"Il
Viaggiatore Notturno"
di Maurizio Baggiani
Indice:
Trama del testo e commento
Contesto storico culturale dei luoghi
Analisi dei personaggi
Trama
del
testo e commento:
"Il viaggiatore
notturno" è un romanzo raccontato dal
protagonista, che svolge le azioni in prima persona. Egli è uno
specialista di migrazioni animali, in particolare di rondini; andato nel cuore del
deserto sahariano, nell'Hoggar, insieme ad una squadra di uomini stipendiati
per quella spedizione, si lascia contaminare da questo mondo, totalmente
diverso da tutto il resto che egli aveva visto nella sua vita. Qui vive il popolo dei Tagil, dal quale egli impara molto, sia dal
modo di vivere che dai racconti cantati dal vecchio saggio del gruppo. In un luogo dove tutto è
roccia, dove il pasto è una notta secca e tutto ciò che non
è sabbia sono poche vecchie costruzioni, il modo di vivere varia
completamente; attendendo la pioggia speranzoso di una
migrazione temporanea di rondini egli inizia a raccontare al suo aiutante cosa
accade nel mondo, in particolare nella zona del Caucaso e dell'est Europa,
straziata dalle guerre. Questa storia nella storia occupa gran parte della narrazione e descrive sapientemente quei luoghi, cosi
distanti dall'Hoggar e dai Tagil. In particolare non viene solo descritta
geograficamente l'area e gli avvenimenti accaduti secondo una visuale oggettiva
bensì si parla di queste zone secondo la visuale della gente che ci vive:
le molteplici culture tutte a contatto e spesso in conflitto, si descrivono i
luoghi visti dalla gente che ci abita da generazioni; qui i fatti trascendono
nell'immaginazione dell'autore, egli alterna parti descrittive degli eventi a
spiegazioni del tutto vagheggiate. Si narra del passato, quando aveva l'incarico di
studiare le migrazioni degli orsi in Bosnia
a causa della guerra civile e di come per raggiungere quel luogo aveva
viaggiato sul camion del
commerciante armeno, il quale parlava sempre raccontando molte storie
riguardanti i luoghi circostanti. Si narra del popolo dei kubaci, i quali vivono
distaccati da tutto il resto del mondo
(nonostante siano situati al centro dell'est Europa) e della Perfetta, una
delle governanti di questo singolare popolo, la quale cammina verso est con
solo una borsa di nylon e vestiti del
tempo dei Soviet.
Questo libro, che
privilegia i sentimenti ed i pensieri dell'uomo
più che i fatti accaduti è una finestra sul secolo passato, che
esalta lo spirito e di ogni luogo descritto ne racconta la vita degli uomini,
sullo sfondo del contesto storico e culturale del paesaggio.
Personalmente ho
trovato il libro molto interessante poiché non
è il classico racconto di luoghi lontani dei quali si trattano gli usi
ed i costumi. Improntando l'attenzione sulla parte
interiore dell'uomo, l'autore è riuscito a far crescere il mio interesse
con l'avanzare della lettura; ho molto apprezzato l'uso dell'immaginazione per
unire parti di narrazione e l'uso della tecnica "storia nella storia" ha dato
un risvolto ancora più gradevole nel procedere del testo. Nonostante questo tipo di romanzo
non sia propriamente il mio genere più gradito
è stata una piacevole divagazione che mi ha appassionato molto, forse
lasciandomi un po' deluso dal finale (l'arrivo dell'alba comporta la semplice
fine del
racconto, senza nessuna conclusione specifica) ma sicuramente è stata un
opera gradita.
Contesto
storico culturale dei luoghi
Bosnia
In seguito alla
proclamazione dell'indipendenza dalla Repubblica Federale di Iugoslavia,
avvenuta nel marzo 1992, in Bosnia-Erzegovina è esploso un violentissimo conflitto civile che ha opposto le tre
principali comunità del
paese (bosniaco-serba, bosniaco-croata e bosniaco-musulmana) e ha visto
l'intervento militare della Serbia e, in misura minore, della Croazia.
Firmati nel dicembre
1995, a conclusione del
conflitto, gli accordi di Dayton hanno
formalizzato l'unità del paese,
stabilendone tuttavia la divisione in due entità confederate: la
Federazione croato-musulmana, che comprende il 51% del
territorio ed è organizzata in nove cantoni, e la Repubblica serba,
etnicamente omogenea, che comprende il restante 49% del territorio.
Il
paese ha tuttora una struttura istituzionale non ben definita ed estesi sono i
poteri assegnati alle organizzazioni internazionali; a fronte di questa
situazione si può ben capire come sia la vita per le persone che abitano
queste terre. Ben rappresentate sono nel libro le parti che narrano la vita in
questi luoghi, incentrate sulla visuale delle persone
e non su una cronaca espositiva dei fatti. Infine è bene ricordare la
città di Tuzla (vedi foto) poiché
è stata sede del
governo bosniaco e centro di raccolta per i profughi durante la guerra che
opponeva i musulmani bosniaci, i serbi e i croati in Bosnia. La città è
situata sul versante occidentale della catena della
Majevica. Nei dintorni si trovano cave di pietra, saline, frutteti di prugne, e
fonti di acqua minerale. Essa è un nodo
ferroviario e stradale situato al centro di una regione che produce lignite,
petrolio e gas.
Algeria,
Hoggar
Indipendente
dal 1962, dopo una lunga lotta di liberazione contro la Francia l'Algeria
è una repubblica presidenziale. Da allora,
è stata a lungo sottoposta a un regime a
partito
unico (il Fronte di liberazione nazionale) e soggetta a un severo controllo da
parte dei militari. La Costituzione è stata promulgata nel 1976 e
più volte emendata, in particolare nel 1989, quando è stato
formalmente introdotto il multipartitismo e stabilita
la separazione dei poteri. In seguito all'annullamento delle successive
elezioni del
1991, nel paese è scoppiata una cruenta guerra civile e sono state
sospese le libertà politiche e civili, mentre il potere è stato
assunto da un Alto consiglio di stato controllato dall'esercito. Dal 1999 la
situazione del
paese è andata migliorando, ma è ancora lontana da una
stabilizzazione.
Nel libro non viene
citata la difficile situazione del
territorio; tutto ciò che si dice è ciò che si trova nelle
prime ine del romanzo, ovvero del controllo militare
per cercare di limitare il commercio illegale ed il contrabbando. Non si parla della situazione algerina anche perché il libro è
ambientato nella zona desertica, dove la presenza di uomini è molto
circoscritta. Infatti si racconta molto dell'Hoggar (vedi foto), massiccio
montuoso nell'Algeria meridionale, al centro del Sahara.
Arido e roccioso, comprende il monte Tahat (2918 m),
innevato tutto l'anno. Ai piedi del
versante sudoccidentale si trova l'oasi di Tamanrasset (città citata nel
testo, dove si parla per la prima volta della
famosa giornalista francese), luogo di sosta lungo la pista transahariana. In
alcune grotte dei rilievi sono state scoperte pitture rupestri, risalenti a un
periodo compreso tra l'8000 a.C. e il 2000 a.C., che rappresentano animali che
oggi vivono esclusivamente nell'Africa subsahariana.
Analisi
dei personaggi(
(*
In ordine di importanza)
Protagonista: Racconta il libro in prima persona. E' uno studioso di migrazioni, in
particolare quelle della rondine comune, per la quale
si è recato in Hoggar, ma ha anche studiato le migrazioni degli orsi
durante la guerra in Bosnia.
Racconta spesso dei propri pensieri, e gran parte del libro è
basata su ciò che egli pensa e immagina rispetto alle azioni vere e
proprie.
Jibril: aiutante del protagonista. E' una sorta di fratello maggiore nei suoi confronti perché conosce
tutti i pericoli dell'Hoggar e gli sta vicino in ogni momento. E' anche
l'unico a poter tradurre dal tagil al francese, in modo che il
protagonista possa farsi comprendere da tutti gli uomini del gruppo. Nonostante sia stipendiato dal
protagonista stesso a volte prende decisioni senza nemmeno interpellarlo;
ciò non è per una mancanza di rispetto ma solo per il ruolo di "fratello maggiore" che ricopre.
Zingirian: Il camionista armeno
che da un passaggio al protagonista per raggiungere la città di Tuzla;
il suo camion era una sorta di "Laboratorio istantaneo americano", era pieno
zeppo di roba contenuta in scatoloni di ogni misura, con al centro un tavolo di
lavoro inchiodato a terra. Zingirian comprava e vendeva
qualunque cosa "made in Usa."
Parlava undici lingue ed era conosciuto da tutti,
ovunque andasse. Parlava in continuazione, raccontando di ogni cosa, per tutto il tempo mentre guidava dieci, dodici ore tutti i giorni.
Perfetta: la donna che
camminava lungo le strade dell'est con la sua borsa di plastica in mano. Di
carnagione molto chiara, con due sopraciglia ad arco perfetto era, secondo il protagonista, una delle governanti dei kubaci. Secondo la
tradizione i kubaci vivevano poveri, come al tempo dei soviet, indossando
vestiti stracciati e mangiando pane, verdure ed un po'
di pesce; a loro non importa nulla di ciò, sono un popolo strano, che
vive isolato dal resto del
mondo, pur essendo in una valle al centro di numerose guerre. Non sono mai
stati attaccati perché essi producono quello che nessun altro può fare,
oggetti d'artigianato stupendi ed unici. Li vendono ad alto prezzo ma continuano a vivere in povertà.
Tighrizt "dimah": E' il poeta del
gruppo, di grande conforto per gli altri uomini che lavorano duramente; ogni
sera racconta cantando con la voce rauca delle sigarette quello che gli
è successo durante la giornata. E' la persona più stipendiata di
tutto il gruppo e di giorno viene molestato senza
tregua dagli altri uomini in tutti i modi: rubandogli le sigarette oppure
prendendolo in giro riguardo alla moglie, che attende solo la sua morte per
risposarsi con un giovane.
Dienetto: Il padre del protagonista. Non agisce mai in prima persona, ma spesso ci sono richiami al
passato riguardanti questo personaggio. Dinetto era un tappollista , ovvero trovava una soluzione semplice per un
problema complicato al quale altri non sapevano dare una soluzione.
Charles de Foucald personaggio realmente esistito, ufficiale
francese convertito a monaco. Ha viaggiato
dalla Palestina all'Africa prima di fermarsi nell'Hoggar. Tutto ciò che
e nel libro però è inventato, Perè Foucald non ha
detto nulla di quello che nel libro gli è attribuito.
Principe Potocki:
personaggio solo citato; era un nobile Polacco che
ripudiato dal suo popolo ha viaggiato in cerca di un popolo che vivesse secondo
i principi della rivoluzione francese senza conflitti e guerre. Cercò con ardore i kubaci, senza arrivare mai al loro villaggio,
ma ne incontrò uno di persona.
Famiglia Brecko: La famiglia che
ospita il protagonista la notte della vigilia della
festa. Falegnami da generazioni era formata da: Zoran, il
padre alto e magro con orecchie e naso sottili e occhi piccoli come due bottoni
di vetro, Miki il lio che suonava il sassofono e che perde la vita durante
l'esplosione sulla piazza di Tuzla
ed infine la moglie, che è solamente citata.
Generale Behram: militare che aveva
al comando la città di Tuzla,
durante l'assedio. Parlava in inglese al protagonista,
per esercitansi con la lingua, raccontandogli della
città di Tuzla;
Jasmina: ragazza berbera del nord; è
una prostituta (in arabo una "solitaria") con la quale li protagonista ha un
solo incontro durante il giorno di riposo a Tamanrasset.
Milo e Rudi: due guardie
forestali che sono insieme al protagonista per studiare gli spostamenti degli
orsi in Bosnia.
Milo era vecchio, muto e prudente, avrebbe potuto essere lo zio di Rudi
che al contrario era giovane, ciarliero e sventato.
Renko: Soldato che colpisce la Perfetta
ferendola gravemente. In realtà tutto questo è
raccontato dal protagonista secondo la sua immaginazione.
Marija e Kiko: sono i due spiriti
bambini dei coniugi defunti sui cui si è seduto
il protagonista per ristorarsi.
Vecchio arabo: svolge le funzioni
di postino, impiegato e dirigente dell'ufficio postale. E' magro, porta gli
occhiali stretti con filo di ferro e ha due enormi occhi liquidi. Parla con il protagonista spiegandogli l'importanza delle lettere; da
piccolo ha consegnato lettere a perè Foucauld, ed egli ne scrisse una
per lui prima di morire.