italiano |
AUTORE: Luigi Meneghello
TITOLO: Libera nos a Malo
DATA PRIMA PUBBLICAZIONE:
CASA EDITRICE: Einaudi
DATA EDIZIONE LETTA: Finita di stampare nel giugno del 1983
RIASSUNTO Il libro non ha una trama ben precisa ma è più che altro un insieme di ricordi che hanno come unico filo conduttore la mente dell'autore: fino a metà libro le vicende si susseguono per ripresa di termini comuni con le storie precedenti, mentre più avanti si tratta di narrazioni più precise perché più vicine all'epoca di scrittura del libro, e quindi collegate da uno stesso tema che è soprattutto quello religioso oltre che quello della guerra, che fa da sfondo a questa parte; il libro si apre con il racconto dei bambini di sei anni che vanno a fare la confessione e riflettono sugli atti impuri, si parla delle imprese dei parenti rinomati o per la capacità atletica o per la fantasia, si parla delle esperienze nella comnia, della guerra, delle gare di devozionefatti che fanno sorridere come l'interpretazione assai fantasiosa dei sette doni dello Spirito Santo, come pure fatti seri quali la guerra da cui si cerca di salvarsi, anche se più che altro si parla della Resistenza e della cattura dei soldati tedeschi che ancora si aggiravano per quei luoghi
EPOCA DI AMBIENTAZIONE DELLA VICENDA: I ricordi vanno dagli anni '20 agli anni '60 circa
DURATA: 40 anni circa
RAPPORTI TEMPO REALE/NARRATIVO: La durata narrativa ha una lunghezza minore rispetto a quella reale in quanto anche se i flashback sono numerosi e costituiscono praticamente tutto il racconto, il tutto non è continuo ma ci sono anzi continui salti temporali: il maggiore è quando si passa alla narrazione dei fatti più vicini a chi scrive, per cui si passa dall'adolescenza nelle comnie alle fughe per arrivare a casa travestito da giocatore di calcio per non farsi scoprire. Luigi Meneghello utilizza dunque diverse tecniche: l'analisi (usata durante le riflessioni del protagonista), la scena (che immerge il lettore nei dialoghi tra i personaggi), il sommario (utilizzato nella parte finale)
SPAZIO: Lo spazio è reale e consiste principalmente nel paesaggio del piccolo paesetto che è Malo: la vita è principalmente contadina e le uniche attività che si distinguono sono quelle inerenti all'artigianato, lavoro tenuto molto in considerazione per le capacità e l'espressione richieste; lo spazio tuttavia cambia nel corso della vicenda: si parla dell'introduzione delle prime fabbriche e delle nuove ambizioni degli abitanti di Malo, diventare impiegati. Questo paesino come già detto è un mondo a sè perché tutto avviane entro i suoi confini (la formazione sessuale, sociale, lavorativa) e non c'era bisogno di aiuto esterno: così autosufficiente e indipendente che un qualsialsi abitante di altri paesi risultava una novità, una scoperta per cui ad esempio si parla delle ragazze da Vicenza che escono in comnia ed anche il solo modo di esprimersi è differente (a Malo i si esprimeva in dialetto perché era la lingua più adatta per dare il senso della cosa, del concreto, della realtà)
PERSONAGGI: I personaggi sono molto numerosi e non sono descritti fisicamente ma piuttosto fisicamente attraverso i loro gesti e le loro imprese; fra i familiari spiccano il nonno, campione di atletica che però veniva puntualmente battuto da qualche esterno e arrivava perennemente secondo, e lo zio Checco che era famoso per la sua innata capacità di modificare qualsialsi tipo di veicolo, anche il più perfetto. Fra i coetanei danno una forte impronta alla narrazione i membri della comnia fra cui gli iloti, ragazzi privi di una specifica capacità e utilizzati più che altro come "cavie" da maltrattare, le ragazze che uscivano incostantemente e che fungevano de "prede" con cui divertirsi e fare esperienza, e i veri e propri membri fra cui Bruno di cui erano cantate le gloriose imprese con le ragazze. Altri personaggi importanti sono il professore dell'autore, di cui viene sottolineata la cultura ma anche l'incapacità di trasmetterla addirittura ai suoi stessi li, e altri personaggi esterni come Faustino che veniva ricordato per le sue macchine per cui prima non veniva creduto ma poi ogni cosa che diceva era considerata vera
NARRATORE: In questo romanzo narratore, protagonista ed autore corrispondono. Luigi Meneghello svolge la funzione di narratore interno perché racconta i suoi ricordi. La narrazione è infatti in prima persona singolare e presenta fatti visti attraverso gli occhi di un uomo comune che mette continuamente a confronto la collettività di un mondo a sè nel passato con l'individualità delle persone nel presente.
FOCALIZZAZIONE: Il punto di vista può essere considerato a focalizzazione interna perché il narratore è il protagonista e, di conseguenza, conosce e può raccontare solo quello che vede con i suoi occhi.
TEMI TRATTATI: Il testo affronta la tematica della religione, che è esteriore perché non è capita ma è anzi solo imparata a memoria e interpretata personalmente (e quindi distorta), della comnia, ovvero il nucleo che si sostituisce alla famiglia e che è responsabile della formazione del carattere e di tutto quello che riguarda il rapporto con se stessi e l'esterno, e della guerra, la seconda guerra mondiale e in particolare, com già detto, la Resistenza che ne è conseguita
TIPO DISCORSO: Per riferire i discorsi dei personaggi viene utilizzato il discorso diretto; per quanto riguarda i pensieri, essi vengono comunicati principalmente in forma indiretta
SINTASSI: Semplice.
LESSICO E STILE: Il lessico adoperato è quello tipico del luogo ovvero il dialetto che, viene evidenziato, differisce di zona in zona ed esprime gli oggetti e i concetti nella loro essenza, mentre l'italiano è la lingua scritta che però non dà l'idea della realtà. Dal linguaggio inoltre emerge la cultura dello scrittore che fa uso di termini in inglese, latino, tedesco, francese e greco; esse non sono solo frutto di studio ma anche di esperienze all'estero strettamente legate alla sua formazione non menzionata nel libro
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