ePerTutti


Appunti, Tesina di, appunto italiano

La violenza è la prima e più diretta forma di violazione dei diritti umani

ricerca 1
ricerca 2

La violenza è la prima e più diretta forma di violazione dei diritti umani. I minori ed i gruppi giovanili che vengono a confrontarsi con situazioni di violenza diretta hanno spesso trovato nei progetti sui diritti umani, per la loro natura e per il loro approccio, una risposta positiva a detta violenza. Questo è il caso di molti progetti sviluppati in regioni affette dalla guerra o da conflitti etnici, ma anche nelle aree suburbane di molte città e regioni europee. La violenza di strada, negli stadi, nelle scuole, il bullismo e il razzismo violento appartengono all'esperienza quotidiana dei giovani. Molti di essi respingono la violenza e reagiscono direttamente contro di essa, con iniziative mirate verso i propri coetanei e verso il proprio ambiente in generale. In effetti, una delle soluzioni educative dimostratesi efficaci a raggiungere sia i giovani violenti che le vittime della violenza, entrambi fortemente a rischio di esclusione sociale ed emarginazione.


Il tifo negli stadi


Non sempre il tifo viene preso per divertimento, passione o entusiasmo. Anzi, non è che non viene praticato per questi scopi. A volte si viene presi dal troppo entusiasmo, e si finisce col picchiarsi, perché magari in campo è sceso un arbitro venduto. A volte, purtroppo, qualcuno ci muore, anche se magari era innocente. Purtroppo la violenza negli stadi è un tema d'attualità, moderno, diffusa in tutt'Italia, praticata soprattutto dai giovani, che sono i tifosi più sfegatati. Spesso la causa è il comportamento dell'arbitro. L'arbitro assegna un rigore, che secondo la squadra avversaria è inesistente? Bene: dapprima giungeranno grida del tipo: 'ARBITRO VENDUTO', oppure 'QUANTO TI HANNO ATO?', per citare quelle più innocenti. Poi, i tifosi della squadra alla quale era stato assegnato il rigore, urleranno frasi indecenti ai tifosi avversari, i quali inizieranno a menarli di santa ragione. A questo punto, intervengono le forze dell'ordine, che spesso vengono ferite, se non direttamente uccise. Solitamente si crea una rissa gigante, nella quale vengono immischiate anche persone che volevano semplicemente assistere in modo pacifico alla partita della squadra del cuore, e vengono così create altre vittime. Le forze dell'ordine riescono poi a fermare la rissa, e ad arrestare qualcuno, ma, secondo me, i colpevoli veri propri riescono sempre a fuggire! Un altro motivo della sa della violenza negli stadi è la simulazione di un fallo da parte di un giocatore. Se i tifosi degli avversari se ne accorgono, gli altri tifosi passeranno un brutto quarto d'ora. E anche qui, oltre ai feriti, si creano morti, spesso vittime innocenti di tifosi scalmanati. Un altro motivo di rissa sono i tifosi, che per qualche stupido motivo, tirano oggetti in campo. I vigilanti accorrono sempre a fermare il pazzo tifoso, ma il più delle volte vengono letteralmente assaliti dagli amici del pazzo tiratore di oggetti. In questi ultimi tempi, negli stadi sono stati vietati sectiunelloni razzisti e offensivi verso le altre squadre, perché anche questi provocavano spesso risse, che finivano immancabilmente in tragedia. Certo che gli adulti a volte, proprio non ragionano! Persino i bambini riescono a capire che tifare la propria squadra del cuore vuol dire incitarli a fare di meglio e a vincere in modo pacifico e leale, e non menare a sangue i sorveglianti e i tifosi delle altre squadre. Arrivare ad uccidere per undici persone che corrono in campo per prendere a calci una palla! Ma dove si è mai visto?!? Purtroppo, negli stadi! Questa situazione non è diffusa soltanto in Italia! Avete mai sentito parlare degli hooligans, i tifosi inglesi, conosciuti come i più pazzi, i più scalmanti, i più sfegatati tra i tifosi europei, ma che dico, mondiali??? Io non capisco che ci si trovi nel picchiare per dei miliardari che praticano il gioco del calcio! Ragazzi, e un gioco! Voi non ci guadagnate niente, se la vostra squadra preferita vince il campionato, o scende in serie 'B': se sono delle schiappe, che ci potete fa'?? Di certo non vincono perché voi picchiate e ammazzate della gente!!!! Secondo me il tifo deve essere un modo pacifico per acclamare, festeggiare e incoraggiare la propria squadra preferita, e non un modo per menare a sangue i tifosi delle squadre avversarie! Quindi, se andate allo stadio, non gridate frasi offensive, all'arbitro, alla squadra avversaria o frasi razziste (che sono ancora peggio) ai giocatori stranieri dell'altra squadra, e anche se alla nostra età è inutile dirlo,non picchiate gli altri tifosi!!! Potreste non tornare a casa interi..



La violenza


Chi quotidianamente vive in quella vasta area che è denominata Occidente e magari si informa, legge o guarda la tv, ha la sensazione di essere circondato da un mondo estremamente violento. Una sensazione che gli esperti ritengono fallace: altre epoche hanno conosciuto, secondo gli studiosi di scienze sociali, violenze più efferate e più frequenti e mai il mondo è stato così sicuro come adesso.
Eppure, nonostante l'alto livello di civilizzazione, forse proprio a causa di questo, ci sentiamo insicuri e minacciati.

A mio avviso, le nostre aspettative di sicurezza sono aumentate, così come il desiderio di condurre una vita lunga e piacevole.
E d'altra parte la fine delle ideologie, l'indebolimento delle fedi religiose, quella che viene denominata la secolarizzazione del mondo, fanno sì che ci sentiamo piuttosto disorientati nei confronti delle norme e dei valori da abbracciare durante l'esistenza. Tutti finiamo per orientarci ad un edonismo spicciolo, ad una ricerca ossessiva del piacere e del divertimento immediati, ai soldi, alla carriera, al potere.
Sentiamo che la vita è quella che viviamo adesso, qui, sulla Terra; le promesse di una giustizia divina dopo la morte, della beatitudine raggiungibile in mondi ultraterreni ci sembrano aleatorie.
'Se Dio non esiste, tutto è permesso' diceva Dostoevskij.
E perciò tendiamo a rimuovere, con un'aggressività che a volte sconfina nel crimine, ogni ostacolo che si frappone alla realizzazione dei nostri desideri.
Queste sono secondo me le radici più evidenti della violenza quotidiana.
Esistono tuttavia altri motivi, più oscuri e sotterranei, ma non per questo meno potenti.
Per esempio, il fatto di vivere in società sempre più solitarie ed anonime, di essere soggetti ad un potere sempre più impersonale, che ci fa sentire di frequente inermi e impotenti. La burocratizzazione della vita, che pure è spesso necessaria per l'ordine e l'organizzazione statuale, ci disumanizza, quando non ci schiaccia (si legga la narrativa di Kafka), il potere economico (le lobby, le multinazionali, ecc.) ci rende un numerino insignificante nella grande equazione dell'economia mondiale. Basta un niente, una crisi passeggera, una ristrutturazione aziendale e di colpo siamo estromessi, reietti, perdenti.
Inoltre, secondo me, la violenza prospera su un terreno di eccessiva tolleranza maturato in alcuni ambienti religiosi e intellettuali. Per cui il criminale gode di eccessive giustificazioni, si cerca sempre un alibi alle azioni più riprovevoli, che so: i traumi infantili, l'esclusione sociale, la famiglia, la scuola, la società. Non che questi alibi siano del tutto falsi, soltanto che ciascuno di noi deve essere chiamato a rispondere, a sentirsi responsabile delle proprie azioni. Altrimenti non si spiega, come, date le medesime circostanze, c'è che delinque e chi no.
Il concetto di 'responsabilità' deve tornare a far parte del vocabolario delle società occidentali. Ed anche quello di 'repressione'. La società, chi è preposto all'ordine pubblico, non può tollerare i comportamenti violenti, anche quelli di minore entità. Anzi si è visto che la politica della 'tolleranza zero' negli Stati Uniti ha dato ottimi risultati. Le teorie 'idrauliche' sul comportamento umano, forse hanno fatto il loro tempo. Comprimere, coartare la violenza non significa renderla più esplosiva e pericolosa.

Certamente la repressione non basta. Difendersi dai delinquenti non è l'unico mezzo per bonificare la società. Occorre intervenire soprattutto nella fase educativa, nella scuola, in famiglia, nelle agenzie di socializzazione in genere, affinché i comportamenti violenti e prevaricatori vengano scoraggiati, puniti, messi alla gogna. La scuola, ad esempio, ha tollerato (e tollera) il cosiddetto 'bullismo'. Bisogna avere il coraggio di trasmettere valori etici ed estetici diversi dalla sopraffazione dell'altro. Bisogna che la società, in genere, smetta di premiare i comportamenti violenti.
Ed è necessario, altresì, arginare e ridurre le ingiustizie e le ineguaglianze sociali, mitigare le situazioni di sofferenza e povertà.

E bisogna anche rendersi consapevoli che la violenza, essendo una delle possibilità dell'essere umano e del suo comportamento, potrà essere arginata, ma mai eliminata del tutto e che la vita di ciascuno di noi, malgrado le sempre maggiori sicurezze, continuerà ad essere una faccenda rischiosa.


















Violenza

Come possiamo spiegare la violenza che domina e avvelena tutta la società, la famiglia, i singoli? I motivi sono diversi e le spinte verso il ricorso ad essa sono egualmente svariati: motivi di interesse economico, di interesse politico, e così via. Una sola spiegazione appare però certa e fondamentale: lo scarso valore dato alla vita e all'esistenza dell'uomo che affonda le sue radici in quella concezione che vede l'uomo, padrone del mondo, al centro dell'universo, capace di disporre la realtà esterna a proprio piacimento. Questa concezione ha portato gli uomini a chiudersi in se stessi, a ripiegarsi alla vita e alla società; poi hanno cercato di dare alla loro esistenza un significato concreto, pragmatico: agire per ribaltare tutto quanto la società aveva costruito fino allora nell'ambito della morale, del diritto, delle regole di condotta in genere. Il bisogno di uscire fuori dai parametri sociali comuni, di evadere a qualunque costo, ha portato all'uso della droga, alla violenza come mezzo di evasione e di ribellione ai quadri sociali esistenti, alla necessità del facile guadagno, al disprezzo per la vita. Questo clima ha arrecato un affievolimento persino dei vincoli familiari, alla violenza contro tutti e anche contro se stessi. Ecco che nascono dei mostri come i due ragazzini di Novi Ligure, un caso molto discusso e non ancora del tutto risolto. Cosa avrà spinto questi due giovani a compiere questo indicibile atto di violenza? Gli interrogativi sono tanti, le risposte, poche, forse perché si è ancora presi da una sorta di incredulità nei confronti di questo gesto. Un aspetto terribile è che la violenza, col passare del tempo, va aumentando sempre più; ormai, gesti un tempo impensabili, oggi sono all'ordine del giorno e vengono quasi considerati 'normali'; si cerca in tutti i modi di discolpare chi invece è da condannare, fornendo così un cattivo esempio per il prossimo.






Privacy

© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta