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Recensione dello spettacolo "Vaccaria" di Beolco Ruzante
Il Beolco detto Ruzante è l'autore dell'opera Vaccaria. La sua produzione è molto ampia e importante per la sua originalità e per l'anticonformismo delle sue scelte linguistiche.
Dopo la sua morte, le sue opere inizialmente vennero apprezzate ed ebbero una rapida diffusione, testimoniata anche dalle numerose ristampe.
In seguito,a partire dalla metà del Seicento, Ruzante e la sua produzione vennero completamente dimenticati. Soltanto nella seconda metà del novecento, grazie al lavoro di alcuni studiosi, i testi del Ruzante vennero riletti nella loro interezza e autenticità linguistica, più volte riproposti da comnie d'avanguardia in nuovi allestimenti.
La sua
produzione può essere divisa in due periodi: il primo è
caratterizzato dalle opere come
La scena fondamentale di questa opera è una cittadina dove si alternano scene d'amore, testimoniate dalla presenza della casa dei piaceri,e scene di sotterfugi e ricchezze. Un giovane ragazzo di nome Flavio è innamorato della lia della proprietaria del bordello, che per dare in sposa la giovane ha richiesto una grossa somma di denaro. Nonostante Flavio venga da una nobile famiglia, non possiede il denaro necessario per sposare Fiorinetta, destinata a un ricco proprietario terriero di nome Polidoro. Qui entrano in campo i servi Truffo e Vezzo che attraverso sotterfugi, inganni e travestimenti riusciranno a far sposare i due giovani follemente innamorati.
Il Ruzante riprende questa opera da Plauto,autore latino di teatro comico del III secolo a.C.
I temi che ricorrono in entrambe le opere sono la presenza di servi scapestrati e truffatori, come Truffo e Vezzo. Essi sono essenziali sulla scena perché è grazie a loro che si crea tutto l'intreccio. Possiamo notare le cortigiane come donne di piacere avide di denaro, vedi Cèlega, "la finta" madre di Fiorinetta nonché proprietaria del bordello ed amori ostacolati che alla fine si realizzano felicemente, come l'amore tra Flavio e Fiorinetta.
La scelta coraggiosa di Ruzante di utilizzare il confronto tra la lingua classica, il Fiorentino, e il dialetto, in questo caso pavano, è anche una scelta effettuata da Plauto che decise di inserire nelle sue opere espressioni popolari e volgari. Inoltre entrambi gli autori hanno scelto di valorizzare il lato comico dei personaggi in ogni singola scena.
Invece esistono delle differenze tra i due autori: Mentre Plauto scelse di creare una commedia rapida, impetuosa, legata all'immediatezza della battuta,e di creare dei personaggi esagerati e gonfiati fino alla caricatura, il Ruzante decide di aumentare gli interlocutori nelle scene, allungare le azioni rendendo cosi la commedia più equilibrata e più organica. Si è occupato di curare in modo particolare i dialoghi, le espressioni, le scene conferendo all'insieme un ritmo più equilibrato, e lasciando così più spazio allo studio del dialetto e dei personaggi, a volte molto complessi agli occhi dello spettatore.
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