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RECENSIONE DI UN LIBRO DI NARRATIVA
TITOLO: Il Piccolo Principe (Le Petit Prince)
AUTORE: Antonie de Saint-Exupéry
ANNO DELLA PRIMA PUBBLICAZIONE: 1943
CASA EDITRICE: Gallimard
Antonie de Saint-Exupéry nasce a Lione il 29 giugno 1900 in una famiglia aristocratica. Dopo aver ottenuto il brevetto di pilota nel 1921, comincia a lavorare per diverse comnie aeree e a scrivere. Tra i suoi primi libri: Corriere del Sud (1928) e Volo di notte (1931). Nel 1938, nel tentativo di stabilire il record di volo da New York alla Terra del Fuoco (sud America), il suo aereo si schianta al suolo poco dopo il decollo. Durante la convalescenza scrive Terra degli Uomini. Nel 1939 torna in Francia per partecipare al secondo conflitto mondiale, compie numerose imprese pericolose che narrerà in Pilota di guerra (1942). Nascosto a New York dopo l'occupazione tedesca, nel 1943 pubblica Lettere ad un ostaggio e Il Piccolo Principe. Riprende a volare con l'entrata in guerra degli Stati Uniti. Il 31 luglio 1944, partito dalla Corsica alla volta di Grenoble-Annency per una missione di ricognizione, se con il suo aereo e viene dato per disperso.
Attualmente è l'unico libro che ho letto di Saint-Exupéry, certamente il più famoso tra i suoi scritti. La prima lettura è durata circa quarantacinque minuti e mi è sembrato di leggere solamente una storiella, la seconda volta ho prestato più attenzione alle parole ed ai gesti dei due protagonisti ed ho scoperto il perché del suo successo! Il Piccolo Principe è una raccolta di pensieri sugli uomini trasformata in favola, infatti, ha due livelli di lettura: uno molto semplice, destinato ai bambini; l'altro, sicuramente più profondo, destinato agli adulti.
Questa fiaba può considerarsi uno scritto immortale nel suo genere. La sua destinazione così ampia, infatti, lo rende punto di attrazione per qualsiasi fascia d'età ed è un interessante pungolo alla riflessione fin dall'età scolare.
Il libro si apre sul ricordo dell'aviatore di quando a sei anni decide di abbandonare una delle sue più grandi passioni: il disegno, da quel momento inizia ad interessarsi di aerei. Dopo questa breve prefazione, comincia a raccontare dell'incontro con il Piccolo Principe, avvenuto per puro caso nel deserto, dove l'aviatore si trova a causa di un guasto all'aereo che pilotava; mentre tenta di ripararlo, sente una vocina alle sue spalle che gli chiede di disegnare una pecora: è il Piccolo Principe, proveniente dall'asteroide B612, in visita sulla Terra. Nel tempo necessario alla riparazione (alcuni giorni) l'aviatore e il principino diventano amici e il candore delle domande del bambino, sulla vita nel nostro pianeta, sul perché di alcuni atteggiamenti umani, lo convince di trovarsi davanti a un essere non comune.
I fatti sono in ordine cronologico, fatto salvo i racconti dei viaggi del Piccolo Principe sugli altri pianeti visitati. L'autore inserisce nella fiaba delle descrizioni, dei disegni e delle piccole riflessioni.
Il narratore principale è l'aviatore impersonato dallo scrittore stesso che ne rappresenta la persona e la vita ma per i racconti delle esperienze del piccolo principe si usa la terza persona. Condivido la scelta dell'autore per gli inserimenti nel racconto che danno profondità alla ura del principe. Il racconto è molto diretto, tanto da renderlo facilmente comprensibile e in molte sue parti anche divertente. Questa fiaba è indubbiamente di grande attrattiva soprattutto grazie a una chiave di duplice lettura a mio parere molto semplice.
Saint-Exupéry usa un linguaggio molto semplice e di facile interpretazione, anche perché, come già detto, il libro ha due livelli di lettura; i periodi sono molto brevi, basti pensare che il libro è di 105 ine e queste sono suddivise in ventisette moduli, con molti dialoghi tra i vari personaggi.
La parte più bella e commuovente è stata l'addomesticamento della volpe, il "rito" fatto dal piccolo principe per avvicinarsi, la nuova amicizia, l'addio del principino alla volpe perché doveva ripartire e la frase che essa gli regala: "si vede bene solo con il cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi".
I personaggi principali sono due: l'aviatore e il piccolo principe. L'unica cosa dell'aviatore che si riesce a capire dal libro è che da piccolo è stato scoraggiato a disegnare; il piccolo principe, invece, viene descritto come un bambino con dei riccioli biondi e vestito con un abito verde che vuole sempre una risposta alle molte domande che fa. Il suo modo di comportarsi e le sue riflessioni cambieranno la vita dell'autore. La sua vita, prima insignificante e superficiale, acquisterà un valore fondamentale e capirà l'importanza di tutto ciò che lo circonda.
Tutti gli altri personaggi sono persone ed animali che il piccolo principe racconta di aver incontrato durante i suoi viaggi e che sono sul suo pianeta: sulla Terra incontra la volpe che vuole essere addomesticata e il serpente velenoso che parla per enigmi; sugli altri piccoli pianeti (uno per ogni pianeta) conosce il Re senza corona né sudditi che desidera comandare, il Vanitoso perduto nell'inutile contemplazione di se stesso, l'Ubriacone che beve per dimenticare di essere un alcolizzato, l'Uomo d'affari che pensa di possedere tutte le stelle perché le cataloga, il Lampionaio ligio al suo dovere, il Geografo che gli consiglia di visitare la terra e sul suo asteroide c'è la Rosa, molto altezzosa, importante per il principe perché è la "sua" rosa.
L'ambiente in cui si svolge la fiaba è il deserto dell'Africa, dove l'aviatore si trova a causa di un guasto all'aereo e lì incontra il piccolo principe che gli descrive i suoi viaggi. Il luogo in cui si svolge il racconto è il deserto ma le azioni principali si svolgono sui vari pianeti, infatti la cosa fondamentale è capire le parole e le azioni del piccolo principe e delle persone che egli incontra, perché capendo quelle riusciamo a capire il senso del libro
Il tema principale del libro è la solitudine che ci accomna quasi sempre. Basti pensare al piccolo principe che pur di non stare solo fa amicizia con un fiore, un serpente oppure anche alla volpe che vuole essere addomesticata per non sentirsi più sola e per conoscere il significato della felicità; l'ottica è quella dei bambini che riescono a cogliere involontariamente la vera essenza della vita, perché ancora lontani dai problemi, dalle invidie e dalle diatribe che appartengono solo ai grandi. Lo scopo dell'autore vuole essere quello di rivalutare il loro mondo e quello dei grandi, ricordarci che tutti siamo stati bambini.
Consiglio questo libro a coloro a cui piace leggere qualsiasi genere letterario, soprattutto il genere fantasy e riflessivo.
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