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RIASSUNTO XIV° CAPITOLO DI "SENILITÀ"
Ormai Emilio aveva dimenticato la morte della sorella, ma il ricordo di ella e della sua inerzia gli rimaneva ancora molto presente. In quel periodo cercò di vivere in solitudine per quanto poteva; evitò persino il Balli. Un giorno andò a trovare la signora Elena, l'unica che poteva fargli ricordare la morte di Amalia e le raccontò di essere stato al cimitero quel giorno. Mentre la donna gli raccontava di Giovanna, la sua serva, al Brentani gli venne in mente un dubbio: "Angiolina esiste forse solo acciocché io viva . ". La signora Elena però gli aveva dato un po' di speranza, soprattutto quella di rinnovare la sua misera vita. Così aveva tentato di nuovo l'arte, ma senza successo; aveva cercato di avvicinare delle donne, ma lui diceva di amare solo Angiolina. Un giorno il Sorniani gli raccontò che la giovane era fuggita con un cassiere infedele di una Banca e questa per lui fu una sorpresa dolorosissima. Così andò dalla madre di Angiolina e iniziò ad accusare lei e la lia tanto che la vecchia si mise a piangere. Fu per lungo tempo molto infelice, ma alla fine quel vuoto finì per l'essere colmato: iniziò ad avere più cura di se stesso. Ormai la ura di Angiolina divenne per lui un simbolo: aveva fuso la sua bellezza con le qualità della sorella.
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