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I CINQUE ROMANZI DI CHRÉTIEN DE TROYES
I testi originali dei cinque romanzi erano scritti in prosa. Chrétien li scrisse quando lui era a Troyes nella corte di Maria di Chamne. Qui c'erano quattro fiere l'anno che accoglievano sempre molti mercanti.
Maria de Chamne, la lia di Eleonora d'Aquitania, aveva voluto che Chrétien scrivesse su leggende celtiche aggiungendo le teorie dell'amor cortese di Andrea Cappellano, riprendendo un po' la volontà della madre Eleonora e del padre Enrico II di conoscere la cultura celtica perché essendo il loro regno composito, c'erano tradizioni appartenenti sia alla Francia sia all'Inghilterra. Andrea Cappellano aveva scritto un trattato 'Il de Amore' che riprendeva i 'Remedi amores' di Ovidio e descriveva il fenomeno dell'innamoramento analizzandone tutti gli aspetti e teorizzava l'amor cortese come un amore adultero (fuori dal matrimonio).
Chrétien accetta, ma critica l'amor cortese adultero, perché per lui era più importante l'amore coniugale, infatti, in alcuni romanzi (Erec ed Enide, Ivano) i personaggi sono sposati. Quando scrive Lancillotto va contro le teorie di Andrea Cappellano, infatti, c'è un amore ricambiato e va anche contro il mito dell'amore gratuito, infatti, Lancillotto rifiuta le donne che gli si offrono per amore della donna che vuole raggiungere.
Se c'era un intento ironico da parte di Chrétien non è stato capito subito dal pubblico.
L'ambiente dei romanzi è costituito principalmente di due parti: la corte e la foresta, la quale richiama il luogo della prova (come nelle fiabe).
EREC ED ENIDE
Erec era un cavaliere che s'innamora di una contadina bellissima, Enide. Così lui la porta vestita di stracci alla corte di Artù ed ella risulta più bella di tutte le altre donne che pur erano vestite bene e ben sistemate. C'è come in tutti i romanzi una forte esaltazione della bellezza femminile.
I due poi si sposano ma lui trascura i suoi doveri cavallereschi a tal punto che Enide piange, perché l'uomo di cui si era innamorata non era più lo stesso, aveva cambiato atteggiamento. Lui lo viene a sapere e ritorna ad essere come prima.
CLIGÉS
Il romanzo risente dell'influenza de 'Le Mille e una notte' che sono conosciute nel sud della Francia e anche in Italia. Esso è ambientato a Costantinopoli. La lia dell'imperatore di Costantinopoli, Fenice, s'innamora di Cligés, un cavaliere di re Artù, che per una guerra era andato in Germania dove lei lo vede per la prima volta.
Purtroppo però Fenice viene costretta a sposare il vecchio zio di Cligés. Per questo lei fa prendere al marito una pozione magica per cui lui sogna di passare le notti con lei ma in realtà dorme.
IVANO
È un altro dei cavalieri di re Artù. Egli viene a sapere che c'è un'impresa pericolosa e decide di imbattersi; così riesce a vincere la prova legata all'impresa (fontana magica) e ha come premio la castellana Laudina, del castello vicino alla fontana. Anche lui come Erec, trascura i suoi doveri da cavaliere e allora, decide di partire all'avventura per mettersi alla prova per un anno. Passato l'anno egli dovrebbe tornare al castello, ma si dimentica (perde la cognizione del tempo), e torna dopo lungo tempo. Viene così respinto dalla moglie e lui impazzisce (ripreso dall'Orlando Furioso di Ariosto).
Questo concetto di mettersi alla prova è molto presente nei romanzi di Chrétien.
PERCEVAL
Quando scrive questo romanzo Chrétien non è più al servizio di Maria de Chamne, ma è al servizio di Filippo d'Alsazia, il quale gli chiede di affrontare un argomento religioso, perché si avvicinava il tempo della crociata. Chrétien riprende così le leggende bretoni sul santo Graal, considerato come una coppa che dava l'immortalità a chi lo usava per bere, ma riprende anche l'elemento cristiano sul santo Graal, e fonde questi due fattori insieme.
Il romanzo è anche un romanzo di formazione perché parla del passaggio di Perceval dall'ingenuità della sua fanciullezza alla maturità del cavaliere perfetto (degno del Graal).
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