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Giornalino scolastico
Pro e contro del nucleare e NFER
La proposta di un eventuale ripristino di fonti di energia nucleare in Italia da parte del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha, come ovvio, risvegliato polemiche ormai latenti dal 1990, anno in cui fu definitivamente chiusa l'ultima e più efficiente centrale nucleare italiana di allora, quella situata a Caorso (PC).
Gli argomenti più ricorrenti da parte dell' opposizione sono due: il primo riguarda il fatto che l'uscita dal nucleare fu decisa dall' Italia tramite referendum nel 1987; il secondo riguarda il protocollo di Kyoto, dato che ci si troverebbe nella situazione di dover spiegare questa inadempienza al regolamento.
Proprio il protocollo, entrato ufficialmente in vigore il 16 Febbraio 2005, a 10 anni dalla sua stesura, e sottoscritto da più di 160 Paesi (ultimo dei quali la Russia), prevede che gli Stati membri operino una riduzione delle emissioni di elementi inquinanti (biossido di carbonio ed altri cinque gas serra) in una misura non inferiore al 5% rispetto alle emissioni registrate nel 1990, con termine ultimo il 2012.
L'opinione generale sembra dare ragione all'opposizione; oltre agli elevatissimi costi di costruzione e, ovviamente, di manutenzione, delle centrali sembrano non essere molti i cittadini disposti ad avere una centrale nucleare a pochi chilometri da casa. Inoltre le fonti di uranio scarseggiano ed il prezzo sale, per non parlare poi dei costi da affrontare per l'arricchimento dell'uranio e per lo smaltimento dei rifiuti tossici.
Va poi sottolineato che l'Italia non sfrutta nemmeno il 10% delle fonti di energia rinnovabile che ha a disposizione. La costruzione di centrali eoliche, idriche, geotermiche e solari sarebbe certamente più gradita e meno rischiosa, anche se forse inizialmente non meno dispendiosa.
Il mercato per le tecnologie delle NFER (fonti rinnovabili 'nuove') è forte e in crescita principalmente in paesi come la Germania, la Sna, gli Stati Uniti e il Giappone. La sfida è allargare le basi di mercato per una crescita continuativa nel mondo. La diffusione strategica in un Paese non solo riduce i costi della tecnologia per gli utenti locali, ma anche per quelli negli altri Paesi che ne sfruttano l'utilizzo, contribuendo ad una riduzione generale dei costi e ad un miglioramento delle prestazioni.
Va detto però che le centrali nucleari presentano anche diversi vantaggi: la produzione di energia dal nucleare, infatti, riduce l'importazione di petrolio e la dipendenza delle economie Statali da esso, e le centrali nucleari non producono anidride carbonica ed ossidi di azoto e di zolfo, principali cause del buco nell'ozono e dell'effetto serra.
La storia ci ha altresì insegnato che l'utilizzo dell'energia nucleare può avere conseguenze gravissime. Impossibile dimenticare il terribile scoppio della centrale di Chernobyl, Ucraina, avvenuto il 26 aprile 1986 quando una nube di materiali radioattivi fuoriuscì dal reattore e ricadde su vaste aree intorno alla centrale che furono pesantemente contaminate.
Ciò rese necessaria l'evacuazione di centinaia di migliaia di persone. Le conseguenze dell'incidente si ripercuotono tuttora e si stima che nei prossimi 60 anni avranno luogo numerosi altri decessi riconducibili a quell'evento.
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