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Il ministro degli Interni Giuliano Amato ha dichiarato, dopo la tragedia di Catania che il tifo è un pretesto e lo stadio è un luogo di "modernita criminale di massa e di violenza contro le istituzioni dello stato".
Non sempre il tifo allo stadio viene preso
per divertimento, passione o entusiasmo. A volte si viene presi dal troppo
entusiasmo, e si finisce col picchiarsi. A volte, purtroppo, qualcuno ci muore,
anche se magari era innocente. Purtroppo la violenza negli stadi è un
tema d'attualità, moderno, diffusa in tutt'Italia, praticata soprattutto
dai giovani, che sono i tifosi più sfegatati. Solitamente si crea una
rissa gigante, nella quale vengono immischiate anche persone che volevano
semplicemente assistere in modo pacifico alla partita della squadra del cuore,
e vengono così create altre vittime. Le forze dell'ordine riescono poi a
fermare la rissa, e ad arrestare qualcuno, ma, secondo me, i colpevoli veri e
propri riescono sempre a fuggire. In questi ultimi tempi, negli stadi sono
stati vietati sectiunelloni razzisti e offensivi verso le altre squadre, perchè anche questi provocavano spesso risse, che
finivano immancabilmente in tragedia. Certo che gli adulti a volte, proprio non
ragionano! Persino i bambini riescono a capire che tifare la propria squadra
del cuore vuol dire incitarli a fare di meglio e a vincere in modo pacifico e
leale, e non menare a sangue i sorveglianti e i tifosi delle altre squadre.
Secondo me il tifo deve essere un modo pacifico per acclamare, festeggiare e
incoraggiare la propria squadra preferita, e non un modo per menare a sangue i
tifosi delle squadre avversarie.
Avevamo il campionato più bello del mondo, dicevano, e forse c'è chi lo dice ancora. Ora abbiamo il campionato più razzista, e c'è chi lavora tenacemente per farlo diventare anche il campionato più violento.Un campionato che sforna feriti in ogni partita sia in casa che in trasferta, feriti che vanno dai ragazzi alle persone più anziane , dagli innocenti agli ultras che caricano i poliziotti.Un esempio di questi morti innocenti è il poliziotto Filippo raciti morto durante la partita Catania contro palermo Ma quanti sono i coraggiosi? Quanti sono disposti a mettere davanti a tutto i valori di una convivenza civile tra uomini di razze diverse? E quanti i presidenti pronti a compiere un gesto di rottura totale e definitiva con il luridume razzista che si manifesta a ogni partita? Si facciano sentire. Stabiliscano di giocare a porte chiuse, che tanto non sono più gli incassi dello stadio a determinare i loro bilanci. Condannino apertamente giocatori e allenatori che si fanno cogliere in flagranza di razzismo. Anzi, stabiliscano regole certe e le inseriscano nei contratti: il primo che sbaglia trova le valigie pronte nello spogliatoio. . Occorrerebbe una svolta, dove tutti gli attuali portatori di violenze rinsavissero e tutti insieme si mettessero a remare in senso contrario, giocatori e presidenti, tifosi buoni . Che possa accadere oggi sta solo nel mondo dei sogni. Però da qualche parte bisogna cominciare.
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