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Giuseppe Verdi e il Risorgimento: Un ballo
in maschera
L'opera qui rappresentata è Un ballo in
maschera, del 1859, su libretto di Antonio Somma. Inizialmente si
intitolò Una vendetta in domino, ma venne subito censurata da Napoli,
che l'aveva commissionata. Il motivo della severa opposizione risiede nel
soggetto. Un marito che si crede tradito uccide il presunto rivale, un re,
durante un ballo in maschera. Ciò per i Borboni era troppo oltraggioso.
Si apre un contenzioso che Verdi supera introducendo alcune modifiche: la
ura di Gustavo di Stoccolma viene sostituita con quella meno compromettente
di un governatore del Massachusetts, il Conte di Warwick. L'opera viene
'acquistata' da Roma nel 1859 e diviene subito popolare. Il popolo
italiano si sente sostenuto dalle scelte poetiche dell'opera verdiana. Il motto
'Viva V.E.R.D.I.' - Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia - lo
testimonia ampiamente. Dalla musica alla storia. Cavour propone la candidatura
di Vittorio Emanuele II, piemontese, come Re d'Italia, e chiede il sostegno di
Napoleone III per liberare l'Italia dagli austriaci. L'Austria attacca il
Piemonte e
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