ePerTutti


Appunti, Tesina di, appunto italiano

SCHEDA DI LETTURA, Honoré de Balzac - Eugénie Grandet

ricerca 1
ricerca 2

SCHEDA DI LETTURA



Autore:
Honoré de Balzac (1799-l850)

Titolo: Eugénie Grandet

Luogo e data di edizione: -originale: Parigi, 1833



-italiana: Milano, 1950


Narratore: Il narratore è esterno,onnisciente, poichè conosce pensieri, sentimenti e tutte le principali caratteristiche di ogni personaggio. Inoltre conosce gli avvenimenti anticipatamente ai personaggi e non influisce in alcun modo sullo svolgersi dei fatti.

Il romanzo è a focalizzazione zero; qualche volta, però, il narratore interviene con i suoi commenti.


Trama dell'opera: Il romanzo comincia con un'efficacie 'presentazione' della cittadina di Saumur, dove Felix Grandet, ex bottaio, ha raggiunto con una serie di speculazioni, la ricchezza, e l'aumenta con un'atroce avarizia. Nella casa, spoglia, buia e triste, vive con una moglie debole e sottomessa, un'unica lia, Eugénie, di luminosa bellezza e di animo nobile e una fedele serva, Nanon.

Due famiglie, i Cruchot e i De Grassins, si contendono la ricca ereditiera. Durante il suo compleanno, arriva Charles, il lio di un fratello del vecchio Grandet che viveva a Parigi, suicidatosi in seguito ad un fallimento. Il ragazzo, pieno di abitudini lussuose e così diverso dagli uomini di provincia, fa subito innamorare Eugénie. Quando egli parte per le Indie per cercare fortuna, giurando di tornare ricco per sposarla, lei gli dona tutto il suo piccolo tesoro affidatole dal padre. Grandet, quando lo scopre, si arrabbia a tal punto con la lia, che la chiude in casa, costringendola ad una vera e proprio prigionia, e la perdona solo quando la madre è in punto di morte, anche per ragioni di interesse. Muore poi anche lui stesso a causa di una paralisi, raccomandando alla lia di tenere sempre di conto il denaro.

Charles ritorna, di nuovo ricco, ma ormai divenuto simile allo zio; non pensa più alla pallida ragazzina di provincia, di cui ignora la grande ricchezza e si lascia convincere ad un matrimonio d'interesse. Eugénie, sempre fedele al suo amore, a i debiti del padre di Charles, poi acconsente a sposare uno dei suoi vecchi pretendenti di Saumur. Vedova a trentasei anni, finisce la sua vita nella solitudine, riversando in beneficenza quanto più può dei suoi tesori.


Fabula-intreccio: La narrazione dei fatti segue più o meno l'ordine cronologico, a parte qualche rara analessi, come all'inizio del romanzo, quando si racconta la 'carriera' di Grandet. Non ci sono prolessi.


Tempo della storia: Circa ventisette anni della vita di Eugénie Grandet, collocati fra la fine del '700 e l'inizio dell'800.


Tempo della narrazione: Balzac fornisce le date precise dell'inizio e della fine della storia (1806-l833) e, in generale, tutta la datazione è molto rigorosa. Sono presenti frequenti digressioni, che spostano la scena su un paesaggio o un personaggio secondario. Le ellissi e i sommari sono presenti soprattutto nella seconda parte del romanzo, quando la narrazione è più veloce e meno dettagliata. Dall'autore non vengono nominate particolari marche temporali a cui fare riferimento, a parte qualche allusione alla Rivoluzione Francese, a Napoleone e alla Restaurazione.


Spazio: Le vicende sono ambientate principalmente a Saumur, piccola città nella camna francese. Lo spazio è indicativo perchè si vuole sottolineare la differenza tra le grandi città e la provincia. Viene nominata anche Parigi, città di Charles e del fratello di Grandet. Infine, un altro luogo importante per la vicenda sono le Indie, dove Charles si reca per fare soldi. Anche per quanto riguarda lo spazio, le informazioni date da Balzac sono molto precise. Vengono nominate alcune cittadine e regioni francesi come Touraine,l'Anjou, Angers, Blois, Froidfond, Nantes, Orleans, il Berry, la Loira. Per Balzac l'ambiente è molto importante, perciò descrive frequentemente luoghi e paesaggi.

Lo spazio non è simbolico, ma è una componente importante del messaggio, o dell'intento per il quale l'autore ha scritto il romanzo: la situazione delle persone nella provincia francese nell'800, alcune delle quali si sono arricchite facilmente e illegalmente, altre sono ancora soggoigate da una mentalità chiusa.

La casa di Grandet viene descritta come un edificio slavato, freddo e silenzioso, situato in cima alla città e circondato dalle rovine dei bastioni, costruito in tufo bianco, simile ad un carcere, attempato e mal curato.


Personaggi:

-Principali:

La loro presentazione è diretta, poiché è l' autore a fornirci tutti i tipi di descrizione esplicitamente.

Eugénie Grandet. Eugénie è una ragazza giovane e bella, ma la sua non è una bellezza che piace alle masse, è delicata e nobile. E' di corporatura robusta, ha la testa grande, il viso rotondo, la fronte mascolina, ma delicata, 'del Giove di Fidia', gli occhi grigi ma luminosi, le braccia arrossate, la pelle liscia e delicata, il naso un po' troppo accentuato, le labbra rosse, il seno pieno. Dal punto di vista psicologico, Eugénie è una ragazza sognatrice, sincera, un po' ingenua, desiderosa di affetto, devota, pudica, fedele, umile, sensibile e tutte queste caratteristiche, sommate al suo aspetto fisico, danno di lei un'immagine quasi angelica. Ha una grande forza di volontà, che la aiuta a superare molti dolori, come la partenza di Charles, la morte dei genitori ecc. Non è assolutamente una persona avara; dopo la morte del padre, riesce a mantenere la sua ricchezza, mostrandosi però allo stesso tempo caritatevole e generosa.


Felix Grandet. La descizione del vecchio Grandet è, a mio parere, una delle più interessanti. Fisicamente, è alto uno e sessantacinque, tozzo, quadrato, con dei polpacci di trentasei centimetri di circonferenza, rotule nodose e spalle larghe; la faccia è tonda, abbronzata, butterata; il mento è diritto, le labbra tutt'altro che marcate, i denti bianchi; gli occhi hanno un'espressione immobile e di fuoco; la fronte, solcata da rughe trasversali, non manca di protuberanze significative;i capelli sono giallastri e brizzolati. Sul naso, grosso in punta, c'è una verruca gonfia di venuzze. Le scarpe robuste sono allacciate con stringhe di cuoio; in qualsiasi stagione porta calze di lana tessuta, pantaloni corti di pesante stoffa marrone con fibbie d'argento, un gilet di velluto a righe color giallo e pulce, abbottonato fino al collo, un'ampia giubba marrone a falde larghe, una cravatta nera e un cappello. Dal punto di vista del carattere è avaro, egoista, audace, ambizioso, abile nel commercio, astuto, opportunista, talvolta malvagio, diffidente e vive soltanto per la cosa più importante secondo lui: il denaro. Tutte le azioni dell'uomo infatti, sono dettate dalla volontà di accumulare ricchezze. Come uomo, non è quindi difficile intendere che sia completamente vuoto d'animo, privo di sentimenti positivi anche per la sua povera e fedele moglie. È però importante notare come per Felix, la lia Eugénie assuma una particolare importanza: ai suoi occhi rappresenta la continuazione dell' "impero" Grandet, la garanzia che dopo la sua morte tutto il "ben di Dio" che ha futilmente accumulato nella sua vita non vada perso. Infatti Grandet, anche nel momento estremo della sua morte, immobile, costretto in un letto, con la vita che si sta lentamente consumando in lui, riesce ad essere attratto morbosamente dal crocifisso d'oro del parroco recatosi presso il suo giaciglio per l'estrema unzione. Dal modo di atteggiarsi, di muoversi e di parlare, si possono inoltre cogliere questi ed altri aspetti del suo carattere. Finge di essere balbuziente affinchè la persona con la quale sta parlando alla fine dica il pensiero di Grandet e non il proprio. In passato egli è stato un repubblicano e patriota e ha ricoperto più volte ruoli di prestigio nella sua città, guadagnandosi l'appellativo popolare di "Papà Grandet". Conduce una vita alquanto banale, terribilmente regolare e calcolata, molto diversa da quella degli altri borghesi come lui.

-Secondari:

Sono molti, perciò di loro non c'è una descizione dettagliata come dei protagonisti.

Madame Grandet. E' una donna magra e rinsecchita, gialla, goffa, impacciata. 'Ha le ossa grandi, il naso grande, la fronte grande, gli occhi grandi', i denti neri e radi, la bocca grinzosa e il mento a ciabatta. Il suo aspetto non molto piacevole è compensato dalla sua straordinaria bontà, la sua dolcezza angelica, la sua rassegnazione, la sua devozione, l'umore costante, la generosità. Non chiedeva mai nulla per sè, e non si ribellava mai agli atteggiamenti del marito.

Nanon: La governante di casa Grandet è chiamata 'grande Nanon' sia per le sue dimesioni (è infatti alta 1.84m), sia per il suo buon cuore e la fedeltà. E' stata salvata dalla miseria dal vecchio Grandet e da allora è sempre rimasta fedele e riconoscente al suo padrone. E' forte di fianchi, robusta di schiena, dotata di mani da carrettiere e di un'onesta solida, ha verruche sul viso, la carnagione color mattone, le braccia nerborute. Obbedisce ad ogni capriccio di Grandet e prova per lui un sincero attaccamento. In casa provvede a tutto e difende le proprietà del padrone come un cane da guardia.

Charles: Il ragazzo di cui Eugénie si innamora è descritto come un 'dandy': è un bel ventiduenne, alla moda, abituato al lusso di Parigi. I suoi vestiti sono eccessivamente ricercati. Quando si reca a casa di Grandet, porta le sue fantasiose collezioni di panciotti, colletti, cravatte, giubbe, biancheria. Caratterialmente è un po' infantile ed emotivo. La casa di Saumur e le caratteristiche dei suoi abitanti scandalizzano Charles, che credeva che lo zio abitasse in un grande palazzo. Il suo sincero affetto per il padre viene mostrato quando scopre che si è ucciso: si chiude nella sua stanza e piange per tutto il giorno e tutta la notte. Alla fine del romanzo, purtroppo, il personaggio subisce una trasformazione negativa. Viene cambiato dal denaro guadagnatosi nelle Indie, si scorda della ragazza dolce della quale si era innamorato e accetta di sposare una donna ricca solo per interesse.

Notaio Cruchot: Si occupa dei prestiti ad interesse che fa Grandet. Mostra apparentemente un gran rispetto per il vecchio, ma in realtà cerca soltanto di far sposare al proprio nipote la ricca ereditiera Eugénie.

Des Grassins: E' il banchiere più ricco di Saumur. Ex quartiermastro della guardia imperiale, gravemente ferito ad Austerlitz e ora in pensione, conserva i modi schietti del militare.

Presidente Cruchot-De Bonfons: E' il presidente di prima istanza di Saumur. Ha aggiunto al suo nome quello di Bonfons, e voleva che tutti lo chiamassero così. Ha trentatrè anni, è proprietario del fondo di Bonfons (Boni fontis), che gli da una rendita di settemila franchi, ha una capigliatura arruffata e la carnagione scura. Alla fine sposa Eugénie, ma muore otto giorni dopo la sua elezione a deputato di Saumur.

Abate Cruchot: Dignitario del modulo di Saint-Martin di Tours, uomo molto ricco.

Madame Des Grassins: E' una donna vivace, paffuta, 'bianca e rosa', elegante, bella e giovanile. Si veste bene, facendo venire da Parigi gli abiti.

Adolphe De Grassins: E' biondo, pallido ed esile, di modi abbastanza cortesi, timido in apparenza.


Ritmo della narrazione: Nel romanzo la narrazione procede con un'estrema lentezza, poiché "appesantita" da riflessioni, commenti, descrizioni, digressioni.

Prime fra tutte ci sono le sequenze descrittive, numerose, onnipresenti e dettagliatissime; seconde sono le narrative, terze le riflessive.

Complessivamente possiamo dire che nella prima parte il ritmo è molto lento, mentre alla fine si velocizza grazie alle ellissi e ai sommari.


Uso della lingua: Il registro linguistico usato dall'autore è piuttosto formale. Il lessico non presenta termini di particolare complessità, anche se non mancano alcune citazioni latine sparse per il racconto e alcuni tecnicismi relativi all'ambito economico e finanziario. Sono presenti alcune ure retoriche, soprattutto metafore e similitudini.


Valutazione personale: In questo romanzo, considerato insieme a 'Papà Goriot' il suo capolavoro, l'autore ha rappresentato fedelmente la realtà sociale a lui contemporanea. Con l'utilizzo di particolari tecniche narrative è riuscito a darci immagini nitide, chiare e vivaci sulle abitudini e le condizioni di vita della provincia francese trasmettendoci sensazioni talmente realistiche che il lettore si sente parte

del racconto, coinvolto nei fatti e si identifica con i personaggi. Come non partecipare al dolore di Eugénie o di madame Grandet? Balzac sottolinea notevolmente il fatto che non sono i soldi a fare la felicità ma che essi, molto spesso, rendono avari e completamente insensibili a quanto di più importante c'è nella vita: l'amore, l'amicizia, l'onestà, la giustizia, la libertà. Nello stesso momento è presente nel romanzo una storia d'amore, alla fine rovinata a causa dell'eccessivo potere del padre nella famiglia ottocentesca e dell'egoismo. Balzac, a mio parere, ha abbondantemente criticato, tra le righe, questo strapotere della ura paterna di Grandet. Per questo motivo e per tanti altri elementi, non c'è dubbio che Balzac abbia scritto questo romanzo per sferrare pesanti attacchi ad una società che voleva nascondere molti problemi sociali che affliggevano molte altre famiglie come i Grandet ed apparire perfetta e inattaccabile. A volte l'autore ci fornisce dettagli apparentemente inutili, esasperati, ma che servono a rendere tutta la tragedia della famiglia più reale e ad inserire il lettore nella mentalità delle persone di quell'epoca.


Citazione: «Ci sono donne che, abbandonate, corrono a strappare l'amante dalle braccia della rivale, uccidono questa e fuggono in capo al mondo, finiscono sul patibolo e nella tomba. Bello, non c'è dubbio: il movente di un delitto del genere è una passione sublime di fronte alla quale la giustizia umana tace. Altre chinano il capo e soffrono in silenzio: con la morte nel cuore, rassegnate, piangono, pregano e ricordano fino all'ultimo respiro. E questo è amore, amore vero, amore angelico, amore che vive e muore del suo dolore»


Commento: Ho scelto questa frase perchè riassume la personalità della protagonista che si rivela nella sua reazione alla lettera in cui Charles le dice che sposerà un'altra donna. Eugénie, invece di dare libero sfogo alla propria rabbia e al proprio dolore, ostenta tutta la sua sopportazione di donna di provincia, e cela dentro di sè quel sentimento, che se appartenesse a qualcun altro, porterebbe addirittura ad uccidere. Nella risposta al cugino, non dice niente di quello che prova, ma che augura tutto il bene possibile a Charles e che sarà sempre un'amica per lui.  Ed è questo il vero amore, saper lasciar libero l'oggetto del proprio amore, volere per lui la felicità, anche se lo porta lontano da noi stessi. Non si deve scambiare l'amore con l'egoismo. Bisogna avere il coraggio di farsi da parte e di rimettersi nell'ombra. In fondo, qual è il guadagno che deriva dall'illudersi di un amore non ricambiato?

















Privacy

© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta