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Pier Vittorio Tondelli nasce a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, il 14 settembre 1955. Vive la sua infanzia con i genitori Brenno e Marta e il fratello Giulio, in un ambiente che lui stesso definisce di «gente ordinaria, gente comune, gente che batte le strade provinciali e comunali, gente lontana dalla cronaca e dal pettegolezzo». I ricordi del Tondelli bambino rivanno ai colombi del nonno Dembrao e del padre Brenno («Mio nonno Dembrao ha sempre voluto che ci tenessi dietro anch'io ai suoi colombi viaggiatori e per questo, finita la scuola, prendevo la bicicletta e andavo a trovarlo, appena fuori la città, nella casa in cui viveva»), alla nonna che lo porta in braccio davanti alla cappelletta con l'altare della Madonna e i vasi di fiori, ma anche ai giochi con archi e frecce, «quelli che si costruivano in bambù con la nostra ghenga di amici appena adolescenti nei campetti e nelle pratibe, con frecce insidiose e intenti bellicosi: si cacciavano le rane lungo i fossi e i canali, per farne trofei e addobbi da sistemare nelle capanne di frasche, alla cui ombra parcheggiavamo le biciclette».
Dodicenne inizia a
frequentare la biblioteca comunale, con la quale mantiene negli anni una
consuetudine di rapporti. Così ricorda la biblioteca in cui per la prima
volta era entrato da ragazzo: «La vecchia biblioteca si trovava nell'ala di un
palazzo cinquecentesco ora allestita come Museo Civico. Un soffitto a
cassettoni decorato e dipinto, e pareti immense di vecchi libri su cui probabilmente
aleggiava ancora lo spirito di chi in quelle stanze abitò,
Frequenta il Liceo Classico 'Rinaldo Corso' di Correggio e partecipa alla vita delle comunità
giovanili dell'associazionismo cattolico. Scrive i primi testi per i giornalini
ciclostilati, editi in ambito oratoriano. Ricorda
spesso le estati in montagna, con la colonna sonora di Lucio Battisti e Fiori
rosa, fiori di pesco «cantata a squarciagola sul pullman dei campeggi estivi» o
i cori intorno ai falò «con dieci chitarre per volta a dirigere giovani
ugole innamorate e malinconiche, prima della rivoluzione». Tutti lo chiamano Vicky e così firma i suoi primi scritti e anche la
riduzione teatrale per uno spettacolo, rappresentato a Correggio,
dal Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupery. Così spiega le ragioni della scelta:
«Questo libro non è una sorta di favola estraniata dagli altri scritti e
dalla filosofia del 'poeta-aviatore', ne è forse invece
Cambia la colonna sonora e mutano anche i riferimenti generazionali:
«Battisti lo si abbandonò poi, verso il 1977, non perché le sue canzoni
non piacessero, ma forse perché si era cresciuti e già era il tempo di
Francesco Guccini, di Francesco De Gregori, di Antonello Venditti,
degli Inti Illimani e bene
o male, si era passati attraverso l'ineguagliabile esperienza radiofonica di
Per voi giovani».
Tondelli si iscrive al Dams di Bologna («Si sarebbe
sentito in contatto con tutti i suoi coetanei, li avrebbe cercati iscrivendosi
all'Università di Bologna, li avrebbe trovati solo per rendersi conto
che la propria vita si sarebbe giocata in solitudine e avrebbe potuto unirsi agli
altri unicamente attraverso l'esercizio solitario e distanziato di una pratica
vecchia quanto il mondo:
Le frequentazioni bolognesi e, successivamente, milanasi,
cambiano anche le prospettive e i riferimenti culturali: Tondelli rivede il suo
misticismo e la sua ansia di assoluto, «rivolgendosi - come afferma lui stesso
- alla contemplazione delle religioni e delle filosofie dell'Estremo Oriente»;
legge quotidianamente Lotta Continua, mensilmente Re Nudo e ogni tanto Lambda e
'romanzetti', diari. confessioni, pubblicati in gran numero da
piccole case editrici, in questo periodo, per «testimoniare una collettiva
voglia di prendere la parola».
Scrive i racconti del primo libro d'esordio, Altri libertini, «in modo
che ciascuno di essi, pur costituendo una unità a sè,
confluisse in un romanzo sostanzialmente unitario che - dice l'autore -
«è quello della mia terra e dei nostri miti generazionali». Un ruolo
essenziale a fianco di Tondelli, è quello rivestito da Aldo Tagliaferri: «La prima cosa che ho imparato nell'apprendistato
eseguito sotto la guida di Aldo Tagliaferri,
redattore editoriale e critico letterario, è stata quella di riscrivere.
Quando mi presentai nel suo ufficio con un bel volumone,
frutto di un anno di lavoro, mi aspettavo un'immediata pubblicazione. Giuro che
non mi passava nemmeno per la testa il fatto che quelle quattrocento sectiunelle
sarebbero state ridotte, strapazzate e, infine, dimenticate per far posto a
quello che sarebbe diventato il mio libro d'esordio». Si sposta spesso da Correggio
a Milano, «la città della fantasia, della libertà, del
desiderio», che vive nel segno di una contemporaneità, perdendosi nella
«poesia dei ghetti urbani e dei quartieri periferici» e vivendo «ogni ora un
proprio sogno».
Altri libertini viene pubblicato da Feltrinelli nel gennaio 1980 e ottiene subito una grande attenzione da parte del pubblico, soprattutto giovanile e della critica.Viene sequestrato dalle autorità giudiziarie per il reato di oscenità venti giorni dopo la sua sa in libreria, quando era già stata approntata la terza edizione. Il processo viene celebrato a Mondovì (Cuneo) nel 1981 e manda assolti con formula piena l'imputato e l'editore. Si laurea con una tesi su Letteratura epistolare come problema di teoria del romanzo. A febbraio inizia la collaborazione con il quotidiano «Il Resto del Carlino» con Warriors a Correggio, un articolo su un carnevale «improvvisato e autofinanziato», un sabato pomeriggio da una quindicina di ragazzi. In aprile parte per il servizio militare, che lo vede in caserma prima a Orvieto e poi a Roma.
A febbraio, su «Il Resto del Carlino» e «La Nazione», inizia a pubblicare una serie di articoli, «Il diario del soldato Acci», in cui racconta episodi e atmosfere del servizio di leva che sta svolgendo. Si tratta di dieci «cronache», scritte «tra impedimenti e costrizioni di ogni genere», che anticipano i temi del romanzo che fra breve inizierà a scrivere Pao Pao. Tondelli pensa anche ad una riduzione televisiva: «una serie di telefilm di breve durata che vede come protagonista appunto Acci, i suoi amici, e l'esercito d'Italia. La scansione nei tempi brevi del racconto permette una traduzione televisiva efficace e quasi naturale».
Con le cronache di un viaggio nella «Londra postmoderna che la nostra immensa e alacre provincia giovanile continua a sognare», la London calling «crocevia e corto circuito» di comportamenti, malesseri e mode musicali, pubblicate in marzo, si conclude la sua collaborazione al «Resto del Carlino». Di lì a pochi mesi inizia a collaborare con «Linus». Il primo articolo è Trip savanico sulle nuove mode della Bologna «postmoderna», tra gallerie e discoteche, con tutti i ragazzi della «Bologna creativa a danzare sulle interferenze tribali della musica elettronica», uno sguardo alla «ventenne fauna, estroversa e creativa, che pratica i territori contigui del teatro, dell'arte urativa, della performance, della musica». A Bologna Tondelli si è anche trasferito e tra le sue frequentazioni ci sono Andrea Pazienza e Francesca Alinovi. A giugno viene pubblicato da Feltrinelli il secondo romanzo, Pao Pao, che gioca sulla sigla PAO che sta per Picchetto Armato Ordinario e già ne indica il contenuto: la descrizione di quel 'rito di passaggio' che è la caserma.
Inizia a pensare ad un romanzo sui primi anni Ottanta, che avrebbe
dovuto intitolarsi Un weekend postmoderno. Scrive i primi tre moduli e poi il
progetto viene abbandonato.
«Era per me il tentativo, poi rimasto sulla carta, di fare un romanzo proprio
traducendo, trascrivendo le parlate dei party di quegli anni. Praticamente
dovevano essere cinque, sei, sette feste, una a Firenze, una a Bologna, una a
Milano, una a Londra, in cui si descriveva con una lingua molto cantata, quasi poematica, molto mischiata, con i dialoghi inseriti, senza virgolettature nel testo, con una lingua abbastanza
strana Anche come leggibilità era molto forte, troppo forse»
Ci sono anche altre ragioni per spiegare l'abbandono del progetto: la scoperta
degli eccessi legati a quelle «euforie», l'omicidio di Francesca Alinovi: «Per me, gli anni Ottanta finirono già
lì, nel 1983, durante quel fine-settimana dove, sotto l'apparenza di una
fiesta mobile di ragazzi allegri, e anche scatenati,
si rivelarono la follia dei rapporti, l'eccesso di certi riti e anche
Nei primi mesi dell'anno scrive la prima stesura del testo teatrale Dinner Party, nella casa di via Fondazza
a Bologna. «È una storia di trentenni, di una generazione a cui è
difficile affibbiare delle etichette, un dramma un po' violento e un po'
sofisticato. L'ho finita una settimana fa ( ndr.12
aprile). Ci dovrò lavorare ancora un mese, ma sono soddisfatto. La
commedia era un genere ancora inesplorato per me, e mi entusiasma. Conto di
metterla in scena a Firenze la prossima stagione Ero bloccato su un nuovo
romanzo (ndr. Rimini) non riuscivo ad andare avanti,
a trovare il finale giusto. Stranamente la liberazione è venuta pensando
al teatro. Dinner party l'ho scritta di getto. Due
settimane di lavoro giorno e notte. Il plot era quello di un mio vecchio
racconto, che doveva diventare un romanzo e invece s'è trasformato in
una commedia originale, serrata».
È spesso a Firenze, dove la scena giovanile, tra mostre, avanguardie
teatrali, sfilate di moda, feste è esuberante: «Mi sembrò di
trovarmi nel posto giusto al momento giusto. Un po' come quando frequentavo il
DAMS, a Bologna, negli anni caldi fra il 1975 e il 1979 Così sono
passati i miei anni a Firenze. In tante case, in tanti appartamenti, in tante
feste fino al mattino che mi davano la sensazione - tangibile e concreta - di
vivere in una città nella quale non mi restava molto tempo per
riflettere sui miei guai intimistici; o, se questo avveniva, dove sentivo la
protezione, la comprensione, l'abbraccio della città stessa che
magicamente si accordava con quelle riflessioni».
A Firenze al Teatro di Rifredi tiene, presentato da
Anna Maria Papi e con una scenografia composta da opere di Monica Sarsini, una conferenza il cui corpo centrale è la
lettura di brevissime citazioni, in forma di frammento sul tema dell'abbandono
('abbandono d'amore, abbandono della persona amata, abbandono delle cose o
forse anche della realtà'). Inizia la prima stesura di Biglietti
agli amici: «Questo è l'ultimo biglietto che scrivo. Il primo risale
all'aprile ottantaquattro, una notte, a Firenze. Da allora tante cose sono
cambiate nella mia vita e forse la più importante riguarda queste ine
che non si chiamano più «Appunti per una fenomenologia dell'Abbandono»,
ma semplicemente Biglietti agli amici». Incontra Francois
Wahl delle Edizioni Seuil
di Parigi, l'editore che pubblicherà l'edizione francese di Pao Pao. Inizia un rapporto di
stima reciproca. Negli anni Wahl diventa un
interlocutore importantissimo, cui Tondelli sottopone al vaglio di un giudizio
critico tutti i successivi progetti letterari: «Per alcuni scrittori è
stato importante Calvino, per altri la lezione di Celati. Per quanto riguarda
il mio caso devo fare i nomi di Aldo Tagliaferri e Francois Wahl in Francia. Non
è però che abbia avuto altri interlocutori. Avrei voluto averli,
perché questo mi aiuta a scoprire quello che non so».
A maggio esce il romanzo Rimini che segna il passaggio di Pier Vittorio
Tondelli dalla casa editrice Feltrinelli alla Bompiani. Il libro viene accolto dalla critica come un
romanzo di consumo, etichetta che non piace allo scrittore che vede in Rimini
il tentativo di descrivere la riviera adriatica «come 'contenitore'
di storie diverse un affresco, forse una sinfonia, della realtà
italiana di questi anni, e dei vari modi - quello sentimentale, quello
drammatico, quello esistenziale - di raccontarla».
È tra i libri più venduti dell'estate e diventa soprattutto un
fenomeno di costume. Viene presentato, insieme all'omonimo successo
discografico di Lu Colombo, con buffet in giardino e
ballo nei saloni felliniani, al Grand
Hotel, da Roberto D'Agostino, in una serata di luglio «all'insegna
dell'immaginario collettivo su Rimini», in concomitanza con l'inaugurazione
della mostra bolognese (stessa organizzazione della festa) Anniottanta.
C'è anche una polemica: la cancellazione della presentazione del romanzo
nel salotto di Baudo a Domenica in, già
annunciata da «Sorrisi e Canzoni TV». La 'disdetta' ha il sapore di
una vera e propria censura «politica», mentre la motivazione ufficiale
riferisce: «Come non vengono accettati film e video vietati ai minori,
così è per le opere letterarie che narrano, tra l'altro, episodi
di sesso». C'è disappunto anche da parte di chi aveva collaborato alla
presentazione, non canonica del libro: lo stilista Enrico Coveri
che aveva preparato un défilé in costumi balneari e
un gruppo di fotografi riminesi che aveva curato una
videocassetta da mandare in onda con l'intervista a Tondelli, su espressa
richiesta della trasmissione. Attraverso le colonne di «Linus»
con un articolo intitolato Gli scarti, sulle nuove realtà giovanili,
prende avvio, di fatto, il «Progetto Under 25», che alcuni mesi dopo si avvale
della collaborazione con la piccola casa editrice Il Lavoro Editoriale di
Ancona. Scrive Tondelli: «Il progetto Under 25 è varato, e il nostro augurio
è che, di anno in anno, scalando l'età dei partecipanti, esso
diventi un divertente e piacevole appuntamento con i modi di raccontare delle
nuove generazioni, una sorta di gioco a cui, in qualità di lettori, non
ci stancheremo di partecipare». Al 31 dicembre, termine fissato per partecipare
al primo volume, alla redazione del Lavoro Editoriale, giungono quattrocento
testi, e già nei primi mesi dell' '86, un altro centinaio.
Inizia a collaborare con «L'Espresso» e con il «Corriere della Sera», ma il rapporto
con il quotidiano milanese si interrompe dopo un'intervista ai Magazzini
(Dialoghi in strada con i Magazzini non più criminali) pubblicata a
dicembre. Per la nuova versione della commedia in due atti, intitolata La notte
della vittoria (Dinner Party), inviata alla 38°
edizione del Premio Riccione-Ater per il teatro, gli
viene assegnato il Premio speciale intitolato alla memoria di Paolo Bignami, con la seguente motivazione: «Opera che, nella
cornice apparentemente tradizionale di un ambiente borghese, esprime, con
dialogo asciutto e ironico, umori e inquietudini di una generazione degli anni
Ottanta e segna l'ingresso nel teatro di un narratore emergente». Inizia a
lavorare anche ad alcuni progetti cinematografici, relativi alle sue opere
letterarie. «Il mio interesse per un cinema che sia soprattutto cinema fatto di
storie drammatiche e non solo di becere commedie gergali, si
concretizzerà in un film tratto dal mio precedente libro Altri libertini
che Daniele Segre sta cercando di «montare» con altri
giovani registi di area milanese come Giancarlo Soldi. Si tratterà di un
film a episodi, ogni episodio un giovane regista e un diverso stile
cinematografico: sarà un film che non nasconde l'ambizione di proporsi
come eventuale capofila di una nuova cinematografia italiana». Il film non
sarà mai realizzato, come Rimini, di cui Tondelli inizia a scrivere, in
questo periodo, con Luciano Mannuzzi, il regista, un
iniziale progetto di sceneggiatura. «In sostanza immaginavo che una atmosfera
da fine del mondo attanagliasse la Babilonia estiva delle vacanze in modo da
poter raccontare storie e trame che, proprio per essere inserite in un tale
contenitore, divenissero più forti. Più rappresentative. E quindi
il racconto dell'insensatezza, della futilità, della frivolezza, della
stupidità, ma anche dell'emozione, dei momenti eccitanti di vita, degli
incontri del sesso balneare, tutto ci sembrava molto più forte se visto
sotto questa specie di campana di vetro di un reale pericolo nucleare di cui
nessuno però sembrava o voleva accorgersi. Questo progetto, anche per
incoerenze interne, è stato abbandonato e sostituito, pur restando come
atmosfera generale la cui elaborazione si annuncia imminente». Il 30 novembre,
al teatro Asioli di Correggio
debutta, in prima nazionale, lo spettacolo teatrale di Gianfranco Zanetti, tratto da due racconti di Altri libertini, «Postoristoro» e «Autobahn». A
dicembre inizia la sua collaborazione col mensile «Rockstar»,
che durerà fino al 1989. Firma una fortunata rubrica «Culture Club» (il
gruppo di Boy George ha certamente un suo ruolo nella
scelta del nome), che tra consigli di lettura, cronache musicali, emozioni
diventa una sorta di «diario in pubblico» e una conversazione assai diretta con
i giovani lettori del mensile.
Si trasferisce a Milano, in un appartamento di via Abbadesse,
al numero 52: «Ho comprato una Tanka tibetana, la mia prima Tanka.
È un pezzo del XVIII secolo. Rappresenta il Paradiso di Amithaba, il Buddha della luce
infinita. Dovrò un po' restaurarla, ma spero protegga la mia nuova
casa». Sono frequenti i viaggi in Europa, tra Parigi, Berlino, città
assai frequentata anche negli anni precedenti, e Amsterdam. Il tema del
viaggio, diventa «sfondo» anche per alcuni racconti (Ragazzi a Natale, Questa
specie di patto) pubblicati su «Per lui» e su «Nuovi Argomenti» (Pier a
gennaio).
Cura il primo volume del «Progetto Under 25», Giovani Blues, esce nel maggio
1986 e presenta i racconti di Andrea Canobbio, Andrea
Lassandari, Roberto Pezzuto,
Giuliana Caso, Paola Sansone, Rory Cappelli,
Alessandra Buschi, Giancarlo Visconvich, Claudio Camarca, Vittorio Cozzolino,
Gabriele Romagnoli. Il tema di fondo è individuato in «una condizione
giovanile contesa fra quotidianità e avventura, una condizione leggera o
al massimo agrodolce, mai disperata e tragica.». Per le edizioni Baskerville, una piccola editrice di Bologna, che esordisce
proprio con questo testo, pubblica Biglietti agli amici , un libro «personale»,
per pochi, «un libro artigianale, curato, prezioso». Inizialmente «avrebbe
dovuto essere un «livre d'art': cinquanta copie
in tutto e le tavole astrologiche e angeliche disegnate da un artista».
Nell'edizione che va in stampa il libro ha invece una struttura particolare
legata alle ore del giorno scandite dalle tavole angeliche e astrologiche
ricavate da Barrett. Del libro sono stampati pochi
esemplari, un centinaio di copie. Una versione, quella destinata alle persone
cui i «biglietti» sono dedicati, riporta il nome per esteso, quasi per una
personalizzazione del libro. Questa tiratura ha carattere privato e non viene
posta in vendita. L'edizione che arriva in libreria, con tutte le copie autografate dall'autore, invece, pur se identica a quella a
carattere privato, sostituisce, nelle dediche, ai nomi per esteso, le iniziali dei
nomi degli amici. Per mantenere il carattere privato della pubblicazione lo
scrittore chiede, inizialmente, ai giornalisti a cui l'aveva inviato di non
parlarne.
A marzo partecipa a Trento al convegno «Il racconto: attualità della letteratura», con un'importante relazione, intitolata Un momento della scrittura. Cura il secondo volume del «Progetto Under 25», Belli & perversi che viene pubblicato nel dicembre 1987 e presenta i racconti di Andrea Mancinelli, Francesco Silbano, Romolo Bugaro Giuseppe Borgia, Renato Menegat, Andrea Demarchi, Tonino Sennis. Non c'è un tema preciso, ma certamente una maggiore attenzione «agli aspetti letterari della proposta». Lavora al progetto di una «serie editoriale», Mouse to mouse, per l'editore Mondadori che «vuole esplorare quei territori culturali non immediatamente riconducibili alla letteratura e alle sue pratiche, luoghi non marginali, non emergenti nella società. Cerca quindi le narrazioni nel mondo della moda, della pubblicità, delle arti urative, dello spettacolo, del rock»
In primavera, con un marchio di copertina disegnato da Luis Frangella, vengono pubblicati i primi due titoli di «Mouse to mouse», scelti da Tondelli: Fotomodella di Elisabetta Valentini e Hotel
Oasis di Gianni De Martino. Alla Columbia University con Alain Elkann, Enzo Siciliano, Manfredi Piccolomini, David Leavitt presenta il numero americano della rivista «Nuovi Argomenti», che contiene il suo racconto Pier's January. Tiene una serie di conferenze in varie città italiane sul progetto Under 25. Inizia a lavorare al romanzo Camere separate.
A marzo tiene a Guastalla una serie di incontri con gli studenti delle
scuole superiori, intesi come «un seminario sugli scrittori, il Po e l'Emilia,
per invitare a leggere e a scoprire gli scrittori della loro terra, confrontare
i luoghi e le descrizioni». In primavera pubblica da Bompiani
il romanzo Camere separate che rappresenta una sorta di svolta. È «la
storia di un percorso scandita in tre movimenti-moduli concentrici e contigui
come un'operetta di musica ambientale. Il tema della morte, del lutto per la
perdita del comno, la religiosità, la madre, il paese, i viaggi,
l'amicizia costituiscono il tessuto narrativo di una complessa ricerca di
interiorità e di approfondimento».
Collabora con Luciano Mannuzzi, scrivendo varie
versioni del soggetto che sarà poi la base del film, Sabato Italiano,
uscito nelle sale cinematografiche nel 1992. Con Alain
Elkann e Elisabetta Rasy
lavora al progetto di una rivista letteraria, a tema monografico, «Panta», il cui primo numero esce nel gennaio 1990,
pubblicato da Bompiani. Per la rivista progetta un
viaggio a Grasse, in Costa Azzurra, sulle tracce dello scrittore Frederick Prokosch, che avrebbe
voluto intervistare. Improvvisa però giunge la notizia della morte dello
scrittore. Compie lo stesso il viaggio e ne riporta anche una serie di
suggestive fotografie, da lui realizzate ad accomnamento del testo. Incontra
il critico Fulvio Panzeri per una lunga conversazione
da pubblicare in un volume sulla «nuova narrativa italiana», annunciato dalle
edizioni Transeuropa-Il lavoro editoriale di Ancona.
Incontra Giorgio Bertelli, delle edizioni L'obliquo
di Brescia, per il progetto di un nuovo libro in edizione limitata e tre
ipotesi da valutare: un saggio su Arbasino, la
ripresa del racconto Pier a gennaio, una versione in libro di Viaggio a Grasse,
testo e fotografie.
Pubblica un lungo racconto sulle «sue» colonne sonore, Quarantacinque
giri per dieci anni, in Canzoni, un volume antologico ( contiene racconti di Palandri, Manfredi, Lodoli , Van Straten) per Leonardo editore. Partecipa attivamente
all'organizzazione della mostra Ricordando fascinosa Riccione, organizzata per
il 40° Premio Riccione-Ater per il Teatro e compie
accurate ricerche d'archivio e bibliografiche sul rapporto tra gli scrittori
del Novecento e
Tondelli cura anche il terzo volume del «Progetto Under 25», Papergang che viene pubblicato in novembre da Transeuropa e presenta i racconti di Silvia Ballestra, Guido Conti, Raffaella Venarucci,
Giuseppe Culicchia, Alessandro Comoglio
e Frediano Tavano, Ageliki Riganatou, Andrea Zanardo che
danno luogo «ad un volume diverso dai precedenti, senz'altro più
riflessivo.». Presso Seuil esce l'edizione
francese del romanzo Rimini alla quale Tondelli lavora, con
In aprile si trasferisce da Milano a Bologna. Dopo un viaggio in Tunisia, alla fine dell'estate viene ricoverato all'ospedale di Reggio Emilia. Sceglie il silenzio rispetto alla malattia (AIDS). Incontra solo pochi amici e nel letto d'ospedale scrive solo brevi appunti rispetto ad un progetto letterario che gli sta a cuore e non riuscirà a realizzare, Sante messe: «Struttura delle «Messe». 1) Dodici come i segni zodiacali e i rispettivi angeli protettori. 2) Ventitré come le lettere dell'alfabeto angelico «scrittura degli angeli». Forse dieci testi». Rivede anche alcuni libri già editi, per arrivare ad un versione definitiva. Per Altri libertini appronta una revisione parziale del testo tesa a evidenziare errori e a modificare situazioni linguistiche (in particolare le bestemmie) all'interno dei racconti. Per Biglietti agli amici ipotizza nuovi destinatari e nuovi biglietti. Anche in questo caso il lavoro non viene ultimato. Si riavvicina alla religione cattolica. Muore il 16 dicembre 1991. Viene sepolto nel piccolo cimitero di Canolo, una piccola frazione di Correggio.
OPERE DI TONDELLI
ALTRI LIBERTINI
È il libro
d'esordio di Pier Vittorio Tondelli e si compone di sei racconti, anche se
l'autore ha preferito la definizione di 'romanzo a episodi'. Ciascun
racconto, pur costituendo una unità a sé, trova il suo compimento in una
unitarietà che ha 'come filo comune l'esperienza dei giovani degli
anni Settanta fra viaggi a Amsterdam e Londra, droga, lotte studentesche,
ricerca della propria identità, utopie di libertà'.
Relativamente alle letture che hanno influenzato le genesi di questi testi lo
scrittore ha affermato: Penso sia un libro che appartiene alla cosiddetta
letteratura 'emotiva' che si basa soprattutto sulla lettura di Céline, del primo Arbasino, di Baldwin e di tutta la letteratura dura e violenta: da
William Burroughs a Richard
Price e anche uno Selby, diciamo una specie di
narrativa drammatica che si basa molto sull'azione, sull'intrigo, sul
personaggio, quindi un libro tutto raccontabile che si può riassumere a
voce e che nella voce trova una sua dimensione di scrittura.
Altri libertini, pubblicato da Feltrinelli nel 1980, viene sequestrato dalle
autorità giudiziarie per il reato di oscenità venti giorni dopo
la sua sa in libreria, quando era già stata preparata la terza
edizione. Il processo viene celebrato a Mondovì
(Cuneo) nel 1981 e manda assolti con formula piena l'imputato e l'editore.Lo scrittore, negli ultimi mesi di vita, ha approntato una
revisione parziale del testo tesa a evidenziare errori e a modificare
situazioni linguistiche all'interno dei racconti.La
traduzione francese, col titolo Les Nouveaux Libertins, viene
pubblicata da Seuil nel 1987; quella tedesca, col
titolo Andere Freiheiten,
è edita da Rowohlt nel 1990.
Il titolo del secondo romanzo, pubblicato
da Feltrinelli nel 1982, gioca sulla sigla PAO che
sta per 'Picchetto Armato Ordinario' e già ne indica il
contenuto: la descrizione di quel 'rito di passaggio' che è la
caserma. È un tema ricorrente nell'opera di Pier Vittorio Tondelli:
parallelamente al libro aveva infatti scritto una serie di dieci episodi col
titolo Il diario del soldato Acci, pubblicati
settimanalmente dal 15 febbraio al 22 aprile 1981 su «Il Resto del Carlino» e
su «La Nazione». Queste narrazioni costituiscono una parte centrale del secondo
volume del progetto Un weekend postmoderno. Allo stesso argomento è
dedicata la quarta sezione ('Affari militari') del primo volume di Un
weekend postmoderno (1990). L'autore definisce il romanzo come la «storia di un
servizio militare 'diverso'» e come «il tentativo di fare un romanzo sentimentale
su un gruppo di giovani usando uno stile ritmico e rock, fatto di impennate
romantiche, di riflessioni, di improvvise accelerazioni». Pao
Pao è stato tradotto in Francia da Seuil nel
PROGETTO UNDER 25
Il progetto Under 25
viene varato nel 1985 e ottiene subito un grande successo a livello di
partecipazione. Al 31 dicembre di quell'anno, termine
fissato per partecipare al primo volume, alla redazione de Il lavoro editoriale,
la casa editrice che poi, con la sigla Transeuropa,
pubblicherà le tre antologie, giungono quattrocento testi, e già
nei primi mesi dell'86, un altro centinaio.
L'iniziativa trova anche in alcune
riviste ('Rockstar», «Reporter», «Fare Musica»,
«Annabella», «Linus») un punto privilegiato di
divulgazione: lo stesso Tondelli scrive per «Linus»
una serie di articoli, anche didattici, sulla necessità di scrivere,
raccolti e organizzati in Un weekend postmoderno. In questi scritti è
presente una definizione di «didattica della scrittura», intesa non solo come
esercizio, ma essenzialmente come possibilità di espressione e di
comunicazione.
I punti basilari di queste indicazioni
vanno ricondotti a tre centri d'interesse:
1) la scrittura come espressione del proprio
vissuto;
2) la riscrittura
come esercizio stilistico;
3) la lettura quale base per
l'arricchimento espressivo. È importante sottolineare che, nell'ottica
dello
scrittore, la
pubblicazione non è il fine della scrittura, bensì un incentivo o
un banco di prova. Diviene la verifica finale: la possibilità di
confrontarsi con la ina scritta, con il giudizio di un possibile lettore,
con i meccanismi della comunicazione. È l'atto finale, non il fine del
progetto.
L'invito posto da Tondelli ai ragazzi
è stato quello di sviluppare la propria creatività, attraverso lo
strumento letterario, senza aver la presunzione di volersi costruire scrittori;
infatti, sottolinea Tondelli, «il nostro scopo è, e rimane, quello di
far raccontare i giovani».
Un punto sempre sottolineato è
invece il fatto di non considerare un testo come assoluto: la scrittura
è un continuo esercizio soggetto a modifiche. In tal senso Tondelli
invitava: «Non abbiate paura di buttar via. Riscrivete ogni ina, finché
siete soddisfatti.. ½ accorgerete che ogni parola può essere sostituita
da un'altra. Allora, scegliendo, lavorando, riscrivendo, tagliando sarete
già in pieno romanzo». Il primo volume, Giovani Blues, esce nel maggio
1986 e presenta i racconti di Andrea Canobbio, Andrea
Lassandri, Roberto Pezzuto,
Giuliana Caso, Paola Sansone, Rory Cappelli,
Alessandra Bruschi, Giancarlo Visconvich, Claudio Camarca, Vittorio Cozzolino,
Gabriele Romagnoli. Il tema di fondo è individuato in «una condizione
giovanile contesa fra quotidianità e avventura, una condizione leggera o
al massimo agrodolce, mai disperata e tragica».
Il secondo volume, Belli & Perversi,
viene pubblicato nel dicembre 1987 e presenta i racconti di Andrea Mancinelli, Francesco Silbano,
Romolo Bulgaro, Giuseppe Borgia, Renato Menegat, Andrea Demarchi, Tonino Sennis.
Non c'è un tema preciso, ma certamente una maggiore attenzione «agli
aspetti letterari della proposta». Il terzo volume, Papergang,
viene pubblicato nel novembre 1990 e presenta i racconti di Silvia Ballestra, Guido Conti, Raffaella Venarucci,
Giuseppe Culicchia, Alessandro Comoglio
e Frediano Tavano, Ageliki Riganatou, Andrea Zanardo che
danno luogo «ad un volume diverso dai precedenti, senz'altro più
riflessivo». Per ciascun volume Tondelli ha scelto i testi, scritto le
presentazioni ai racconti, nonché una nota intesa come riflessione e verifica
rispetto alle intenzioni e alle evoluzioni reali del progetto
MOUSE TO MOUSE
Come il progetto
'Under 25', anche 'Mouse to
Mouse', una collana pubblicata da Mondadori nel
1988, si situa nell'attività di direzione editoriale, nella dimensione
del lettore 'autorevole'. Infatti aveva sottolineato: «Come lettore -
e Under 25 è, in ultima analisi, un lavoro di lettura, diciamo
così 'applicata' - l'entusiasmo è fondamentale». L'idea di
concretizza in una serie di volumi, caratterizzati da un marchio, disegnato
dall'artista Luis Frangella,
e con la dicitura «testi scelti da Pier Vittorio Tondelli», pubblicati
dall'editore Mondadori nella primavera del 1988.
Tondelli così l'aveva pensata: 'Mouse to
Mouse' è il nome di una 'serie' editoriale, non tanto di una
'collana' con caratteristiche letterarie ben precise. 'Mouse to Mouse' vuole invece esplorare quei territori
culturali non immediatamente riconducibili alla letteratura e alle sue pratiche,
luoghi non marginali, non emergenti nella società. Cerca quindi le
narrazioni nel mondo della moda, della pubblicità, delle arti
urative, dello spettacolo, del rock 'Mouse to
Mouse' privilegia i giovani autori e si offre come uno strumento agile
nelle mani degli esordienti di talento. 'Mouse to
Mouse' vuole narrazioni che esprimano i cambiamenti della società e
della scrittura. Vuol render conto di come il piacere della letteratura si
diffonda fra i giovani e gli emergenti. Di come la scrittura sia una pratica
vitale, per costoro, nel cercare la verità. I primi e unici titolo
pubblicati sono Fotomodella di Elisabetta Valentini e
Hotel Oasis di Gianni De Martino. La programmazione
stilata da Tondelli era ben più ampia e aveva previsto un volume di
Paolo Landi su snobismo e moda (poi uscito da Lupetti
& C. nel 1991, col titolo Lo snobismo di massa e con un'introduzione di
Tondelli).
E ancora, come annota lo scrittore
stesso: «Per il futuro, se l'accoglienza dei lettori e della critica si mostrerà
favorevole, si prevede l'esordio nel romanzo di alcuni ventenni già
selezionati per l'antologia Under 25. Inoltre una mouse-strenna natalizia con i
racconti esotici dello pittore Luigi Ontani montati alla Blake
(o, in po' alla Tolkien), naturalmente in senso
post-moderno)».
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