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LASCIATEMI DIVERTIRE
Questa poesia fu pubblicata per la prima volta da Palazzeschi nel 1910. E' evidente il riferimento polemico al "lasciatemi sognare" di una poesia di Gozzano: al vitale e propositivo Palazzeschi la visione della poesia come sogno, ovvero come difesa della vita, appare colpevolmente rinunciataria. Questa poesia riprende il tema di fondo della precedente, vengono eliminati tutti gli atteggiamenti crepuscolari(nostalgia e malinconia) e Palazzeschi dà voce alla follia e all'esuberanza trasgressiva di matrice futurista.
All'interno di questa poesia è come se si trovasse anche il pubblico, infatti vv dal 5 al 12, vv 16 e 17, vv dal 34 al 37, vv dal 57 al 62, vv dal 69 al 71, vv dal 75 al 78 e vv dall'84 all'87 sono tutti dei riferimenti diretti al pubblico. Il punto di vista del pubblico si qualifica specialmente per l'ipocrisia, da un lato infatti si manifesta una comprensione indulgente del poeta(vv 5-l2), dall'altra crescono gli attacchi e gli insulti. Il punto di vista del poeta esprime una rivendicazione pura e semplice del principio di piacere, cioè del divertimento, in esso consiste lo strumento più efficace di rifiuto delle norme sociali borghesi.
L'uso del linguaggio infantile lo differenzia dall'aggressività futurista, che è comunque presente nel testo ma solo nel momento in cui il poeta si riferisce al pubblico. Dietro l'insensatezza dei suoni emessi a caso si manifesta la volontà di dissacrare il linguaggio ufficiale, che coincide con la repressione del mondo degli adulti e della morale borghese. Nell'assenza di ordine logico e sintattico vi è la volontà di regredire ad un linguaggio prefazionale.
Spesso troviamo delle parole messa a caso, ma è sempre possibile ricostruire una sorta di comunicazione.
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