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Alla storia scelta da manzoni si adatta il Seicento, in particolare il Seicento milanese , che diventa il quadro della storia manzoniana.
Dalle antiche cronache e dalle grida contro i bravi l'autore attinge una scrupolosa documentazione sui fatti oggettivi, che gli consente di formulare giudizi su questa storia lontana e di rintracciare, al di là degli eventi pubblici, il vero della vita quotidiana.
Il profilo complessivo di quest'età emerge con i suoi colori cupi e le sue violenze contraddizione, fra cui si distinguono l'inefficienza delle istituzioni, l'intolleranza, i colpevoli pregiudizi. A questi mali si aggiungono tre calamità: la carestia, la guerra, la peste, che, risuscitando, attraverso la cronaca, l'eco dei terribili flagelli profetizzati dall'Apocalisse, rendono questo quadro storico quasi un simbolo della sventura che incombe sull'umanità. Ma nel romanzo emerge che, anche di fronte alle situazioni più drammatiche, l'uomo, sempre responsabile del suo operato, può opporsi al male e addirittura offrire esempi sublimi di amore e di abnegazione.
Nella prima parte - moduli I-VIII - il tempo ha una scansione ordinata e regolare: dal 7 novembre 1628, data del "brutto incontro" di don Abbondio, si giunge alla notte fra il 10 e l'11 novembre, "la notte degli imbrogli e dei sotterfugi". Il tempo corrisponde al ritmo del vivere quotidiano del borgo e dei suoi abitanti.
Nella seconda parte - moduli IX-XXVII - le vicende di Renzo e Lucia sono ancora scandite sul ritmo delle singole giornate, mentre gli avvenimenti storici sono, invece, richiamati con indicazioni indefinite e abbracciano un tempo ben più ampio di quello riservato alla prima parte: complessivamente dall'autunno del 1628 si arriva all'autunno del 1629. Le vicende di Renzo si compiono tra l'11 e il 13 novembre. Le vicende di Lucia non sono segnate da una data, ma è indicato che fra il rapimento e la liberazione trascorre il tempo dal tramonto alla notte, alla giornata successiva.
Nella terza parte - moduli XXVIII-XXXVIII - quando, dopo i moduli dedicati all'analisi delle vicende storiche, seguite con attenzione cronachistica, tornano in scena i personaggi inventati, il tempo recupera il ritmo quotidiano: ad esempio la ricerca di Renzo a Milano dura una sola giornata, mentre il modulo XXXVII che racconta i vari viaggi di Renzo corrisponde a tre giornate. I ritmi temporali sono diversi in rapporto con la drammaticità del racconto: più lenta la serie delle peripezie di Renzo, più veloce la narrazione delle tappe che conducono al "lieto fine". Le ultime sequenze che si riferiscono alla sorte di Renzo e Lucia dopo le nozze sono inserite in un tempo indeterminato, il tempo "aperto" della loro vita di umili, usciti da eccezionali avventure, dalle quali però non dimenticano il frutto.
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