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Il romanzo "La coscienza di Zeno"è
stato scritto da Italo Svevo, uno dei
più importanti scrittori del novecento e della letteratura
italiana in generale. Il vero nome era Hector Shimitz ma egli usò lo pseudonimo
di nome Svevo per dimostrare che lo scrittore aveva ricevuto non solo
un'educazione tedesca ma anche una formazione culturale italiana. "La coscienza
di Zeno" è un opera che appartiene alla corrente dei romanzi psicologici ossia quel tipo di romanzo
che ha come punto nodale lo scavo nell'interiorità dei personaggi.
Infatti i personaggi a differenza degli altri romanzi precedenti vengono
descritti non solo nel loro carattere fisico ma anche in quello mentale e
psicologico. Comunque già nel romanzo "Robinson Crusoe", scritto dall importante autore
inglese del '700 Daniel Defoe, si era visto un principio di descrizione non
solo fisica ma anche psicologica dei personaggi. Invece nel romanzo cavalleresco come "Tristano e Isotta" i
personaggi vengono descritti solo nel loro aspetto esteriore e non in quello
esteriore. Infatti la letteratura compie un percorso di formazione e di
trasformazione con l'avvicendarsi dei vari generi letterari. Nel romanzo
psicologico i fatti e gli avvenimenti vengono narrati in prima persona, e gli
autori mostrano personaggi ben lontani da quella determinazione nel perseguire
i protagonisti delle trame "di formazione" ottocentesche, i personaggi infatti
indugiano nei ricordi del passato anziché protrarsi nel futuro cercano di
indugiare su se stessi e di ricomporre un'unità spirituale che sentono
di non aver più. Tra questi romanzi, La coscienza di Zeno si
caratterizza per il suo impianto di tipo psicoanalitico. Il tempo in cui il
romanzo si colloca non ha una connotazione ben precisa; i fatti non si
susseguono cronologicamente e secondo uno schema lineare. Spesso il passato
ripercorre le strade del pensiero di Zeno e si confonde con il presente
formando un unico impasto non scindibile. L'interesse per le opere di Freud e per il
metodo psicoanalitico suggerisce a Svevo infatti l'idea di proporre la
narrazione dei fatti come frutto del lavoro di analisi che il
protagonista-io-narrante , cioè Zeno Cosini, compie su se stesso. II romanzo si apre con
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