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Svolgimento:
La mafia è un'organizzazione malavitosa, caratteristica della Sicilia, che ha una struttura piramidale e che si conura come un sovrastato, cioè una sorta di stato, indipendente, all'interno di un altro stato, quello riconosciuto nazionale, con il quale entra talvolta in conflitto, oppure in compromesso. Questo tipo di struttura affonda le sue radici nella storia, soprattutto quella feudale della Sicilia. Il passaggio dallo stato borbonico a quello sabaudo, che avrebbe dovuto debellare il feudalesimo, ebbe invece come sgradito risultato di consolidare questa organizzazione, che si pose in forte contrasto con lo stato, autofinanziandosi con attività illecite. Né la fermezza del prefetto Mori, durante il ventennio, né la lotta aspra degli ultimi decenni, suggellati dal sacrificio personale dei giudici Falcone e Borsellino, l'hanno completamente debellata. Caduti alcuni boss, se ne sono presentati altri sulla scena. Potremmo chiederci a questo punto come questa organizzazione si autofinanzia. La mafia accumula denaro, lo ricicla e lo investe. Cento miliardi di euro raccolti ogni anno con il "pizzo" (escluso il fatturato delle mafie straniere), sono investiti nel Nord Italia e nei mercati stranieri attraverso banche, società finanziarie e casinò. Cosa nostra era globalizzata prima della globalizzazione, perfetto esempio di attività economica che valica le frontiere. A nulla, o quasi sono valse le morti di Libero Grassi e di altri commercianti coraggiosi che hanno ato con la loro vita l'essersi ribellati a questa logica. Il pizzo strozza l'economia, costringendo ad un rincaro del prezzo del prodotto finale. Esso condiziona anche la credibilità degli investimenti, scoraggia gli imprenditori del nord ad investire nel Sud, favorendo indirettamente la disoccupazione, che nelle zone meridionali raggiunge percentuali allarmanti. Data la situazione diventa sempre più difficile intraprendere un'attività. Le banche non concedono prestiti, anche perché il tasso di insolvenza in Sicilia è uno dei più alti del paese e supera il 10 per cento. Tutto questo inevitabilmente alimenta l'usura.
Abbiamo analizzato
più approfonditamente il fenomeno del pizzo, ma dobbiamo sapere che
La prima arma per fronteggiare questa situazione apparentemente senza via d'uscita è quella di denunciare, portando alla conoscenza di tutti il fenomeno che, come detto prima, danneggia la gente onesta e l'economia del paese. Altre armi, infine, ancora più potenti sarebbero il cambiamento della mentalità, la conoscenza e la cultura, che non possono convivere con una associazione che ha fatto dell'ignoranza e dell'omertà la base su cui poggiarsi.
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