italiano |
LO SCUDO DI TALOS
Autore del libro "Lo scudo di Talos" Valerio Massimo Manfredi; casa editrice Oscar Mondatori; anno di pubblicazione gennaio 1988.
La vicenda si svolge tra il VI e il V secolo a.C. e più precisamente durante le guerre persiane.
Principalmente la storia è ambientata a Sparta e nel villaggio degli Iloti ai piedi del monte Taigeto.
La narrazione si sposta poi sui campi di battaglia di Maratona, delle Termopili e di Platea, per poi tornare nuovamente negli ambienti iniziali e precisamente a Sparta e in Messenia, per la rivolta degli schiavi.
La narrazione si apre con la descrizione dei sentimenti di Aristarchos, nobile spartano. Egli avendo generato due li, di cui uno zoppo, è costretto ad abbandonare quest'ultimo, visto che la legge di Sparta impediva ad uno storpio di diventare guerriero. Contro il volere della moglie porta, il lio "sfortunato" ai piedi del monte Taigeto, nella speranza che qualcuno lo raccolga e lo cresca al posto suo.
Kleidemos è il lio minore abbandonato da Aristarchos a causa di una malformazione al piede sinistro.
Brithos è il fratello maggiore di Kleidemos ed è un prode guerriero come il padre.
Talos è il secondogenito di Aristarchos, cioè Kleidemos; dopo essere stato abbandonato dal padre, viene accolto da una famiglia di pastori iloti che lo educano secondo le loro usanze ribattezzandolo con il nome di Talos. Quest'ultimo è un giovane alto e muscoloso, con occhi e capelli neri. Nonostante la sua malformazione diventa un abile guerriero, grazie agli insegnamenti del "nonno acquisito", perché il suo scopo sarà poi quello di liberare il popolo ilota dall'oppressione spartana. Più avanti si innamorerà di una pastorella, Antinea, per la quale farebbe qualsiasi sacrificio.
Kritolaos è il "nonno acquisito" di Talos, oltre ad essere il capo spirituale degli Iloti. Egli è anche il custode delle antiche armi del re Aristodemo, quindi è suo compito addestrare il futuro capo del suo popolo. Questo personaggio morirà solo quando Talos è diventato un ragazzo forte e robusto, lasciando a lui il compito di rivendicare gli Iloti, ricostruendo la città di Ithome, la loro patria.
Talos viene cresciuto da Kritolaos. Il ragazzo viene allevato come un semplice pastore ilota, ignaro delle sue reali origini nobili spartane. Nonostante il suo handicap riesce a diventare un forte guerriero: è abilissimo nel tiro con l'arco, nel combattimento corpo a corpo e nella strategia militare, grazie agli insegnamenti del nonno. Quest'ultimo mostra a Talos una grotta in cui era custodito lo scudo e l'armatura dell'antico re Aristodemo, utili al giovane nel momento del bisogno.
Brithos invece viene cresciuto dal padre come un abile guerriero secondo la tradizione spartana. Un giorno si scontra con Talos, ignaro del fatto che si trattasse di suo fratello; risparmia la vita a quest'ultimo grazie ad una forza misteriosa che lo trattiene. All'inizio Brithos è in lotta con il fratello minore, ma in seguito diventano buoni amici e comni inseparabili. Brithos morirà poi nella battaglia di Platea per difendere la patria e solo in quell'occasione Talos scoprirà di esserne il fratello.
Kleidemos, lio di Aristarchos, nasce con una malformazione al piede sinistro e, a causa di questo, viene abbandonato dalla famiglia ai piedi del monte Taigeto separandolo così anche dal fratello maggiore Brithos. Kleidemos viene trovato da Kritolaos e cresciuto tra gli Iloti, ribattezzandolo con il nome di Talos. Per i due fratelli inizia quindi una vita differente: mentre Brithos cresce secondo le abitudini spartane come un abile guerriero, Talos inizia una vita da pastore. Grazie però al nonno acquisito, Kritolaos, il ragazzo inizia ad apprendere l'uso dell'arco e in parte anche l'arte del combattimento. Talos si innamora poi di una pastorella, Antinea, la quale viene stuprata da un gruppo di spartani con a capo Brithos. Talos per difendere l'amata si scontro con il fratello, il quale stupido del coraggio dimostrato dal ragazzo, decide di risparmiargli la vita e lo prende con sé come scudiero dell'esercito, senza sapere del legame che li univa. Durante la battaglia di Platea però Brithos muore, ed è proprio in questa occasione che Talos scopre le sue vere origini. Il giovane sconvolto da questa notizia vuole conoscere la madre naturale che le morirà poi tra le braccia. Per Talos inizia così una nuova vita come comandante dell'esercito spartano nella camna del nuovo re Pausanias contro i persiani. Quando però scopre il messaggio mandato da Leonida agli efori con una richiesta di aiuto per liberare gli iloti dalla schiavitù, Talos ritorna dal suo popolo, sposa la tanto amata Antinea, prende le armi del re Aristodemo - mostratogli in precedenza dal nonno Kritolaos - e guida insieme al suo caro amico Karas la rivolta contro Sparta. Gli Iloti ribelli ricostruiscono la loro antica città Ithome, all'insaputa degli spartani, ottenendo poi definitivamente la libertà. Al termine di questa battaglia Talos sparisce nell'ombra; il suo fedele comno Karas si mette alla sua ricerca fino a quando incontra un lupo che lo conduce ad una grotta dove viene ritrovata l'armatura e lo scudo che Talos aveva usato nella sua ultima battaglia.
L'ultimo compito di Talos è stato quello di guidare gli Iloti nella Messenia ricostruendo la città di Ithome e combattendo contro gli spartiati, ottenendo finalmente la libertà. Mettendosi a capo della rivolta insieme all'amico Karas, Talos riesce a salvare la maggior parte della popolazione ilota, donne, anziani e bambini, nonostante la derisione iniziale da parte dei soldati spartani.
Il titolo del libro, a mio parere, prende nome dallo scudo che Kritolaos ha "affidato" a Talos, sapendo che questo oggetto gli sarebbe servito proprio per condurre gli iloti alla libertà. Inoltre quando il ragazzo viene abbandonato dal padre, è lasciato ai piedi del monte Taigeto proprio in uno scudo.
I fatti che fanno da sfondo alle vicende narrate sono le Guerre Persiane avvenute tra i Greci e i Persiani, quindi nelle varie città coinvolte in tali battaglie, come ad esempio Maratona, Termopili e Platea.
Innanzitutto vengono sottolineate le abitudini e il modo di vivere degli spartani, secondo i quali, sin da bambini, si insegnava l'arte della guerra e del combattere; quindi chi, come Talos, si trovava in condizioni fisiche disagiate, doveva addirittura essere condannato alla morte. Nel libro si sottolinea inoltre la posizione di nobiltà dei guerrieri a differenza invece della condizioni di schiavitù degli iloti; quindi mentre gli spartiati occupavano la loro giornata nell'esercizio per migliorare le tattiche militari, gli iloti trascorrevano la loro giornata all'insegna del lavoro.
Le tematiche presenti in questo libro sono diverse: prima di tutto viene sottolineato il coraggio e la forza di volontà del protagonista. Nonostante il suo handicap infatti, Talos riesce a diventare un prode guerriero e un eroe, difendendo il popolo ilota e portandolo alla liberazione dalla schiavitù. Un altro tema importante è l'amore considerato sotto diversi punti di vista: viene evidenziato infatti il sentimento che Talos prova nei confronti della sua amata. Il protagonista infatti è pronto a difendere Antinea quando viene aggredita da un gruppo di guerrieri spartani: il suo amore per la ragazza è tale da non spaventarsi di fronte alla forza dei suoi "nemici", nonostante il suo handicap e la sua ignoranza in materia di combattimento. Grazie dunque al suo coraggio e alla sua forza di volontà sarà poi premiato sposando la bella amata. Nel libro viene anche sottolineato l'amore per le proprie origini: Talos infatti nonostante il ruolo importante che era riuscito ad ottenere, ossia comandante dell'esercito spartano, non dimentica la famiglia che lo ha cresciuto e che gli ha insegnato a vivere, oltre a non dimenticare il suo popolo ilota, tanto da tornare da loro e aiutarli nella ribellione contro gli spartani. Viene poi anche sottolineato il sentimento di amore fraterno che si crea con il fratello Brithos con il quale, dopo un primo scontro, instaura un rapporto di amicizia e di collaborazione nel combattimento; successivamente nasce anche il sentimento di amicizia con il comno Karas con il quale condivide prima di tutto il tormento per un problema fisico (Karas infatti è cieco), poi il legame che li unisce nella difesa del loro popolo.
La storia di Talos è stata, secondo me, appassionante: la prima parte del libro mi è sembra più semplice da leggere e anche più interessante, perché ho trovato piacevole conoscere e vedere come Talos si allenava con passione insieme a Kritolaos nel bosco e come pian piano questo personaggio cambiava e diventava sempre più forte e coraggioso nonostante la sua malformazione. La seconda parte è stata altrettanto interessante ma caratterizzata da descrizioni più dettagliate di fatti del passato che avevo già studiato, quindi, oltre ad essere stato un ripasso del mio "studio storico", è stato anche più semplice capire il susseguirsi delle vicende e le varie posizioni che Talos ha assunto all'interno del libro. Potrei quindi concludere che quello di Manfredi è stato un "gran libro", perché lo scrittore è stato in grado di unire la narrazione di eventi storici molto importanti, ai sentimenti e alle passioni di un semplice uomo.
Privacy
|
© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta