SAGGIO
BREVE:
ITALIA:
DA PAESE DI EMIGRANTI A PAESE DI IMMIGRATI
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Fino ad un
secolo fa, l'Italia era soggetta a continue
emigrazioni, specialmente nel Mezzogiorno. Come scrive Ciccotti
ne "L'emigrazione", pubblicata nel 1911, "Tra i
fenomeni particolari che presenta l'Italia del Mezzogiorno nessuno è
forse più significativo della sua emigrazione. Da oltre un
trentennio, prima in misura limitata, poi in proporzioni sempre più
vaste ed in maniera persistente, è incominciata e si è
diffusa ed affermata una corrente migratoria, un vero esodo verso i paesi
più lontani1". L'emigrazione era dovuta
al fatto che il suolo italiano era caratterizzato da una scarsa
produttività e inoltre i sistemi utilizzati per la coltivazione
erano molto arretrati. I sistemi amministrativi non cercarono neanche di
migliorare la situazione, anche perché continuarono ad esistere abusando
con vecchie regole di tipo feudale; tutta questa serie di fattori
portò la popolazione soprattutto dell'Italia meridionale, ad un
altissimo livello di povertà, dal quale si poteva uscire solo
attraverso la fuga, ossia l'emigrazione: "A spingere verso l'ignoto avevano
concorso, insieme, la scarsa produttività del suolo rincrudita da
sistemi arretrati di coltura, dall'ignoranza e dalle ricorrenti crisi
agrarie; i sistemi tributari, gravi pel peso ed
esosi per le forme di percezione; gli intollerabili sistemi amministrativi,
ancora più viziati nella pratica di ambienti ancora compenetrati di
usi ed abusi feudali2." La maggior parte dell'emigrazione si
concentrava in America, specialmente a New York, che venne
così denominata capitale dei contadini di Lucania,
come scrisse C. Levi nel 1945: "Non Roma o Napoli, ma
New York sarebbe la vera capitale dei contadini di Lucania,
se mai questi uomini senza Stato potessero averne una" 3. Ma cosa può essere per quei poveri "cercasperanza" l'emigrazione? Loro partono con il sogno
di guadagnare molti soldi per poi tornare in Italia e vivere felici in
mezzo ai loro cari. Ma per alcuni questo, appunto,
non è altro che un sogno. Molti vanno in America, si adattano ai
nuovi usi e costumi, si trovano bene e rimangono in America, facendo
nascere dei li che potranno dire di essere americani
al 100%. Altri invece partiranno, riusciranno a mettere da
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NOTE:
A. Cicciotti, l'Emigrazione, in "la voce", n°11, 1911
Ibidem
C.
Levi, Cristo si è fermato ad Eboli, Einaudi editore, Torino, 1945
Ibidem
M.
Napoli, Questioni di diritto del lavoro, Giappichelli
Editore, Torino, 1996
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Destinazione: Sezione
culturale del giornalino del liceo
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