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PRATOLINI
Fiorentino, scrive molti romanzi sulla realtà fiorentina, in toscano (linguaggio delle classi popolari più basse). Ha una formazione da autodidatta per esigenze economiche. Appartiene a una famiglia operaia e si forma in maniera disordinata. Predilige Dante e gli autori del Realismo Francese, Machiavelli e altri. Manca in lui la formazione filologica, classica e classicistica. Nel '900 la ura del letterato cambia: anche Montale ha un'altra formazione, Svevo lo stesso. In questa formazione ha importanza anche l'aspetto politico, l'orientamento marxista di Pratolini. Egli scrive racconti e poi romanzi che insistono su alcune componenti: l'origine popolare di Pratolini influisce sulla narrativa stessa (l'individuo è sempre collocato nella realtà sociale > sicura coscienza di classe). Il mondo proletario ha diversi valori che si collocano comunque in una realtà di classe fondamentale. Ci sono tre categorie:
PRATOLINI E IL CINEMA - molti di suoi romanzi sono stati proposti nel cinema ("Cronache di poveri amanti", "Metello", "Cronaca familiare", "Le amiche"). Comunque Pratolini si occupò della sceneggiatura ("Paisà") e del soggetto ("Rocco e i suoi fratelli" di visconti, 1960, un film melodrammatico). Il rapporto tra narrativa e cinema è molto sentito da Pratolini: "Se un consiglio io posso dare a coloro che conoscono il libro è di vedere il film senza pensare al romanzo [ . ]". Film e romanzo sono il frutto di due personalità artistiche differenti con due linguaggi specifici diversi.
CRONACHE DI POVERI AMANTI (1947) - la vicenda è ambientata nel momento iniziale del regime fascista (1925-26). L'ambiente è quello di via del Corno. Con questo romanzo Pratolini si allontana da una dimensione più autobiografica presente nei primi romanzi. Egli propone gli eventi in maniera immediata, è in terza persona, il narratore è esterno. Nel quartiere si vive una dimensione fortemente collettiva. In questo ambiente si ha una sorta di vita fraterna con scontri e conflitti. Il narratore si permette di andare avanti o di tornare indietro. C'è una dimensione oggettiva e mimetica (diverso dai Malavoglia). Russo insiste sulla coralità dei Malavoglia e dice che tale coralità si ha anche in Pratolini. L'accostamento tra i due romanzi nella mancanza di un protagonista e nel linguaggio regredito. Ma c'è una differenza nell'impostazione ideologica: nei Malavoglia si ha un'ottica pessimistica e fatalistica e una sensazione di atemporalità e ciclicità; in Cronache di poveri amanti si ha invece un'ottica di speranza. C'è fiducia nella determinazione del mondo operaio (> marxismo e socialismo umanitario). Questa dimensione dell'eroismo della classe operaia si ha soprattutto nella "notte dell'apocalisse". I personaggi appartengono al popolo ma ci sono delle differenziazioni:
Bertoncini confronta
Pratolini mostra una notevole sensibilità politica. ci sono anche componenti cicliche (> epica) come gli epiteti. Si ha una temporalità storica e una temporalità più determinata. Nella "notte dell'apocalisse", Maciste e Ugo sono sulla sidecar e vanno ad avvertire i comni. Il sacrificio di Maciste lo rende un eroe. Maciste ha la dimensione dell'eroismo, ma non è uguale a quello mitologico. Maciste è l'epiteto di un personaggio mitico del fascismo, il Maciste cinematografico. Egli assume le caratteristiche di una SACRA RAPPRESENTAZIONE (linguaggio cristianizzante). C'è una solidarietà trasversale tra le classi.
METELLO (1955) - racconta la vicenda di un giovane operaio orfano che giunge a Firenze e cresce con amici in ambito politico (Betto, anarchico, ura paterna). Questo spostamento dalla camna alla città da l'idea di crescita del protagonista (> bidungsroman). Ci sono ure femminili materne da un punto di vista politico, morale e sessuale. C'è la crescita sul piano ideologico (grazie a Betto): Pratolini guarda all'anarchismo come un fenomeno da superare, ma non in senso negativo. La presenza di Betto è necessaria. Una coscienza civile matura si ha per Pratolini nel socialismo e nel sindacalismo (> sciopero nell'edilizia). Ci sono varie prove. È un'ottica un po' ingenua. Il romanzo dette adito a molte polemiche: Salinari apprezzò il romanzo e vide in esso il riscatto della classe operaia. Altri critici videro i limiti del romanzo nel manicheismo delle situazioni. Secondo Muscetta, Metello è fin troppo ingenuo e non può essere ritenuto emblema della classe operaia che si riscatta. Lukacs proponeva per una letteratura militante personaggi emblemi di una classe. Per Lukacs il personaggio deve essere depositario della classe sociale a cui appartiene. E secondo alcuni critici Metello non lo è. In questo romanzo si torna un po' indietro in senso stilistico. Ma il Neorealismo è un fenomeno più di costume che non letterario e per questo ha più importanza il contenuto.
OSSESSIONE (ripreso nel film "Il postino suona sempre due volte") - è una situazione melodrammatica.
Dopo questo film Visconti giunge a
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