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SAUL
Vittorio Alfieri
UNITA' ARISTOTELICHE:
D'azione: nel Saul
Alfieri si impegna nell'utilizzare un argomento che abbia uno sviluppo
unitario, che si riferisca ad un unico avvenimento. Il tema centrale è
infatti la follia di Saul: il re guarda con amarezza
allo scarto tra il suo glorioso passato di giovane coraggioso e il suo
squallido presente di vecchio e folle monarca. Il declino della sua potenza
bellica, la consapevolezza dell'ormai assente aiuto di Dio, la vecchiaia alle
porte sono per Saul un peso troppo forte e sarà questo peso che lo
farà impazzire trascinandolo in un turbine di follia che risulta
evidente nei suoi rapporti con David. Il suo obiettivo è quello di
riacquistare la grandezza perduta, stroncare qualsiasi cospirazione e mantenere
il potere a qualunque costo.
Di tempo: Alfieri riesce a condensare lo sviluppo della
tragedia nell'arco delle ventiquattro ore, rispettando così il canone
aristotelico. Nell'atto I (scena II, vv.
182-l84), attraverso un dialogo tra David e Gionata, si viene a sapere che
è quasi l'alba: David " . entrar non debbo la, fin che albeggi . " Gionata "
e fra le piume aspetta fors'ella il giorno?". Alla conclusione della
tragedia, invece, è Micol a informare che il sole sta tornando a sorgere
mentre si ricomincia a guerreggiare: " . che fia? La pugna anzi al tornar del
giorno, non l'intimò Saul . " (Atto V, scena II, vv. 110-l11). La vicenda
si sviluppa quindi dall'alba all'aurora successiva.
Di luogo:
Anche in questo caso l'autore rispetta il canone aristotelico, limitando
l'intero svolgersi della vicenda a Gerusalemme, tra il palazzo del re e il
campo di battaglia.
CARATTERIZZAZIONE DELL'EROE:
Saul In Saul c'è uno smisurato desiderio di
affermazione personale, di indipendenza nel giudizio, nelle scelte, negli
affetti, una volontà di primeggiare senza compromessi e mediazioni. Ma
d'altra parte, si sono affermati in lui il bisogno di essere rassicurato, il
desiderio di amare e di essere riamato, il riconoscimento del valore altrui. Le
due serie di spinte interiori sono inconciliabili, e ciò che dà
soddisfazione ai bisogni di sicurezza, di affetto e di fiducia in altri diviene
bersaglio della vendetta distruttiva espressa dalla volontà di potenza.
David, amato e odiato nello stesso tempo con forza irrazionale, incarna l'oggetto
esemplare di questa ambivalenza psicologica. Il tentativo estremo di
riaffermare se stesso, vede Saul, allontanare da sé David e sfidare la sorte e
la volontà di Dio da solo contro tutti, come intendendo dimostrare di
poter vincere anche senza David. Il titanismo di Saul appare intensamente
problematico. L'attenzione è tutta centrata sulla personalità del
protagonista, così che tutti gli altri e la stessa volontà di Dio
possono essere letti come funzioni della psicologia di Saul; ma d'altra parte
questi non appare dotato di un carattere unitario e magnanimo. Nel Saul lo
scontro vive tutto all'interno della psiche del protagonista.
Peripeteia:
I momento fondamentali della tragedia sono tre e si trovano nell'atto II, nel
IV e nel V.
Nell'atto II, dopo aver cercato di comprendere le ragioni della propria follia, dopo aver cercato un ultimo appiglio, cede e si abbandona tra le braccia di David, rinuncia alla sua ricerca(Atto II, scena III, vv332-339).
"Il giorno,
sì, di letizia e di vittoria, è questo.
Te duce voglio oggi alla pugna: il soffra
Abner; ch'io 'l vo'. Gara tra voi non altra,
che in più nemici sterminare, insorga.
Gionata, al fianco al tuo fratel d'amore
Combatterai: mallevador mi è David
Della tua vita; e della sua tu il sei".
Nell'atto IV, la regalità di Saul tenta di prendere il sopravvento e innalzarsi su uomini e cose; egli si illude di riconquistare sé stesso attraverso sangue e ferocia: si distacca da tutti gli uomini. Ma già nella conclusione dell'atto, Saul riesce a concepire quanto sia misero il suo stato e non può fare nulla per non ricadere nella follia, tremando(Atto IV, scena VII, vv. 303-304).
"Sol, con me stesso, io sto. -Di me soltanto,
(misero re!) di me solo io non tremo."
Nell'atto V si trova un nuovo risollevarsi di Saul, che diviene cosciente di sé stesso, con una nuova regalità. Quando anche Micol è stata da lui allontanata a forza, nulla può impedire a Saul di morire sa re, a testa alta tra tutti(Atto V, scena V, vv, 224-225).
"Empia Filiste,
me troverai, ma almen da re, qui . morto".
METATEATRALITA':
Non si riscontrano particolari fenomeni di metateatralità.
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