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La parola progresso sembra racchiudere in sé forza, potere,
infallibilità. Accomna la vita quotidiana dell'uomo moderno. E'
fautore di ricchezza e agio. E' motore e spinte delle continue innovazioni che
contraddistinguono la quotidianità della civiltà del terzo
millennio.
Allo stesso tempo però è anche causa della distanza
insormontabile che divide i popoli che sono riusciti a cogliere i suoi maggiori
frutti da quelli che sono "rimasti indietro", E proprio questa distanza
amplifica il suo potere.
Il progresso fa sentire inviolabili e spinge a raggiungere livelli di
evoluzione sempre più elevati: è un processo inarrestabile che
assieme con i benefici, crea anche numerosi danni. Così, se da un lato,
attraverso le sue innovazioni scientifiche ha reso curabili molte malattie,
cancellandone addirittura alcune, da altri, ne ha create di nuove. Esso infatti
è il maggiore responsabile dell'insorgere di quei malanni imputabili al
maltrattamento dell'ambiente o al cosiddetto "stress" che contraddistingue la
vita degli artefici stessi del progresso.
Un altro esempio: l'energia atomica, se usata correttamente offre indiscutibili
vantaggi, ma attorno a questa parola aleggia un istintivo timore.
Inevitabilmente il pensiero corre alle conseguenze terribili del fungo atomico
di Hiroshima, alle contaminazioni causate dai guasti presso le centrali che la
producono e anche solo al timore che accomna la vita di coloro vi abitano
vicino (basti pensare alle scene di panico verificatesi recentemente in
Giappone dopo un guasto a una centrale nucleare, rivelatosi poi innocuo).
Così mentre il progresso ci chiede di produrre sempre più energia
per goderne i frutti, il timore di eventuali conseguenze negative ostacola la
produzione stessa.
Fatti discutibili accadono anche nel campo medico-scientifico, dove si tentano
esperimenti sempre più spinti e non sempre condivisibili, dove per
debellare le malattie attraverso i vaccini si è finito col creare
micidiali arsenali batteriologici, dove il prestigio personale spesso è
l'unica molla che fa compiere incredibili sperimentazioni.
In conclusione, si sta creando una situazione sempre più complessa in
cui le sofisticate tecnologie create dall'uomo beffano i loro creatori. E' come
se l'umanità si trovasse all'interno di un vortice che la spinge a
ricercare sempre maggiore lavoro, sempre maggiore energia, sempre maggiore
perfezione, sempre maggiori sforzi ed attenzioni, ma diventa sempre più
difficile un controllo cosciente e sicuro. Si determina quindi una stridente
situazione nella quale il progresso, il cui vero fine sarebbe quello di
annullare le frontiere servendo tutti, finisce con l'innalzare barriere
insormontabili.
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