fase notturna: uso costante di brevi periodi, assenza di un vero e proprio disegno narrativo, prevalere di una prosa lirica e impressionistica e il tema di fondo è un senso cupo del finire delle cose;
prose di confessione e ricordo, caratterizzate da una disposizione di interiore ripiegamento che sovente approda alla cupa malinconia di un fallimentare bilancio dell'esistenza
L'itinerario in breve:
Periodo romano (1881-l891): pubblica Canto novo e Il Piacere;
Periodo napoletano (1891-l894): pubblica L'Innocente, Poema Paradisiaco, Trionfo della morte e collabora con "Il Corriere di Napoli";
Periodo fiorentino (1898-l910): compone alcune opere teatrali e pubblica tre libri delle Laudi;
Periodo francese (1910-l915): partecipa alla proanda interventista e scrive il Notturno;
La sua poetica:
Canto novo;
Poema paradisiaco;
Il Piacere;
L'Innocente;
Trionfo della morte (romanzo); La lia di Jorio (tragedia);
Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi; Le faville del maglio;
Notturno (raccolta di meditazioni e ricordi in forma di prosa lirica)
In conclusione .
Grandissima varietà degli atteggiamenti, delle opere, dei moduli artistici;
La sua parola è priva di interiorità e non suscita nel lettore le risonanze proprie della vera parola poetica, la sua consumata perizia lascia il sospetto che tutto per lui si risolva in una perenne sperimentazione sensoriale e letteraria;
Capacità di assimilare spunti e suggestioni dai contemporanei autori stranieri;
Tendenza a servirsi della poesia come strumento per inventariare il reale con una disposizione enumerativa, con un susseguirsi di versi che suonano e non creano, con un abbandono a virtuosistici compiacimenti descrittivi;
A D'Annunzio risale il primo esperimento su larga scala di metrica libera, di rottura di schemi strofici, riplasmati in sempre nuovi aggregati in cui il verso può finire per coincidere con una parola singola, dilatata nel suo potere evocativo.
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