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Nero è l'albero dei ricordi, azzurra l'aria
La storia raccontata nel romanzo di Rosetta Loy
ha inizio nel 1941 e termina negli anni Sessanta. Al centro della narrazione vi
è la guerra, il suo stravolgimento epocale e l'impatto su una famiglia
felice, sino a quando un solco nero dividerà il "prima" dal "dopo". Le
vicende del romanzo seguono la maturazione dei vari personaggi, intrecciate tra
loro con un movimento nel tempo riconducibile soprattutto ai ritmi della
memoria; i tempi della Storia ricoprono invece un ruolo marginale. La storia
privata di una famiglia viene così collegata con gli eventi pubblici
degli anni compresi tra il 1930 ed il 1960 e si svolge parallelamente ad essi,
intrecciandovisi tramite i suoi membri. L'autrice del libro mostra come in mezzo
al clamore provocato dal fascismo esista un'altra vita, quella "quotidiana",
differente dall'esistenza umana caratterizzata da grandi imprese, vittorie e
sconfitte. Rosetta Loy utilizza infatti parole
appartenenti al linguaggio delle comunicazioni, presentando così un
rapporto "asciutto" con la scrittura. Avendo perso l'udito da un orecchio a
soli sei anni, l'autrice ha infatti potenziato le sue attitudini nei confronti
della lettura e dell'osservazione visiva. L'essenzialità che caratterizza
Rosetta Loy è dovuta in parte
all'ostilità della scrittrice nei confronti della retorica, che tuttavia
era costretta ad inserire nei suoi testi quando frequentava la scuola fascista.
L'autrice contraddice inoltre il modello "leopardiano", in base al quale era
nata un'idea di scrittore come uomo chiuso in sé stesso che la mattina
passeggia ed il pomeriggio scrive. Costante caratteristica dei suoi libri
è la continua ricerca di un collegamento con il passato: Rosetta Loy viveva infatti in una famiglia numerosa e, dopo essersi
sposata, ha "riprodotto" nel libro la sua infanzia, come una proiezione della
realtà. Circa l'importanza della famiglia, secondo l'autrice è
tuttavia presente un'ambivalenza: essa può infatti assumere il
significato di "rifugio", ma può anche costituire una "prigione". In
tale ottica presenta la famiglia protagonista del suo libro. Una serie di
problemi si abbatterà infatti su di essa, quali il fallimento
dell'azienda condotta dal padre e le difficoltà incontrate dal lio
Ludovico prima di raggiungere una posizione invidiabile; a ciò si
aggiungerà la morte del padre stesso e la sventatezza della lia
Lucia. Tutto culminerà successivamente nei vezzi della madre, la quale
morirà lasciando, insieme a Ludovico, l'altra lia, Giulia, che nel
libro ripercorre la storia della famiglia e, attraverso essa, racconta le
vicende delle persone venute a contatto con la famiglia romana al centro del
racconto. Tale ricordo costituisce il corpo centrale del romanzo,
contraddistinto da una scrittura che dal privato e dal particolare si estende
al pubblico ed al generale, senza tuttavia rinunciare ad una delle due parti. I
tempi della narrazione corrispondono dunque ai ritmi delmemoria - I processi di memorizzazione dall'acquisizione al richiamo - Studi comparati" class="text">la memoria di Giulia e,
come avviene quando si ricorda, non seguono un ordine logico, ma effettuano
continui spostamenti, creando un movimento mai interrotto che dal presente
conduce al passato più remoto. Si ha inoltre l'impressione, in ogni
passo del libro, di scoprire e conoscere nuove informazioni: ciò
è reso possibile da un particolare modello narrativo in cui si
intrecciano passato individuale e storia collettiva. Tale canone rientra in un
procedimento tipico di Rosetta Loy, secondo cui il
tema del tempo è colto attraverso una frattura, che è nel
contempo interruzione storica e lacerazione familiare. La storia di una
famiglia romana che trascorre le vacanze estive a Granello, ripercorsa dal 1941
agli anni Sessanta, è infatti spezzata dalla catastrofe bellica.
L'autrice presenta inoltre particolare attenzione ad una costruzione per blocchi
e per sequenze, in quanto la storia è un'entità esclusivamente "ricomponibile"
a frammenti. Malgrado tale disarmonia, la scrittrice si prege l'obiettivo di
trasmettere emozioni attraverso dati storici; pertanto ricorrente nei suoi
libri è il tema della Seconda Guerra Mondiale, i cui eventi sono stati
vissuti in prima persona dall'autrice. Questa scelta stilistica rivela anche
una profonda capacità di manipolazione mediante la quale il passato
ritorna ossessivamente nel presente, talvolta mutato di segno. Questa tecnica
è risultata particolarmente importante nel descrivere gli anni appena
passati della nostra storia nazionale, dalla viglia
del secondo conflitto mondiale al "boom" economico. E' infatti tale periodo ad
essere analizzato con puntualità da Rosetta Loy,
poiché coincidente con l'infanzia dell'autrice. Scrivere circa tali eventi
può quindi significare completare un passssato
del quale l'autrice è stata solo una "piccola" protagonista;
sorprendente è notare come la sua scrittura, pur producendo in maniera
rapida ed essenziale, non trascuri nulla. E' inoltre interessante registrare
come sappia cogliere ogni sentimento e pensiero dei personaggi, secondo un
processo di "animazione" attraverso cui la vita nella sua totalità
è trasferita sulla ina. La grande capacità narrativa di
Rosetta Loy si rivela tuttavia soprattutto
nell'ultima parte del romanzo. Costruita su un montaggio tipico delle sequenze
cinematografiche, in cui le scene della strage di Sant'Anna
di Stazzema si intersecano con le vicende della villa
di Granello, essa mira al ripristino di un'illusoria normalità della
vita familiare, in seguito alla requisizione della casa da parte di un comando
tedesco. Tale obiettivo si traduce in una duplice tragica fuga: a quella della
lia maggiore innamoratasi di un militare tedesco, segue lo sfollamento degli
altri membri femminili dalla villa su cui incombe la strage già
perpetrata nei territori vicini. L'intero libro è percorso da questo
destino di "rovesciamento", caratterizzato dalle contraddizioni della Storia e
del destino individuale. Su tutto aleggia comunque una tragedia che si
svelerà solo alla fine, quando le esistenze dei vari personaggi si
saranno ricomposte in ordine. Ricreato il quadro generale della narrazione,
è possibile effettuare una più approfondita ed attenta analisi
dei personaggi: in parte sono reali, come la ura di Marcello, che l'autrice
ha realmente conosciuto, in parte presentano elementi d'invenzione. Inoltre
particolare attenzione deve essere posta sul personaggio di Ludovico, presente
in tutti gli ultimi libri dell'autrice, anche se con caratteristiche diverse in
ognuno di essi. E' da notare che Ludovico è anche il nome del fratello
di Rosetta Loy. Tuttavia il personaggio in cui
l'autrice si identifica maggiormente è Giulia. Un altro ruolo molto
importante è incentrato intorno al personaggio di Lucia: simbolo di
fascino, dramma e mistero, non e quasi mai nel racconto, di cui
però costituisce un elemento chiave. La particolareggiata descrizione
dei personaggi è frutto di una complessa documentazione: oltre alla sua
esperienza personale, l'autrice ha infatti fatto affidamento a fonti storiche.
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