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SCHEDA LIBRO
A) IL LIVELLO DELLA STORIA
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La storia si articola intorno all'amicizia tra Narciso e Boccadoro; questa si svolge in una quarantina d'anni, da quando Boccadoro entra nel convento a quando muore nello stesso luogo, che non aveva mai dimenticato, dopo aver vagabondato per anni. Non ci sono riferimenti temporali precisi, e la narrazione scorre attraverso le esperienze e i cambiamenti di Boccadoro.
La vicenda è ambientata in Germania nell'alto Medioevo; l'amicizia tra Narciso e Boccadoro nasce e finisce, con la morte di quest'ultimo, in un convento, la struttura più importante della società e della cultura medievale. Durante il romanzo il "vagabondaggio" di Boccadoro lo porta a girare molti luoghi e ad incontrare persone di ogni tipo.
Riassunto.
Tutta la storia ha inizio nel convento di Maribronn, quando, una mattina, un distinto signore, introduce il lioletto alla carriera monastica. Questi era Boccadoro, uno splendido ragazzino dagli occhi azzurri, molto gentile e affezionato. Subito fu ammagliato da due persone: Narciso e l'abate Daniele. Divenne subito molto amico di tutti, ma specialmente di Narciso, il giovane insegnante che tanto lo intrigava. Tutto sembrava facile, ma una notte, spinto da alcuni comni, uscì dal convento con essi per incontrarsi con delle ragazze. Da quella notte tutto cambiò. Il suo animo era ossessionato dal pensiero di quella ragazza che gli aveva sorriso e lo stava aspettando fuori dalla vita chiusa del convento. Le preoccupazioni di Boccadoro erano tanto grandi che un giorno egli svenne, e fu poi curato a lungo da Padre Anselmo, preoccupato per la sua situazione come del resto lo era Narciso.Un giorno ebbe da sbrigare un commissione nel bosco da parte di Padre Anselmo; nella foresta incontrò una giovane fanciulla Lisa: da lì cominciò il suo futuro da vagabondo. Tornato in convento salutò Narciso, e la notte stessa partì con la giovane Lisa. Passò una stupenda notte d'amore con lei, ma quando ella lo abbandonò, egli continuò a vagabondare da solo. Nella foresta cominciò a pensare a sua madre, a Narciso e a tutta la sua giovinezza. Approdato in un villaggio, fu ospite di una casa di contadini. Lì conobbe la moglie del padrone, che la notte gli dimostrò tutta la sua ospitalità. Il mattino seguente ripartì, e dopo lunghi giorni di viaggio, approdò in un castello. Qui venne ben accolto, e per ricambiare l'ospitalità, aiutò il padrone con il latino. Nel castello si innamorò di due giovani fanciulle: Lidia e Giulia. La prima sembrava ricambiasse il suo amore, mentre la seconda era più timida. Boccadoro cercava di accattivarsele entrambe, ma la prima si sarebbe concessa a lui soltanto dopo il matrimonio, mentre la seconda lo respingeva con cattiveria. Il padrone accortosi di questo gioco di seduzione, scacciò il vagabondo dal castello. Ripreso il vagabondaggio, incontrò Vittore, quest'uomo non gli sembrava di animo gentile come voleva far credere di essere; infatti la notte tentò di uccidere il povero Boccadoro che nel difendersi lo uccise. Impaurito e sconvolto approdò in una chiesa dove per la prima volta vide un opera del maestro Nicola; da quell'istante l'arte entrò in lui. Andò alla ricerca di questo maestro d'arte. Trovato in una città non tanto lontana, subito chiese se poteva esser un suo apprendista. Il maestro non accettò subito, bensì lo mise alla prova, che Boccadoro superò. Ricominciò a vagabondare in cerca di ispirazioni. Aveva in mente di realizzare la madre del mondo, Eva, con le sembianze della madre. Lungo il viaggio incontrò Roberto che a lungo gli fu comno di viaggio. Incontrarono la peste ed una comna: Lena. Per un po' di tempo si stabilirono nella foresta, ma quando uno sconosciuto ferì Lena che morì di peste, Roberto fuggì e Boccadoro si ritrovò di nuovo solo. Egli decise allora di tornare dal maestro Nicola, ma dopo un lungo viaggio fatto insieme a Rebecca, una giovane ebrea sola, scoprì che anche lui era morto. Si innamorò di Agnese, che era l'amante del padrone della città; una notte fu scoperto e condannato a morte, ma, a sorpresa, l'amico Narciso lo salvò. Ritornò in convento dove morì stanco, ma felice.
Sintesi.
B) LIVELLO DEL DISCORSO
Il tempo
Fabula e intreccio
I personaggi
Il narratore ricorre prevalentemente a una presentazione dei personaggi mista. Le
caratteristiche dei personaggi infatti emergono in parte da una presentazione del narratore, in
parte da una ricostruzione da parte del lettore attraverso azioni, discorsi e comportamenti.
- In questo romanzo si possono distinguere due tipi di personaggi a seconda della complessità
psicologica. C'è il dotto e ascetico Narciso, destinato a una brillante carriera religiosa al
riparo dalle insidie del mondo e della storia, servendo il suo spirito; poi c'è Boccadoro, l'
artista geniale e vagabondo, tentato dall' infinita ricchezza della vita e segretamente
innamorato anche della sua caducità. Quindi un contrasto tra natura e spirito, tra arte e
ascesi, tra genialità e follia.
A mio parere, il personaggio più significativo è Boccadoro. Fin dall'inizio è colpito dalla ura di Narciso, la sua fonte ispiratrice. Bocacdoro, uno splendido ragazzo dagli occhi azzurri, aveva solo un padre e un vago ricordo della madre. E' proprio la ura della madre che lo ossessiona, lo spaventa e allo stesso tempo lo attrae. In tutte le donne che incontra, nella loro tenerezza, nella loro passionalità Boccadoro ritrova il ricordo di sua madre. Il suo amico Narciso gli stette sempre vicino, se non con il corpo, con la mente e le preghiere e alla fine riuscì a portarlo in salvo nel convento dove Boccadoro morì. Attraverso l'arte, Boccadoro conobbe la vita, i volti dell'uomo, i segreti che stanno dentro ognuno di noi. Attraverso l'arte Boccadoro vuole conservare un ricordo di sé e soprattutto desidera far rivivere la ura della madre.
C) I TEMI
Il romanzo si propone come stimolo alla riflessione sui problemi, non semplicemente di intrattenere il lettore.
Nel romanzo vengono dibattuti principalmente temi e riflessioni come l'esistenza dell'uomo, sulla sua vita e sui diversi modi di viverla, incarnati in due personaggi opposti, ma molto legati: Narciso e Boccadoro. Il primo è un pensatore, un erudito, un uomo che ha scelto la vita monastica e lo studio; il secondo un 'vagabondo d'onore', uno che ha ricercato nel mondo l'immagine della madre dell'uomo, ma che ha trovato la disperazione di questo nell'essere legato ai vincoli dettati dalla società, la stessa che trovò negli ebrei un capio espiatorio contro la peste. Fondamentalmente questo romanzo ci ha aperto gli occhi sulla verità dell'uomo, sul suo eterno ed inutile soffrire e godere delle proprie emozioni.
I temi dibattuti mi sembrano ancora attuali, perché l'uomo continua a porsi riflessioni sulla vita e sul suo modo di viverla, e quindi a riflettere sui problemi che la compongono.
I temi dibattuti ti sembrano ancora attuali, o ti appaiono lontani dagli interessi dei lettori
d'oggi? Le soluzioni proposte dal narratore, nei confronti dei problemi affrontati,
corrispondono al tuo modo di pensare?
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