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La Storia Della Scrittura
La scrittura è nata attorno al 3300 a.C. Le scritture sono molte e differenti; infatti, nell'antichità, si scriveva su pietra, pelle di animale, pergamena, papiro e infine carta.
I segni grafici, relativamente alla forma, si distinguono in ure naturalistiche e segni astratti, praticamente privi di significato.
Suddivisione dei segni grafici
In base ai criteri in relazione al modo di rappresentare il concetto, i segni grafici si suddividono in:
- pittogrammi: ossia, rafurazioni naturalistiche di uomini, animali o cose, sia isolati che raggruppati, oppure impegnati in azioni diverse. I pittogrammi rappresentano la realtà, indicando, per lo più, lo stesso oggetto rappresentato: ad esempio, i graffiti sulle rocce.
- ideogrammi: segni grafici che riproducono l'idea, ossia ancora ure naturalistiche usate a rappresentare non solo il soggetto stesso rafurato, ma anche la parola che lo designa: ad esempio i geroglifici egizi, i segni cuneiformi assiro-babilonesi.
Un'altra classificazione delle scritture particolari tiene conto della forma estetica, condizionata dalla tecnica con cui furono tracciate inizialmente, e precisamente:
- scritture e segni grafici lapidari, disegnati la prima volta per essere incisi sulla piastra con lo scalpello: scrittura geroglifica egizia, lapidario romano;
- scritture manuali e segni grafici manoscritti, tracciate con un mezzo scrittorio foggiato allo scopo: stilo, penna, calamo, ecc.
Il tipo di scrittura è determinato, oltreché dallo strumento scrittorio, anche dal supporto, il quale può essere: rigido (pietra, legno, terracotta, argilla, ecc.) o morbido (papiro, pergamena, carta, ecc.).
Tutta la vita dell'uomo può dirsi essere stata un continuo progresso; il primo momento di questo coincide con la sua sa sulla terra circa 600.000 anni fa o, secondo calcoli più recenti, a 300.000.
Secondo i reperti archeologici preistorici, da circa 250.000 anni fa l'uomo cominciò a valersi della natura per dominarla; si fabbricò con il legno, l'osso, la pietra degli utensili: l'ascia e il raschiatoio, poi la punta per forare, il coltello, ecc. perfezionandoli lentamente attraverso la lunghissima evoluzione.
Oltre alla fabbricazione degli utensili, all'uso del fuoco per riscaldare, illuminare e cuocere il cibo, verso il 50.000 a.C. l'uomo cominciò anche a credere in qualcosa di soprannaturale; cominciò quindi a fissare il ricorso di certi avvenimenti nei graffiti rupestri dell'Africa settentrionale con scene di caccia e di danza.
3. Le scritture particolari
Scrittura egiziana
In Egitto fu adottata come scrittura, verso il 3.500 a.C., una serie di geroglifici i quali furono impiegati anche come ideogrammi. I segni di questa scrittura possono suddividersi in sei gruppi.
La scrittura egiziana successivamente si sviluppò in tre tipi: geroglifica, ieratica, demotica:
- geroglifica: scrittura originaria scolpita su pietra, in seguito usata anche su papiro per testi religiosi. I geroglifici sono disegnati molto chiaramente e sono disposti in colonna dall'alto in basso o in linee. Sia le colonne che le linee corrono da destra verso sinistra o viceversa; essi guardano contrariamente a quanto succede nella nostra scrittura;
- ieratica: è la forma corsiva della scrittura geroglifica, usata contemporaneamente ad essa, ma esclusivamente sul papiro. Fino al Nuovo Regno, i segni particolari sono disposti in colonna e dall'alto in basso; più tardi vennero disposti in linee. Sia le colonne che le linee, vanno da destra verso sinistra;
- demotica: è un particolare corsivo che venne usato nella Bassa Epoca, senza soppiantare del tutto la scrittura ieratica. I segni sono disposti in linee da destra verso sinistra.
Scrittura sumerica o cuneiforme
Originariamente in Mesopotamia esistevano due scritture: la «sumerica» e la «proto-elamita», entrambe geroglifiche. La prima visse a lungo, la seconda si estinse; la prima è in parte decifrata e tradotta, la seconda a tutt'oggi è poco nota. Dalla scrittura sumerica derivò la «babilonese», formata da grafismi costituiti con segmenti rettilinei a cuneo, da cui il nome di «cuneiforme».
Furono i sacerdoti sumeri ad avere l'idea di tracciare con una canna sottile su tavolette di argilla fresca dei segni che registrassero i beni di transito. Più avanti i segni divennero più schematici (pittogrammi). I pittogrammi sono un mezzo di comunicazione del pensiero che presso i popoli primitivi sostituisce l'uso della scrittura e che non di rado assume anche un significato simbolico, rituale e di propiziazione magica. In uso presso i pellirosse che usano tramandare la storia della tribù per mezzo di ure umane e di animali dipinte su pelli di bisonte.
Dalla scrittura sumero-accadica derivò anche la scrittura «persiana», sempre cuneiforme.
In origine la scrittura era costituita da geroglifici pittografici naturalistici che in seguito, per comodità e velocità di scrittura, vennero trasformati. I geroglifici furono modificati in ure composte da segmenti rettilinei, "incisi" sul supporto scrittorio fatto di argilla molle, mediante uno stilo; poi si preferì incidere tali segmenti con uno strumento scrittorio più rapido, cioè mediante un punzone, con il quale si imprimevano sull'argilla molle del supporto, segni a forma di cuneo; inoltre, tali cunei potevano essere impressi in forma accorciata, a testa espansa e in forma rimpicciolita.
I segni pittorici originari furono moltiplicati mediante quattro espedienti.
In seguito a questi mutamenti, la scrittura divenne un sistema misto ideografico e fonografico. Successivamente, per la necessità di esprimere la lingua accadica con la propria scrittura, i Sumeri complicarono notevolmente la loro scrittura con l'aggiunta di altri segni.
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