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Rapporto genitori e li
È un'amara sorpresa, per molti genitori, scoprire che i propri li, giunti alla soglia dei tredici-quattordici anni, si trasformano rapidamente, assumendo una nuova personalità più complessa, che essi non sanno penetrare e di fronte alla quale provano un senso di smarrimento. Abituati a confrontarsi con bambini di cui conoscevano alla perfezione esigenze e sentimenti, si accorgono ora di essere esclusi dalla segreta confidenza di questi adolescenti.
A questa fase della maturazione dell'individuo, corrispondono due tipi di rapporto con i genitori che impedisce, anche per colpa dei li, il dialogo.
Il primo atteggiamento è quello dei molti genitori che nel disperato tentativo di tornare ad essere il punto di riferimento di quelle che, ai loro occhi, sono ancora creature bisognose di guida, assumono un atteggiamento di ostentata amicizia nei confronti dei propri li. Tale atteggiamento, è stato provato da un'indagine della fondazione Exodus di Don Mazzi, non è apprezzato, ma anzi viene condannato dalla maggior parte dei ragazzi.
L'adolescente, infatti, non accetta il genitore che invade la sua privacy eccedendo nella presenza o che tenta a tutti i costi di piacergli come amico, dimenticandosi il suo ruolo principale che è quello del genitore.
L'altro atteggiamento emerso dall'indagine dell'Exodus è quello, inverso, distacco tra genitori e li.
Molti ragazzi, infatti, sostengono che gli adulti pensano troppo a loro stessi, comunicano poco e non capiscono le loro necessità. In questo caso il dialogo, se così si può chiamare, è quasi unilaterale e spesso verte su argomenti che non interessano un granché al ragazzo (come ad esempio le spese della casa, i soldi, il lavoro e la giornata dei genitori).
Un altro problema del dialogo tra genitori e li che fuoriesce dall'indagine è che i li hanno sempre più bisogno
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