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RELAZIONE OMERO, ILIADE di Enrico Martino
- Pubblicato il 16 settembre del 2004
- Casa editrice Feltrinelli
- Genere epico / di guerra
- Trama :
L'Iliade è la prima e fondamentale opera letteraria dei Greci, ed è il più antico poema dell'Occidente. L'Iliade narra l'assedio a una città e celebra una vittoria storica, infatti è la prima opera letteraria in cui è evidente la vittoria dell'Occidente sull'Oriente, in quanto i Greci distruggono la più bella e ricca città Orientale : Ilio.
L'Iliade narra la storia di un'armata eccezionale, per quei tempi che, dopo un viaggio avventuroso quasi senza speranze di ritorno, approda su un piccolo lembo di terra, proprio sotto le mura della città di Troia. Il mito vuole che la causa di tutto sia una donna dalla leggendaria bellezza : Elena moglie di Menelao re di Sparta, rapita per amore da Paride lio di Priamo, re di Troia. Per lei si scatena una lunga e sanguinosa guerra sotto le mura di Troia che durò dieci anni, di cui l'Iliade racconta però solo l'ultimo anno.
Tutto il romanzo ruota intorno alla ura di un personaggio : Achille lio di Peleo, re di Ftia, infatti il poema è un frammento della sua storia. Achille è presente nella parte iniziale e finale del libro come a voler indicare che lui è l'unico in grado di sciogliere quella grande matassa che è la guerra di Troia.
Baricco all'inizio del libro fa una scelta fondamentale, cioè togliere dall'opera l'intervento delle divinità, perché secondo lui la vicenda è molto "umana"; ciò imprime al libro una prospettiva diversa accentuata dalla fantastica idea di far raccontare i fatti dai protagonisti in prima persona per cercare di capire ciò che pensavano realmente in quei momenti. L'Iliade originale finisce con la morte di Ettore, perché oltre a essere un frammento della storia di Achille, il poema è anche una specie di canto d'amore dei due eroi verso la città di Troia : o per attaccarla o per difenderla; Baricco invece inserisce nella parte finale l'idea di Ulisse di usare il cavallo di legno per entrare nella città di Troia, questa parte della guerra è senza onore e senza gloria infatti Omero che cantava la potenza dei Greci non poteva inserire nella sua opera di esaltazione della guerra la conclusione senza orgoglio e gloria di una sanguinosa e terribile guerra.
In tutta la storia, Elena "la causa della guerra" non occupa una parte importante, ma è come la fatidica goccia che fa traboccare il vaso, cioè serve solo a scatenare una guerra prevista da molto tempo.
- Personaggi principali :
- Achille : il più forte tra gli Achei e lio di Peleo re di Ftia, si narra fosse di una bellezza splendente; è l'uomo che sconge Ettore sotto le mura di Troia, ed è il principale autore della vittoria degli Achei : il tempo in cui non lottò, per punire Agamennone che gli prese la sua schiava Briseide, i Troiani riuscirono a respingere quasi del tutto gli Achei. È anche capo dei Mirmidoni, un piccolo esercito composto da cinquanta uomini. Il suo carattere orgoglioso era l'unico difetto, che impose dure perdite agli Achei;
- Ettore : lio di Priamo, re di Ilio, il miglior protettore di Troia, marito di Andromaca, fratello di Paride; riesce a respingere gli Achei fino alle proprie nave fino a quando, uccidendo Patroclo, il più caro amico di Achille, non provoca il ritorno in guerra di questo ultimo e l'inizio della distruzione di Troia. Viene ucciso da Achille e il suo cadavere viene trascinato da un carro da Achille stesso, e dopo dieci giorni verrà recuperato dal padre Priamo che entrerà di nascosto nel campo Acheo;
- Patroclo : il più caro amico di Achille, è la causa del ritorno a combattere del Pelide, e di conseguenza della vittoria degli Achei; veste le armi del suo amico per cercare di ridare coraggio agli Achei, quando i Troiani, spinti da Ettore, arrivano fin sotto le mura dell'accampamento Acheo. Viene ucciso da Ettore che lo priva anche delle armi di Achille da lui indossate;
- Briseide : viene fatta schiava da Achille che se ne innamora perdutamente. Quando Agamennone, sotto richiesta dei principi Achei, deve ritornare Criseide, lia di un sacerdote di Apollo, al padre, per frenare l'ira del dio Briseide viene scelta da Agamennone per sostituire Criseide; Achille riceve questo episodio come un atto di sfida e per punirlo si rifiuta di tornare in battaglia, decidendo momentaneamente le sorti della battaglia a favore dei Troiani;
- Agamennone : a comando di tutti i principi Achei per distruggere Troia sotto richiesta del fratello Menelao perché Paride, fratello di Ettore, durante un trattato di pace nel palazzo di Menelao si innamora, ricambiato, di Elena, moglie di Menelao. È colui che provoca l'ira di Achille privandolo di Briseide, è la causa delle dure perdite dell'esercito Acheo che verrà salvato solamente da Achille;
- Andromaca : moglie di Ettore, prega più volte il marito di non andare in battaglia e di pensare a lei, che al mondo aveva solo lui, perché i fratelli e il padre erano stati uccisi a Tebe da Achille e non voleva perdere pure lui;
- Priamo : re di Ilio e padre di Ettore. Assiste a tutta la guerra senza un ruolo principale fino a quando non penetra nell'accampamento Acheo, esattamente nella tenda di Achille, per riprendersi, dopo dieci giorni, il cadavere del lio prediletto Ettore, per dargli il giusto saluto, prima di bruciarlo;
- Ulisse : il più astuto dei principi Achei e caro amico di Achille. È sua l'idea di costruire un cavallo di legno e darlo, con alcuni di loro all'interno, come dono ai Troiani fingendo il ritiro dell'esercito;
- Paride : fratello di Ettore e causa della guerra, durante un viaggio col fratello per stipulare un trattato di pace con il re Menelao si innamora della bellissima Elena, moglie del re, e la porta con se a Troia. Agamennone allora sotto richiesta del fratello intraprende la guerra con Troia per riavere Elena;
- Elena : moglie di Menelao e causa principale della guerra, si innamora di Paride e fugge con lui a Troia, viene inseguita dal marito con l'aiuto di Agamennone. Si dice fosse di una bellezza tale che tutti i re e i principi la volessero per se;
- Menelao : re di Sparta fratello di Agamennone e marito di Elena , che insegue con l'aiuto del fratello fin sotto le mura di Ilio per riaverla, viene ucciso da Ettore.
- I fatti si svolgono dentro e fuori le mura di Troia e nell'accampamento Acheo.
- Gli eventi narrati si svolgono intorno al VI secolo a.C.
- Situazione iniziale :
Tutto inizia con un viaggio a Sparta di Ettore e Paride per stipulare un trattato di pace con Menelao.
- Peripezia :
Paride si innamora, ricambiato, della bellissima Elena moglie del re Menelao e la porta con se a Troia. Menelao chiede l'aiuto del fratello Agamennone per riprendersi la sposa, Agamennone decide di aiutarlo e crea un immenso (per quei tempi) esercito che distruggerà Troia.
- Conclusione della vicenda :
Dopo dieci anni di guerra gli Achei riescono a scongere i Troiani e radono al suolo Ilio.
- Scopi più evidenti del libro :
Secondo me Alessandro Baricco riscrivendo l'Iliade vuole sopratutto, oltre che raccontare il poema in modo diverso, cercare di fare chiarezza sul significato della pace. Secondo lui infatti la guerra e la pace sono unite tra loro dal concetto di "bellezza". Infatti fino a quando si continuerà a pensare che un'armatura tutta quanta ricoperta d'oro e d'argento è bella, si esalterà la guerra. Sempre secondo Baricco per poter trovare la "pace" si dovrebbe trovare un nuovo concetto di "bellezza" e cerca di comunicarcelo attraverso un poema che in se è una esaltazione estrema della "bellezza" della guerra. La guerra ha sempre affascinato l'uomo perché la battaglia era il mezzo per conquistare onore e gloria e era qualcosa cha affascinava l'uomo ed era vista come un'esperienza bella da vivere per sfuggire alla mediocrità della vita "dell'uomo comune".
- Presentazione di tre personaggi :
- Achille : lio di Peleo, re di Ftia. Andò a combattere a Troia insieme a Patroclo, suo migliore amico e ai suoi cinquanta Mirmidoni. Tutta l'Iliade gira intorno alla sua ura di semidio, infatti era lio della dea Teti. La sua bellezza era legenda, lui non va a Ilio per salvare Elena, che molto probabilmente neanche conosce, ma per conquistare gloria e onore ed essere per sempre ricordato da tutti. Dopo la lite con Agamennone, che gli porta via Briseide la schiava di cui era innamorato, impiega molto tempo prima di tornare a combattere, ritorna in battaglia non più per gloria e onore ma per vendetta verso Ettore che uccide il suo più caro e amato amico, Patroclo. Accecato dall'ira pensa solo a uccidere chiunque gli sia a tiro fino a quando non incontra Ettore. Achille esce vittorioso da quel terribile duello e per vendetta buca le caviglie al suo acerrimo nemico, gli fa passare una corda e lo trascina da un carro. Solo l'ingresso di Priamo nel accampamento di Achille, dopo dieci giorni, commuove il Pelide che restituisce il corpo di Ettore al padre nonché re di Troia, che si umilia ai piedi di Achille per riavere il corpo dell'amato lio.
La ura di Achille, secondo me, durante tutta l'opera assume tre facce : la prima è l'Achille orgoglioso che pur di far are ad Agamennone l'oltraggio subito, non esita a lasciare la battaglia mettendo al repentaglio la vita di molti soldati Achei; la seconda faccia è quella dell'Achille furioso che accecato dal desiderio di vendetta non esita a distruggere e uccidere tutto e tutti pur di trovare Ettore, dopo averlo ucciso lo trascina ancora per far vedere la sua forza ma soprattutto la sua ira nei confronti di colui che ha ucciso il suo amico più amato; la terza è ultima faccia si presenta nella parte finale dell'opera quando Priamo si umilia commuovendo l'eroe, molto probabilmente Achille, in quel momento, vedendo il re che chiedeva il corpo del lio, si ricorda che anche lui ha un padre a Ftia che non potrà più rivedere, come gli dice la madre stessa in una visione, perché non farà più ritorno nella sua patria, credo che sia proprio questo, più che l'umiliazione del re Priamo, a commuovere Achille che spinto dalla nostalgia verso il padre acconsente che il re si ripigli il cadavere, ma anche propone al vecchio re un giorno di lutto per i funerali di Ettore.
- Ettore : lio di Priamo, re di Troia. Difese Ilio fino alla morte, a differenza di Achille che va a combattere per gloria e onore, Ettore non combatte per propria volontà ma per l'obbligo di difendere la sua amatissima città. È sposato con Andromaca, che lo prega fino all'ultimo di non andare a combattere perché sa che Achille è più forte, infatti il Pelide ha gia ucciso suo padre e i suoi fratelli, ma Ettore dopo aver spiegato le sue ragioni continua con la sua scelta, forse obbligata per dare coraggio ai Troiani, andando a combattere fin sotto le mura dell'accampamento Acheo. Proprio quando stava per avere la meglio commette il suo più grande errore : quello di uccidere Patroclo, migliore amico di Achille. È proprio questo l'evento che riporta in guerra il Pelide che per vendetta distrugge tutto e tutti ponendo una seria ipoteca sulla vittoria della guerra. Quando alla fine scova Ettore con addosso le sue armi l'odio lo acceca, e oltre a uccidere l'estremo difensore di Troia, lo umilia trascinandolo da un carro e non volendo ridare il corpo. Solo l'intervento di re Priamo convince il Pelide a ridare il corpo per i funerali.
Ettore, secondo me, rappresenta il guerriero "vero" perché a differenza di Achille non è lio di una dea, quindi non è un semidio come lo è il lio di Peleo ma semplicemente è un uomo normale che si rivela il miglior guerriero Troiano pur avendo paura di affrontare Achille. Ettore a differenza di Achille non lascia spazio a sentimenti come l'odio, la vendetta e l'orgoglio personale, ed ecco perché secondo me lui è un uomo "divino" perché pur essendo un mortale non prova quei sentimenti che anche gli dei provano, cioè lui è superiore persino agli dei pur non essendo immortale. Se non fossero stati i suoi comni a dirglielo lui mai avrebbe pensato di dire alla madre di fare un sacrifico per Atena, o se non glielo avesse detto la madre lui non avrebbe bevuto alla salute di Zeus, quindi, secondo me, lo si potrebbe definire un "credente non praticante" proprio per il fatto che lui crede agli dei ma fino a un certo punto e credo che sia proprio per questo che i suoi comni lo ritenevano il migliore.
- Ulisse : re di Itaca. Probabilmente più "umano" rispetto a Ettore e Achille ma sicuramente il più astuto e il più saggio, è un personaggio che cede alle tentazioni (come si vedrà nell'Odissea dalla Maga Circe) ma è proprio questo che lo rende, secondo me, il migliore tra i due eroi. Ulisse, spesso, preferisce usare l'ingegno al posto della forza bruta ed è questo che lo rende il più ascoltato sia da Agamennone che da Achille, infatti dopo che il Pelide ritorna in guerra, voleva andare subito a combattere contro i Troiani ma è Ulisse, chiamato pure Odisseo, che lo convince che l'esercito deve prima mangiare e riposarsi e poi avrebbe potuto attaccare i Troiani. Sempre di Ulisse è la fantastica idea di usare l'inganno per entrare a Troia e di usare il cavallo di legno, come dice lui: << dopo dieci anni questa guerra non si può vincere con la forza ma con l'astuzia >> anche Nestore dice che i giovani pensano alla guerra in modo sbagliato, credono che ci sia ancora la lealtà e l'orgoglio, lui capisce che in guerra si deve fare tutto il possibile per vincere senza guardare in faccia a nessuno con tutti i mezzi possibili. Dopo che viene costruito il cavallo di legno e Ulisse e altri comni ci entrano dentro, riescono a penetrare nella città, e durante la notte uccidono le guardie aprono il cancello all'esercito Acheo, che cogliendo nel sonno i Troiani fanno una carneficina di uomini, donne, vecchi e bambini. Troia viene conquistata senza onore e gloria, infrangendo gia una regola delle guerre antiche, che sosteneva il divieto di combattere di notte. Ulisse in effetti dopo dieci anni trascorsi in guerra vuole tornare in patria (cosa che non farà tanto presto) e tutto può essergli perdonato visto che ciò è per rivedere i propri cari e riabbracciare sua moglie e suo lio. Ulisse, per me, è l'emblema del soldato adatto ai nostri tempi, usa non solo la forza ma anche e soprattutto l'astuzia, invece per quei tempi in cui si sentiva ancora l'onore e la gloria e le guerre si vincevano con la forza e la violenza e non con l'astuzia credo che sia stato un po' "sprecato". Se ai giorni nostri avessimo tanti re Ulisse il mondo non sarebbe così, la pace forse potrebbe esserci perché si userebbe il cervello prima di fare qualcosa non come fanno oggi tanti capi di stato.
- Narrazione di un episodio particolarmente interessante :
L'episodio che mi ha colpito di più, non è un episodio molto interessante o molto divertente ma è l'ultimo modulo, nel quale Demodoco, un menestrello, narra la fine della guerra :
"Dopo dieci anni di guerra, Ulisse chiamò tutti i principi e disse loro che questa guerra non andava vinta con la forza ma con l'astuzia e propose loro il suo piano, cioè di costruire un dono per i Troiani con la scusa che loro tornassero sconfitti in patria e di far entrare dentro di esso cinque soldati che una volta giunto il buio avrebbero avuto il compito di uscire allo scoperto e aprire il cancello al resto dell'esercito che nel frattempo si sarebbe nascosto in mare. I principi accettarono l'idea e iniziarono la costruzione "del cavallo di legno". Una volta pronto, e con le navi nascoste lasciarono il cavallo, con dentro Ulisse e altri quattro comni, sulla spiaggia dove i Troiani vedendolo lo presero e iniziarono a festeggiare pensando che avessero vinto la guerra.
Giunta la notte con tutti i Troiani addormentati Ulisse e comni uscirono e, uccidendo i soldati di guardia al cancello, aprirono le inferriate del cancello e gli Achei poterono entrare in città, dove iniziò il massacro. Vennero uccisi in un lago di sangue tutti gli uomini e i vecchi, i bambini lanciati dalle torri e le donne violentate e fatte schiave. Così gli Achei abbatterono la città di Ilio.
Alla fine della storia un'ospite del castello in cui cantava il menestrello chiese tutti i particolari e il cantastorie chiese il perché di quelle domande, il re a quel punto disse all'ospite di presentarsi, l'ospite si tolse il mantello e disse : << io sono Ulisse re di Itaca>>."
- Temi affrontati nella parte conclusiva del libro :
Baricco nella parte conclusiva del libro esprime il suo parere sulle numerose guerre oggi in atto. Tratta di come secondo lui sia impossibile avere la pace se continuiamo a pensarla come la pensiamo ora, cioè se non cambiamo il nostro concetto di "bellezza", come gia scritto precedentemente, in pratica vuole cercare di fare il punto sulle situazioni oggi presenti, in particolare sulla guerra.
-Conclusioni personali :
Secondo me Alessandro Baricco ha scelto il momento più adatto per riscrivere la più grande ode alla bellezza della guerra. Il libro mi è piaciuto molto non per la storia che gia conoscevo, e che comunque è qualcosa di fantastico, ma soprattutto per il modo in cui lo ha scritto, cercando a ogni modulo di entrare nella testa di un personaggio, per cercare di carpire le sue emozioni e i suoi pensieri, intervenendo lui stesso quando il personaggio pensava qualcosa di diverso dal suo modo di fare. Una cosa che però mi ha stupito è la semplicità del testo, evidentemente scritto soprattutto per gli studenti, che rende la lettura molto scorrevole e piacevole.
Una cosa che invece non mi piace è stata l'idea di togliere l'intervento delle divinità, il che ha reso il libro un po' troppo vicino ai giorni nostri, anche se forse era questo il suo scopo, eliminando la possibilità per il lettore di fantasticare in un'altra dimensione, perché un libro dove accadono cose impossibili fa sempre un po' sognare e restare sorpresi da quelle cose, che pur sapendo non si possono fare, ti stupiscono. Poi eliminando l'intervento degli dei ha reso le parti in cui agivano un po' banali, come per esempio quando Ettore scappa intorno alle mura di Troia inseguito da Achille e il fratello lo incoraggia, ma poi scappa quando in realtà era un inganno fatto dagli dei per aiutare Achille; in questo come in molti altri casi Baricco è troppo banale.
Comunque in generale il libro mi è piaciuto molto soprattutto perché si possono carpire le emozioni dei personaggi.
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