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Inferno

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Inferno


  • Cronologia

VENERDI 8 (1300) entrata nell'inferno all'alba e viaggio nei primi tre cerchi

SABATO 9 discesa fino alla giudecca

DOMENICA 10    all'alba dante incontra Catone all'ingresso del purgatorio

LUNEDI 11   salita fino alla terza cornice

MARTEDI 12 dalla quarta alla settima cornice purgatorio

MERCOLEDI 13  sosta nel paradiso terrestre e poi sale al Paradiso

GIOVEDI 14 il viaggio termina di fronte a Gerusalemme



  • Canto I



Il canto anticipa il motivo di fondo, che regge tutto il poema: quello del cammino dell'uomo verso la sua meta finale.In questo canto fa la sua apparizione Virgilio con l'evidente compito di fungere da guida x Dante.


il colle simboleggia l'elevazione spirituale, l'innalzamento a Dio. La possibilità della purificazione, il sole e' immagine di Dio, la luce e' associata a potenze benefiche.


3 fiere la lonza o lince è il simbolo della frode associato a Firenze

il leone è il simbolo della violenza ed e' associato alla monarchia francese

la lupa è l'incontinenza e rappresenta la curia romana



Virgilio simboleggia la RAGIONE umana ed è stato scelto perché primo tra i suoi contemporanei ad essere spinto da una sensibilità quasi cristiana, la sua PIETAS, cioè l'amore verso tutta l'umanità sofferente.


Canto II


Introduzione alla cantica dell'inferno. Timore di Dante x il viaggio superato x l'intervento di Beatrice garante della sua grazia


Tempo: sera dell'otto aprile


Personaggi Dante si sente intimorito x il viaggio intrapreso solo da Enea e San Paolo prima di lui

Beatrice è l'allegoria della SCIENZA e LA FEDE DELLE COSE DIVINE

Virgilio funge da intermediario tra Beatrice e Dante

Le 3 grazie Maria Vergine GRAZIA DIVINA Santa Lucia GRAZIA ILLUMINANTE



Canto III


Entrata NELL'ANTIFERNO attraverso la grande porta avente a fianco una terribile epigrafe di disperazione e dannazione

(prima dell'Acheronte)


Tempo: sera del Venerdì santo


Dannati Gli IGNAVI disprezzati da Dante xchè in opposizione al suo carattere. "una massa indistinta e anonima": coloro che in vita non si schierarono o non preso impegni civili o coloro che rifiutarono incarichi o investiture.

ANIME PERDUTE che attendono di varcare le rive dell'Acheronte x soffrire x l'eternità le pene a loro dovute

GLI ANGELI che non si sono schierati nella lotta celeste


Punizione IGNIAVI corrono dietro ad una insegna vuota x l'eternità e vengono punti da insetti che non danno loro pace mentre il loro sangue viene mangiato da ignobili vermi


Personaggi Caronte è la sola ura del canto che assume una individualità marcata. Risente dell'importazione cristiana dell'autore in quanto si rivela quasi umano x la parvenza fisica ma un demonio nell'animo. Ministro della giustizia divina e al contempo emanazione di satana. Lo stesso Caronte è prigioniero della propria condizione e le sue imprecazioni rappresentano la sua ribellione

Celestino V indicato solo con una perifrasi è in realtà Pietro da Morrone che rifiutò la carica di pontefice x ritornare a meditare come eremita. Gli successe Bonifacio VIII colui che fece esiliare Dante e i guelfi bianchi con le proprie mosse politiche.



Canto IV


Questo canto si svolge nel limbo un posto adibito ai bambini morti giovanissimi che non hanno ricevuto il battesimo non potendo godere quindi della visione di dio ma nemmeno meritandosi il castigo eterno.


Il LIMBO si divideva in 2 parti quella x i bambini e quella x gli spiriti magni che risiedevano nel NOBILE CASTELLO. Qui si raccoglievano tutti i ani che avevano vissuto correttamente.

Lo stesso Virgilio risiedeva qui prima di venir chiamato da Beatrice a fare guida al suo protetto.



Canto V


Arriva nel primo girone dell'inferno dove trova il primo giudice infernale Minasse. E l'incontro con i primi dannati.


Dannati: LUSSORIOSI sono i peccatori carnali. Dante è affascinato dalla loro forza amorosa trascritta dai poeti.


Punizione: qui i peccatori sono avvolti da una "bufera infernale" che li scuote e li fa sbattere provocando dolore. Questa pena è x analogia in quanto riprende la passione amorosa simile ad una bufera che li colpi in vita.


Personaggi: Minosse re di Creta. Era lio di Giove ed Europa. Fece costruire il labirinto dove vi imprigionò il Minotauro nato dall'unione tra sua moglie Tasife ed un Toro.

Semiramide, Didone, Cleopatra, Achille e Paride sono puniti in questo girone. Cleopatra e' l'unico personaggio realmente esistito gli altri sono letterari.

Francesca lia di Guido da Polenta andò in sposa a Malatesta. Si infatuò del fratello di lui, Paolo in seguito alle letture del circolo di re Artù. È da notare quanto sia elevata la condizione di questo personaggio che pur avendo commesso una grave colpa non è da considerarsi volgare. La sua raffinatezza consiste nella sua stessa gentilezza femminile.



Canto VI


Canto POLITICO

Qui si punisce il peccato della gola. Il tema ricorrente è quello della bestialità in quanto questo peccato riduce l'uomo a sola fisicità, collocando i peccatori al livello più, subumano, così che i puniti e il loro custode (cerbero) hanno le stesse caratteristiche.

Al centro del canto si distingue il tema politico, valutando il peccato "dell'ingordigia" pari alla cupidigia che distrusse la città di Firenze. Ciacco vissuto nella generazione precedente a quella di Dante, consapevole delle sue colpe, e quindi capace di sviluppare una coscienza etica si rammaricherà del mancato ritorno della sua Firenze antica a cui anche Dante è estremamente attaccato.

Collegato al tema politico emerge nel dialogo con Ciacco la rievocazione dei grandi fiorentini.

àPREVALENTE LA DESCRIZIONE UDITIVA


Dannati: Golosi sono coloro che in vita non seppero resistere alla gola. Qui la punizione è x contrabbasso e analogia   


Punizione: i puniti vengono costretti a bere acqua sudicia e neve, la musica e la delizia dei convegni si trasforma in urla canine e il corpo che amarono è ora squartato


Personaggi: Cerbero lio di Tifeo ed Echidna nelle favole antiche è rappresentato con 3 o più teste. Il suo aspetto era allegoria di: occhi rossi brama irosa, barba unta ingordigia insaziabile, ventre largo la deformazione prodotta dalla gola, gli artigli la natura avida e violenta.

Ciacco il suo significato etimologico può riferirsi ad un soprannome, ad una persona realmente esistita o ad una storpiatura del nome Jacopo. Questa ura non ha risalto proprio ma vive x la funzione poetica che gli viene attribuita da Dante.egli risponderà profeticamente a 3 domande postegli da Dante.

Le domande di Dante sono:

A quale punto arriveranno i cittadini di Firenze. (i Guelfi bianchi sopra i neri, Bonifacio VIII aiuta i Guelfi neri a vincere, i neri opprimeranno la parte bianca, esilio dei bianchi)

Se c'è qualcuno onesto. (gli onesti sono pochissimi)

La causa del conflitto. (sono la superbia, l'avarizia e l'invidia)



Canto VII


Qui si entra nel quarto cerchio custodito dal demonio Pluto.


Dannati: Avari e prodighi sono coloro che non seppero usare beneficamente la loro ricchezza

Iracondi e accidiosi coloro che furono sopraffatti dall'ira in vita


Punizione: Avari e prodighi divisi in due schiere che girano perpetuamente in senso inverso, si urtano e offendano quando incrociano il loro cammino. Ogni dannato spinge un peso con il petto. Quelli con la chierica furono uomini di chiesa.

Iracondi sono conficcati nella palude dello Stige e si percuotono, si sbranano e addentano tra loro

Accidiosi sono immersi nel fango e non possono uscirne. La loro presenza si avverte x il gorgoglio della superfice



Canto X


Il canto deve la sua altezza poetica non solo alla ura di Farinata ma alla continuità della tensione drammatica.

L'assenza dei diavoli contribuisce alla solennità dell'ambiente.


Dannati: Eretici coloro che non cedettero alla realtà divina o filo-epicureisti (legati solo alla realtà)


Punizione: Eretici giacciono in bare più o meno infuocate a seconda della gravità della loro pena. La tomba chiusa richiama la chiusura degli eretici alla Grazia e alla conoscenza. Il fuoco è un bagliore che illumina falsamente come l'errore della ragione in cui questi dannati sono rimasti confinati.


Personaggi: Farinata degli Uberti nacque a Firenze alla fine del XII sec. Fu capo dei ghibellini e contribuì alla cacciata dei guelfi. La battaglia di Montaperti fu l'ultima vittoria ghibellina. Farinata fu l'unico che si oppose alla distruzione delle mura di Firenze. Comportamento fiero e nobile antepone l'amore della patria a quello di Dio. Ed è epicureista,

Cavalcanti uomo fragile e sensibile prova un infinito amore verso il lio della cui morte si addolora. Ricco fiorentino interrompe il discorso politico di Dante e Farinata e ne introduce uno di amore familiare. Sbuca fuori in ginocchio dalla sua bara e vi riscivola tristemente alla saputa della morte del lio.



Canto XI


Quasi all'alba del secondo giorno di viaggio Dane riceve spiegazioni da Virgilio riguardo l'ordinamento dell'inferno.

Il 7 cerchio, quello dei violenti è diviso in 3 parti: violenti contro il prossimo, violenti contro se stessi e i violenti contro Dio, arte e natura.

Virgilio continua suddividendo la frode in 2 parti : contro chi si fida e contro chi non si fida. La seconda è molto più grave della prima ed è anche il peggior peccato punito nella 9 bolgia: IL TRADIMENTO.



Canto XII


Ai margini di un precipizio spaventoso il MINOTAURO sorveglia l'accesso alla bolgia dei violenti. Egli è simbolo della violenza bestiale. Questa bolgia è attraversata dal fiume di sangue, il FLAGETONTE, dove vengono immersi i peccatori.


Dannati: Tiranni . . . . tutti macchiati di violenza contro il prossimo


Punizione: Tiranni, omicidi, predatori e devastori, feritori sono immersi nel flagetonte rispettivamente fino agli occhi, alla gola, al petto e ai piedi. Dei centauri li colpiscono qualora cercassero di uscire dalle acque.

Personaggi: Chitone è il capo dei centauri e si distingue per la sua accorta saggezza




Canto XIII


Questa è la cantica dei violenti contro se stessi. È un bosco strano con alberi dai rami secchi, aggrovigliati e contorti. In primo luogo può sembrare la Maremma toscana ma questa tenebrosità rifugge ogni paragone. Sopra questi alberi risiedono le Arpie. Ricorda l'episodio di Enea con le arpie capeggiate da Celeno e il cespuglio di mirto che in realtà era la persona di Polidoro.


Dannati: Violenti coloro che hanno volontariamente rifiutato il corpo mortale vengo ora abbassati alla condizione di vegetazione. I loro corpi mortali nel momento del Giudizio saranno appesi agli alberi.


Punizione: trasformati in alberi chiedono la pietas e cura del proprio corpo che ogni uomo dovrebbe avere. Ma ciò non accade e vengono sporcati dalle arpie uccelli dalla testa di donna.


Personaggi: Pier delle Vigne nato a Capua entra come giurista nella corte di Federico II di cui diventa protonotaro. Fu ispiratore della politica dell'imperatore ma l'invidia delle persone lo portarono ad essere accusato di tradimento e allontanato dallo stesso Federico. Uomo di grande cultura fu ura di spicco nella scuola siciliana. Dopo esser stato punito ancor prima del processo decise di suicidarsi.



Canto XIV


Questo canto si svolge nel 3 girone del 7 cerchio. È una vasta landa desertica su cui scendono incessanti falde di fuoco. Qui i puniti cercano di togliersi di dosso senza successo il fuoco.


Dannati: Bestemmiatori i violenti contro Dio

Sodomiti i violenti contro natura

Usurai i violenti contro l'arte


Punizione: i puniti stanno immobili sotto una incessante pioggia di fuoco. Dal primo all'ultimo stanno supini e immobili, intenti a correre senza fermarsi e rannicchiati a terra.



Canto XV


Dante qui incontra il suo maestro BRUNETTO LATINI autorevole poeta mondano de Firenze. In questo canto l'autobiografismo è il nodo centrale della struttura compositiva. Brunetto è stato x i fiorentini un maestro di varia umanità e di comportamento civile. Ma il suo modo di operare è rimasto legato al ben fare, alla ricerca di valori mondani e civili.

Da questo ritratto Brunetto riemerge attaccato ai valori mondani in contrapposizione con Dante.

STORIA DI LOT E SODOMA



Dal Canto XVI al XVIII


Dante prima di scendete al cerchio successivo incontra 3 fiorentini illustri con i quali si ferma a parlare. Arrivati alla cascata del Flagetonte incontrano i demone GERIONE (re di Sna che nutriva i suoi tori con sangue umano) che risale la corrente del fiume. Egli è l'immagine della frode ed è costituito da più nature quella umana, uccello e scorpione.

Dante si appresta a visitare violenti contro l'arte, cioè gli usurai dei quali non conosce nessuno ma individua lo stemma di alcune casate fiorentine.

Arrivati alle MALEBOLGIE cioè le bolgie (tasche) finali dell'ordinamento dell'inferno, dante incontra le schiere dei FRAUDOLENTI suddivisi in 9 parti che culminano co n il peccato del tradimento



Canto XIX


La simonia cioè l'abuso per fini personali del denaro riservato alla Chiesa è un grande peccato pubblico. Questo è un canto di grande respiro politico : dove Dante tende a sottolineare che la cupidigia è il male più grave che si oppone alla salvezza dell'uomo.

Dannati: Simoniaci coloro che si macchiarono di vendita di cose sacre o di commercio con beni della chiesa.


Punizione: secondo la regola del contrappasso. Essi ebbre l'animo rivolto ai beni materiali e non del cielo e ora stanno confitti nella terra, capovolsero il loro ufficio traendone vantaggio ed ora stanno capovolti, l'aureola di santità a cui si dovevano ispirare è divenuta una grottesca aureola di fuoco che guizza sui loro piedi.


Personaggi: Niccolò III colpevole di nepotismo cioè di favoreggiamento nei confronti della propria famiglia. L'equivoco del dannato è satirica. Egli ammette le proprie colpe non per pentimento ma per sfogare il suo furore vendicativo nei confronti di Bonifacio e Clemente, che dovranno prendere il suo posto nel pozzetto. Con questo espediente lo scrittore riesce ad incriminare 3 papi del suo tempo.



Canto XX


In questo canto si decanta la posizione degli INDOVINI puniti in modo da avere la teste girata dalla parte delle spalle. Versano lacrime sulle loro chiappe e camminano a ritroso. Qui la pena è del contrabbasso in quanto vengono puniti per la presunzione di poter leggere in avanti costringendoli a guardare dietro.


dal Canto XXI al XXII


in questi canti Dante si sofferma a parlare della baratteria. Questi cantiche sono da definirsi comiche in quanto l'ambiente è mitigato dalla presenza di diavoli MALEBRANCHE inventati con inesauribile facezia da Dante. I loro nomi non sono tutti riconducibili a cose reali xchè potrebbero essere stati scelti x il loro suono buffo. Qui i dannati sono immersi in un fiume di pece e ne vengono a galla o co la schiena o co la faccia. Non appena vedono un diavolo si immergono velocemente x non essere presi e torturati malamente. Dante apprende da CIAMPOLO che alcuni italiani sono puniti in questa bolgia ed essi sono UGOLINO VISCONTI e MICHELE ZANCHE.



Canto XXIII


Siamo alla sesta bolgia occupata dagli IPOCRITI. Questi camminano a passi lentissimi, piangendo, con i cappucci tirati sugli occhi, sotto il peso di cappe che sono rivestite esternamente d'oro e internamente di piombo.

A terra sta crocifisso il grande ipocrita CAIFAS condannato ad essere calpestato da tutti coloro che passano. Sono loro che pronunciarono la condanna a morte contro Cristo innocente.




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