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SCHEDA DI LETTURA
Autore Daniel Defoe (1660-l731)
Titolo: Robinson Crusoe
Luogo e data di edizione Aprile 1719,Londra
Narratore: Il narratore del romanzo è interno. Infatti le vicende sono narrate dallo stesso Robinson Crusoe, ormai vecchio, che racconta la propria vita, intervenendo con i suoi commenti e giudizi. Talvolta si adotta lo stile del diario.
Trama dell'opera: Si narra la storia di Robinson Crusoe, di famiglia borghese benestante, che rifiuta i consigli del padre, il quale lo invita a cercare una vita tranquilla, e, seguendo la sua più grande passione, decide di viaggiare per il mare. I primi viaggi di Robinson sembrano quasi degli avvertimenti: infatti per poco non perde la vita in una tempesta e viene ridotto in schiavitù per più di due anni. Durante la sua prigionia conosce Xury, un ragazzo che diventerà poi suo fedele servitore. Dopo essere riuscito ad ottenere la libertà, vende Xury ad un capitano nei confronti del quale è debitore, e si stabilisce in Brasile, dove acquista una piantagione di tabacco. Ma anche questa non è la vita adatta a Robinson. In seguito decide di rimettersi in mare, ma a causa di una tempesta, finisce naufrago su un'isola deserta. Tutti i suoi comni muoiono affogati.
Robinson riesce a sopravvivere per ben ventotto anni, grazie al suo ingegno. Prima salva tutti gli oggetti utili dalla nave, ancora non affondata, poi comincia a costruire utensili,ad addomesticare animali, a coltivare il terreno. L'unica sua comnia è, per molti anni, una Bibbia recuperata dalla nave,grazie alla quale si rende conto che il suo naufragio altro non è che una conseguenza della sua imprudenza.
Robinson scopre anche che l'isola non è del tutto deserta, ma dei selvaggi vi si recano a volte per compiere dei riti cannibalistici. Durante uno di questi, Robinson salva un giovane selvaggio che doveva essere ucciso ed egli in cambio promette di essergli fedele per tutta la vita. Robinson chiama il selvaggio Venerdì, poichè l'aveva salvato appunto in un venerdì.
Alla fine, un capitano spodestato da un ammutinamento dei marinai e due di essi vengono abbandonati sull'isola.
Robinson e Venerdì, che intanto si era convertito al Cristianesimo, aiutano il capitano a riavere la sua nave, chiedendo però di essere portati in Inghilterra.
Dopo un lungo viaggio, Robinson riesce ad arrivare nella sua città, dove scopre che i suoi genitori sono morti. Decide allora di tornare in Brasile, dove la sua piantagione era diventata ricca e prospera. Vende la sua parte di terreno e torna in Inghilterra. Qui trova il matrimonio e una famiglia, ma nonostante questo, alla fine, decide di rimettersi in viaggio sulla nave del nipote.
Fabula-Intreccio: Nel romanzo sono presenti frequenti anticipazioni ed alcune analessi. In più di un punto il narratore elenca i fatti sommariamente e poi analizza, talvolta anche schematicamente, riprendendo la narrazione da un passo precedente.
Tempo della storia: Circa trent'anni della vita di Robinson Crusoe. Seconda metà del 1600.
Tempo della narrazione: Il tempo della narrazione è segnato con una datazione rigorosa. Infatti frequenti sono le date e a volte anche significative. Per esempio il 1° settembre è la data della sua partenza dalla sua città natale e di quella successiva dal Brasile che lo conduce poi al naufragio, il 30 settembre, giorno della sua nascita è anche quello in cui approda naufrago nell'isola. Robinson stesso nota questa strana ricorrenza nelle date degli avvenimenti importanti della sua vita. Sono presenti sommari ed ellissi. Le digressioni sono poco frequenti,perchè tutta la storia è vista con gli occhi del protagonista, e raramente si allontana dalla sua ura. Non ci sono marche temporali valide in riferimento al testo. Il protagonista tiene il conto dei giorni facendo delle tacche sulla sua capanna che fungono da calendario.
Spazio: Anche la datazione dello spazio è estremamente particolareggiata. Sono citate numerose cittadine inglesi (Winterton Ness, Hull, Yarmouth), la Guinea, il Brasile, il Marocco. Di alcuni luoghi sono riportate addirittura le coordinate geografiche (commercio in Guinea: fra 15° latitudine nord e l'equatore, isola in cui Robinson fa naufragio: 9°22' a nord dell'equatore).
Può anche essere considerato uno spazio simbolico, cioè il luogo in cui l'uomo si trova ad affrontare la vita a mani nude, e può sopravvivere solo facendo appello a quell'istinto tipico del selvaggio, che giace in ognuno di noi.
Personaggi:
-Principali:
Robinson Crusoe. Protagonista del romanzo, Robinson è una ragazzo borghese nato a York nel 1632. E' un personaggio coraggioso e amante del rischio,desideroso di avventure, sognante ma estremamente imprudente, forse a causa della sua giovane età. Dopo il suo arrivo sull'isola, però, subisce una vera e propria evoluzione. Inizia ad utilizzare la sua intelligenza applicandola ai suoi bisogni, infatti acquista un valido senso pratico e riesce a sopravvivere in buone condizioni grazie al suo nuovo ingegno. Se prima piange stoltamente la sua condizione, poi ringrazia Dio per averlo salvato dal naufragio e riconosce che ciò che gli è capitato è solo la conseguenza delle sue azioni. Trova una profonda fede in Dio grazie ad una Bibbia ritrovata nella nave.
Il personaggio di Robinson diventa mitico: vestito di pelli di capra, riparato da un immenso cappello e da un ombrello fatto di foglie, un fucile in spalla, Robinson resiste all'angoscia, allo scoraggiamento, e , grazie alla sua pazienza e al suo lavoro ostinato, perviene ad una organizzazione perfetta della sua vita quotidiana e della sua sopravvivenza. Muratore, cacciatore, falegname, allevatore, coltivatore secondo la bisogna, giunge dopo mesi a costruirsi un alloggio, a nutrirsi, a vestirsi. E «addomestica» anche il «buon selvaggio» Venerdì che converte alla cultura occidentale
Alla fine del romanzo, però, prevalgono ancora una volta gli istinti giovanili e le passioni ardenti. Robinson, dopo essere riuscito a tornare in patria,a sposarsi e ad avere li, decide ancora una volta di tornare in mare, dimostrando di non essere cambiato e, probabilmente, di non aver imparato la lezione.
Venerdì. Venerdì è il selvaggio che Robinson salva dal rito di cannibalismo. Defoe lo descrive come un bel giovane, sui ventisei anni, di gradevole aspetto e di forme perfette. Ha membra forti e dritte,non troppo grosse. E' alto e ben fatto, ha una bella fisionomia, non un'espressione torva o feroce. I suoi capelli sono lunghi e neri, la fronte alta e spaziosa e gli occhi, vivaci, brillano d'intelligenza. Il colore della sua pelle non è nero, ma molto abbronzato. Ha il viso pieno e rotondo, il naso piccolo, non schiacciato, una bocca ben fatta, labbra sottili e denti regolari e bianchi. Per quanto riguarda la caratterizzazione interiore di Venerd', è molto diligente, leale, perspicace e soprattutto sempre pronto a difendere il proprio padrone anche a costo della propria vita. Ama Robinson come un padre, è sempre grato e premuroso, fedele, sincero e affezionato al suo padrone.
-Secondari:
Xury. E' un giovane moro che Robinson conosce durante la sua prigionia presso il capitano della nave corsara a Salè. Quando Robinson, ribellandosi, riesce a recuperare la sua libertà, Xury giura di essergli fedele per sempre. Lo accomna nel suo viaggio fino al Brasile, dimstrandosi a volte pauroso e a volte coraggioso, ma soprattutto leale e pronto a difenderlo con la vita, dandogli buoni consigli e facendogli comnia nei momenti difficili. Alla fine, Robinson vende Xury al capitano della nave portoghese che gli salva la vita, ma solo alla condizione che egli dopo dieci anni gli avrebbe ridato la libertà se si fosse fatto cristiano.
Genitori di Robinson. Si incontrano solo nei primi moduli. Il padre di Robinson, un tedesco di Brema stabilitosi poi a York, gli consiglia di condurre una vita il più possibile tranquilla, lontano sia dalle ambizioni dei ricchi, sia dalle preoccupazioni dei poveri. Naturalmente Robinson non lo ascolta e scappa di casa. Non c'è una vera è propria caratterizzazione di questi due personaggi. Si dice solo che il padre è un uomo anziano,saggio e grave, affetto dalla gotta.
Ritmo della narrazione: Il ritmo non è nè incalzante, nè eccessivamente lento. Infatti la narrazione presenta un susseguirsi di sequenze narrative e riflessive, con una preferenza comprensibile per quest'ultime, dato che il racconto copre un arco temporale piuttosto lungo. Molte volte, però, l'autore dice più volte le stesse cose, rallentando o addirittura bloccando la narrazione in alcuni punti.
Uso della lingua: Il romanzo è stato scritto nel Settecento e la lingua, sebbene tradotta e adattata, è spesso un po' arcaica per quanto riguarda la costruzione dei periodi e il lessico, anche se quest'ultimo è di registro medio. Sono presenti alcuni tecniciscmi relativi alla navigazione, soprattutto nella prima parte. Non sono presenti numerose ure retoriche, poichè la narrazione non è molto poetica, ma piuttosto facile da comprendere.
Valutazione personale: A mio parere il romanzo, anche se è una delle colonne portanti della storia della letteratura e la sua lettura è quasi 'obbligatoria', non è particolarmente interessante. Si può definire, però, complessivamente piacevole. Infatti sono presenti alcuni temi importanti, come quello del buon selvaggio, sviluppatosi proprio nel '700, soprattutto ad opera di J.J. Rosseau. In tutto il libro è riscontrabile una forte presenza dell'elemento religioso, dovuta probabilmente ad una buona formazione cristiana di Defoe.
Robinson a le conseguenze della sua stolta imprudenza, lui stesso dichiara il suo pentimento nel corso della narrazione.
L 'isola dove si svolgono le avventure del naufrago Robinson rappresenta tutti i problemi e le contraddizioni di quel mondo moderno che, agli inizi del XVIII secolo, si andava delineando nel confronto tra l'Europa e le nuove terre scoperte.
Citazione: «Una mattina che ero molto triste, aprii la Bibbia a queste parole: 'Io non ti lascerò e non ti abbandonerò mai'; subito pensai che quelle parole erano per me; perchè, altrimenti, mi sarebbero state rivolte in quel modo, proprio nel momento in cui mi affliggevo delle mie condizioni, come uno abbandonato da Dio e dagli uomini?'Ebbene', mi dissi, 'se Dio non mi abbandona, che male può farmi e che importa che tutto il mondo mi abbandoni, visto che, d'altra parte, se possedessi tutto il mondo e perdessi il favore e la grazia di Dio non ci sarebbe confronto nella perdita?'»
Commento: Ho scelto questa frase perchè testimonia la forza di Robinson nel trovare sempre il lato positivo delle situazioni, grazie all'aiuto di quel Dio, e anche soltanto alla speranza che esista. Nei suoi momenti difficili Robinson stringe a sè quelle parole, come se gli venissero sussurrate nell'orecchio, le adatta alla sua situazione, le trasforma in messaggi di Dio, che lo invita ad andare avanti, a non mollare, e a tirare fuori quella tenacia, con la quale può rimediare alle azioni imprudenti compiute in precedenza.
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