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MANIFESTO TECNICO DELLA LETTERATURA FUTURISTA
Questo manifesto fu pubblicato nel 1912. Presenta un programma tecnico per punti con proposte riguardanti lo stile, la sintassi, l'uso delle parole e un programma ideologico.
Il programma ideologico si suddivide in una parte distruttiva e in una costruttiva: la parte distruttiva comprende la critica della psicologia e del culto dell'interiorità, la critica della sacralità dell'arte, della sua autonomia, del sublime estetico, la critica dell'intelligenza e del calcolo razionale a cui viene contrapposta la divina intuizione; la fase costruttiva muove dall'esaltazione del potere dell'intuizione e dell'immaginazione che possono cogliere l'essenza della materia che si esprime attraverso l'energia. L'uomo deve diventare sempre più espressione di tale energia trasformandosi in macchina, in uomo meccanico dalle parti cambiali.
Distruggendo la sintassi si distruggono i legami logici, con la conseguenza di porre in primo piano l'intuizione e l'immaginazione.
Per quanto riguarda la sintassi bisogna distruggerla disponendo i sostantivi a caso, si deve usare il verbo all'infinito, si deve abolire l'aggettivo, si deve abolire l'avverbio, ogni sostantivo deve essere seguito senza congiunzione dal sostantivo a cui è legato per analogia.
La punteggiatura deve essere assente, al massimo si possono usare i segni matematici o musicali.
Siccome ogni specie di ordine è fatalmente un prodotto dell'intelligenza bisogna orchestrare le immagini disponendole secondo un massimo disordine.
Nella letteratura bisogna distruggere l'io, cioè tutta la psicologia, bisogna sostituirlo con la materia.
I futuristi usano tutti suoni brutali, tutti gridi espressivi della vita violenta che li circonda. Essi fanno il brutto in letteratura e uccidono dovunque la solennità.
Le parole devono essere in libertà, si dà il via al paroliberismo.
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