Il disagio dell'
intellettuale nell' età napoleonica
Nell' ultima parte del XVIII secolo l' Europa, e in generale il mondo,
hanno visto la riscoperta di due città che si credevano ormai perdute da
secoli, Pompei ed Ercolano. Con esse è rinata negli animi degli uomini
la passione e l' interesse per la cultura classica e romana. Si deve quindi a
questa riscoperta e ai suoi artefici ed estimatori, Winkelman su tutti, la
creazione di una nuova corrente artistica, il Neoclassicismo, basata sulla
ragione e la sua applicazione, unita a quella che veniva considerata la
"bellezza ideale".
Questa "moda" così si fece largo presso le corti di tutt'
Europa, e, con gli avvenimenti della Rivoluzione Francese e Industriale, anche
presso il nuovo ceto dirigente, la borghesia. C' era infatti stato un completo
ribaltamento dell' ordine politico: la nobiltà aveva abbandonato il
proprio posto di potere per lasciare campo alla borghesia, ed ecco che l'
intellettuale appartenente al ceto borghese, si ritrova ad avere obblighi nei
confronti di quelli che erano i principi ispiratori del ceto stesso, ovvero
verso la razionalità. E' proprio questa razionalità la causa del
disagio profondo dell' artista e dell' intellettuale. In un epoca di profonda
lacerazione politica (non dimentichiamo che l' "uragano" Napoleone aveva creato
e disfatto regni) la ragione non è più la caratteristica che
domina l' uomo, come invece potrebbe essere in un periodo di pace, ma è
l' emozionalità a prevalere su tutto, e soprattutto su chi più di
altri dovrebbe essere sensibile ai cambiamenti. L' intellettuale diventa,
così, passionale all' interno di una classe che "condanna come pazzia
tutto ciò che esce dalla norma", come dice Baldi, e non ammette dunque
l' impulsività, come fosse un virus all' interno di un organismo; ecco
perché dunque quest' idea di "fuga dalla realtà", fuga che si
potrà attuare sia con un ritorno al passato, come per il Neoclassicismo,
sia con un rifugiarsi all' interno di quei sentimenti che non vengono
accettati, con il Romanticismo. E' un passaggio da quella che era "l'
astrattezza dottrinale della Rivoluzione Francese" ai "bisogni concreti degli
uomini", come quello di rassicurazione emotiva sulle sorti dell' intera
umanità dopo un periodo di scontri così duri, una rassicurazione
non rivolta soltanto al proprio ristretto circolo culturale, ma all' intera
collettività. Esempi di questo tipo di uomo sono la creazione di Goethe,
Werther, e quella di Schiller, Karl, intellettuali che, resisi conto dell'
impossibilità di vivere all' interno di una classe che o non li
può accettare o li limiterebbe soltanto, decidono di emanciparsi o, per
dire meglio, di emarginarsi. Ecco quindi che si viene a creare il disagio, che
impedisce a Werther, che rifiuta la propria classe ed è rifiutato da
essa, di raggiungere il successo, che a quel tempo era principalmente
simboleggiato dal matrimonio, raggiungere il proprio obiettivo nel campo dell'
amore, e che, nel contempo, riesce a far capire a Karl come sia impossibile
elevare il proprio animo oltre il semplice estro senza infrangere la legge,
espressione delle norme razionali della borghesia. E' la forza dello "Sturm und
Drang" (tempesta e impeto) che fa risvegliare nella gioventù europea,
principalmente tedesca, il fuoco della rivolta, sintomo di disagio profondo nei
confronti della propria società, e che, attraverso questa ricerca di
tranquillità, e per fuggire alla repressione della propria
vitalità, un giorno, oltre che al Romanticismo, porterà, in
maniera ancor più tangibile, all' unificazione della nazione. Da notare
comunque quale sia la fondamentale differenza fra i due tipi di intellettuale,
quello che subisce passivo l' evolversi degli eventi, come Werther, e non fa
altro che attendere una possibile e sperata rivoluzione, e quello come Karl,
che per lo meno teorizza, con la sua comnia, la possibilità di una
rivolta concreta, per cambiare veramente le cose, trasformando però
quelli che erano ragazzi uniti da ideali puri e semplici in una sottospecie di
congiurati per il ribaltamento del potere, ma benché questa ribellione sia
giustificata dagli eventi, è comunque, nel contempo, doppiamente
delittuosa, poiché infrange non solo l' ordine sociale, ma anche quello
etico-morale. Tutto per ribellarsi ad una nuova ideologia che solo anni di
guerre e lotte riusciranno a cambiare, e che lascerà indissolubilmente
presente nei cuori e nelle menti di questi giovani uomini la sensazione di
appartenere ad un mondo non adatto a loro, un modo che li rifiuta perché
diversi, inadeguati alle richieste della propria classe, uomini che mai
potranno raggiungere lo "standard" di ordine richiesto, perché dotati di un
estro particolare, personale e passionale, che mai alcuna regola razionale
potrà assoggettare e classificare secondo il disperato bisogno d' ordine
di quegli anni di confusione.