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La vicenda si svolge in una piazzetta di Venezia con tre botteghe: quella al centro è la bottega del caffè di proprietà del signor Ridolfo, quella di fronte è il parrucchiere e barbiere, quella alla sinistra ad uso di gioco. Inoltre sopra alle tre botteghe si possono scorgere tre stanzini, con vista sulla strada principale, usati per le bische.
La bottega del caffè è il luogo dove la gente entra ordinando un café e si ritrova a parlar dei fatti altrui.
RIDOLFO: Caffettiere di professione. Egli è un brav' uomo e cerca di esser d' aiuto a tutti ma in particolar modo a Eugenio, amico di famiglia. Ridolfo lo aiuterà a non cadere nelle mani degli usurai.
DON MARZIO: gentiluomo napoletano. Egli è ben visto in Venezia, sebbene lui non fosse mai stato capace di tacere e non impicciarsi degli affari altrui. Una volta scoperto il suo essere imbroglione, è costretto a abbandonare la città, pentendosene amaramente.
EUGENIO: mercante di professione. Egli è un giocatore accanito che grazie all' aiuto di Ridolfo riuscirà a perdere il suo vizio.
FLAMINIO: vero nome del Conte Leandro. Egli fugge a Venezia lasciando la moglie sola a Torino. Nella vicenda si presenta come un donnaiolo.
VITTORIA: moglie di Eugenio. Delusa dal marito, vuole lasciarlo e tornare nella casa paterna.
PLACIDA: moglie di Flaminio, in ambito di pellegrina in cerca del marito.
LISAURA: ballerina adescata dal conte Leandro.
PANDOLFO: biscazziere che vive sulle perdite degli altri.
TRAPPOLA: garzone di Ridolfo. Giovane con l' abitudine di far la spia.
Il personaggio positivo di maggior rilevanza è, certamente, Rinaldo che si presta a risolvere nel migliore dei modi le vicende in cui gli altri personaggi si imbrogliano.
Egli cerca di aiutare Eugenio a risollevarsi economicamente, lasciandolo libero dal gioco e aiutandolo a ritornare con la moglie Vittoria.
Il brav' uomo riesce, anche, a far conciliare Flaminio e Placida riportando la serenità.
Inoltre, egli, nonostante le continue insistenze di Don Marzio non aveva mai parlato di nessuno e non si era mai impicciato degli interessi altrui.
Nella vicenda sono emersi valori morali come la gentilezza e la bontà di Rinaldo ma anche i vizi legati al gioco degli altri personaggi. È anche emerso il carattere di Don Marzio, imbroglione e spione. Così una volta scoperto decide, pentito, di abbandonare Venezia.
Mirandolina è la proprietaria di una locanda, a Firenze, ereditata dal padre.
Ogni uomo ricco, borghese o servitore si innamora del suo fascino della sua schiettezza, della sua gentilezza ed ella si diverte a veder gli uomini che impazziscono e fanno follie per causa sua. La locandiera, però, alla fine della vicenda preferisce, alle ricchezze a lei offerte, un matrimonio sicuro con un giovane uomo del suo ceto.
MIRANDOLINA: locandiera. Ella è una giovane donna capace di far innamorare qualunque uomo capiti nella sua locanda. Ella però non si vede interessata alle ricchezze a lei offerte e si sposa con un giovane del suo stesso ceto.
FABRIZIO: cameriere di locanda. Volendo bene alla giovane locandiera, senza poterle offrire ori e denari riesce comunque ad avere l' onore di sposarla.
IL MARCHESE DI FORLIPOPOLI: uomo che si vanta ricco ma che non possiede nulla, e anch'egli innamorato della locandiera.
IL CONTE DI ALBAFIORA: uomo di gran prestigio che pretende di conquistare e di proteggere Mirandolina con il denaro.
IL CAVALIERE DI RIPAFRATTA: uomo di alta borghesia che diceva di odiar le donne. Mirandolina riesce, però, a farlo innamorare di sé burlandosi di lui e chiedendo poi la mano di un' altro proprio sotto i suoi occhi.
ORTENSIA Attrici di teatro che, inizialmente, fingevano di esser donne di alta
DEJANIRA borghesia.
Un personaggio positivo è certamente la locandiera, la quale tra un marchese un conte e un cavaliere, preferisce sposare l' umile Fabrizio.
Essa, non appare solo come provocatrice ma è anche, una locandiera attenta, intelligente, attiva e autosufficiente sempre cortese ed accondiscendente quanto basta. Il suo fascino deriva anche dal suo esser diversa dalle altre, proprio perché donna d' affari.
VALORI MORALI EMERSI
La conclusione della vicenda, e sicuramente decisiva per distinguere la grandezza morale della locandiera. Ella, inizialmente si diverte a prendersi gioco degli uomini che la corteggiano e che le porgono oro e denaro, ma poi prende una decise importante, ovvero prendere come marito Fabrizio. Da questa scelta, ella, dimostra di non curarsi delle ricchezze ma di voler accanto a sé un uomo umile che volendole bene possa aiutarla nella conduzione della locanda.
Questa commedia racconta di un servitore, di nome truffaldino, che segue il suo signore a Venezia ma una volta lì decide di trovarsi un altro lavoretto per guadagnare maggiormente. Egli, così, si trova a servire due padroni allo stesso tempo e inizialmente l' impresa non gli pareva molto ardua, a lungo andare, però, le faccende si complicano al punto tale che i suoi inganni avrebbero potuto far accadere una tragedia. Alla fine, per amor di una giovane cameriera, è costretto a rivelare la verità.
PANTALONE DE' BISOGNOSI : padre di Clarice, uomo pronto a sacrificare la lia ad un matrimonio da lei non voluto, per suoi interessi. Egli però dovrà chieder scusa e accettare il matrimonio con il giovane Silvio.
CLARICE: lia di Pantalone. La giovane è innamorata di Silvio ma per accontentare il padre avrebbe dovuto diventar moglie di un torinese, per la sua felicità, però, riuscirà a sposare il suo amato.
IL DOTTORE LOMBARDI: padre di Silvio. Egli pare molto contento del matrimonio tra i due giovani e quando la vicenda si complica riesce ad esser molto razionale ,tranquillizzando il lio.
SILVIO: lio del Dottore. Egli vorrebbe sposare Clarice, giovane della quale è innamorato, ma quando e a Venezia il Torinese, promesso sposo alla lia di Pantalone e da tutti creduto morto, impazzisce e cerca in tutti i modi di riavere la sua amata a costo di duellare e perdere la vita .
BEATRICE: giovane sorella del torinese Federigo Rasponi, per amore è costretta a fuggire a Venezia in abito da uomo facendo credere di esser il fratello. Giunta lì, vedendo la disperazione della giovane Clarice, le confessa il tutto e, diventando amiche, promettono fedeltà. Quando gli giunge notizia che il suo amato Florindo era morto, smaschera il suo personaggio e vuole togliersi la vita, ma nel mentre rivede l' amante e, gettata l' arma, lo riabbraccia.
FLORINDO ARETUSI: torinese che per amore si vede responsabile dell' uccisione di Federigo Rasponi. Anch'egli innamorato di Beatrice decide di uccidersi, non appena gli giunge la falsa novella della morte della giovane. Rivedendola, incredulo, getta il coltello e si abbandona ad un tenero abbraccio.
TRUFFALDINO: giovane che volendo guadagnare molto più denaro decide di diventare il servitore di due padroni, causando numerosi imbrogli. Per amore di una giovane cameriera, però, rivela il suo doppio lavoro.
SMERALDINA: cameriera di Clarice.
BRIGHELLA: locandiere.
Truffaldino è un servitore sciocco e astuto nel medesimo tempo. Infatti egli si rivela sciocco quando opera senza pensare, ma accortissimo quando è spinto da interesse, riuscendo a mantenere la sua doppia servitù anche in presenza dei due padroni.
Il culmine della sua sciocchezza lo si nota dal fatto che per rappresentare la tavola da apparecchiare straccia una cambiale, ma si rivela altrettanto furbo quando si impegna a servire ambedue i padroni a cena.
VALORI MORALI EMERSI
Da questa commedia si può notare come, da una parte l' amore possa indurre alla follia ma dall' altra rivelare le personalità e smascherare gli inganni di tutti i personaggi.
Un' altro valore morale è certamente la fedeltà ad un giuramento anche se questo si opponeva alla propria felicità. Un esempio è l' amicizia tra le due donne ed infatti Clarice non tradisce Beatrice e non rivela il segreto, sebbene ciò poteva farle perdere l' amore del giovane Silvio.
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