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Progresso scientifico-tecnologico e risorse del pianeta: una sfida per il prossimo millennio.
La
seconda Rivoluzione Industriale ha interessato la seconda metà
dell'Ottocento introducendo nuove fonti energetiche (petrolio, energia
elettrica) che insieme alle innovazioni e ai progressi nei campi della medicina
e della scienza hanno dato il via ad un nuovo secolo di inevitabile sviluppo
economico e tecnologico. Agli inizi del Novecento, l'espansione coloniale era
un obiettivo comune a tutti gli Stati europei e le risorse di ogni territorio
conquistato cominciarono ad essere sfruttate in modo da ottenere il massimo
profitto economico. Le risorse naturali rappresentano dunque per
l'umanità (passata, presente, futura) il patrimonio su cui si fondano
tutte le sue attività: il capitale naturale che in parte va investito e
ridistribuito, in parte va tramandato intatto alle generazioni future per
garantire loro la sopravvivenza e lo sviluppo. Con l'affermazione degli Stati
Uniti d'america durante le due guerre si è delineato un quadro economico
generale a favore dei Paesi Occidentali.
Oggigiorno, circa un quinto della popolazione 'ricca' consuma quasi i
due terzi dell'energia mondiale, mentre un quinto, costituito dalla popolazione
'povera' ne utilizza appena il quattro per cento. Questa situazione
è dimostrata anche dal cosiddetto fenomeno della globalizzazione, che
apparentemente dovrebbe coinvolgere tutti gli stati, ma in realtà mette
in evidenza sempre più le grandi differenze fra 'Nord' e
'Sud' del mondo. Pertanto il sistema attuale ha prodotto gravi
squilibri nei consumi energetici e nel benessere sociale.
Lo sviluppo tecnologico e i progressi nella medicina e nell'igiene pubblica
hanno fatto sì che la popolazione aumentasse drasticamente e di
conseguenza cercasse nuovi beni e servizi ottenibili soltanto con un impiego
maggiore delle risorse energetiche. Tutto ciò sta producendo un effetto
combinato: da un lato la crescita demografica e la ricerca del benessere,
dall'altro il sovrasfruttamento delle risorse naturali e l'inquinamento. Come
potrà conciliarsi l'aumento della popolazione con l'aumento del consumo
delle risorse? I governi degli stati industrializzati hanno attuato nuove
politiche ambientali, attraverso l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili
(energia eolica, geotermica, solare), che dovrebbero almeno in parte
contribuire a produrre energia 'pulita'.
Da molti anni si parla anche di energia nucleare, ma i benefici non riescono a
compensare gli svantaggi costituiti dal difficile smaltimento delle scorie
radioattive e dalla sicurezza degli impianti, così molti stati, fra cui
l'Italia non hanno optato per il nucleare. In sintesi, per far sì che la
numerosissima popolazione che vivrà nei prossimi secoli abbia condizioni
di vita accettabili, occorre una corretta valutazione sia delle capacità
del nostro piccolo pianeta, sia dei costi da sostenere e delle risorse da
mobilitare.
Si tratta di valutare i limiti naturali a adeguare ad essi i ritmi di crescita
della popolazione e delle risorse economiche seguendo un modello di vita
più sobrio per raggiungere l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile.
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