L'Italia è
uno stato laico, almeno a quanto si ricava dalla lettura della sua costituzione
ma dalla situazione pubblica odierna non si direbbe così per le
polemiche negli ultimi mesi sull'esposizione del crocefisso in alcuni luoghi
pubblici. Come stato laico l'Italia non dovrebbe esporlo ma io non la penso
così. Il crocifisso è un simbolo della nostra storia, qualcosa di
radicato dentro di noi; magari non in tutti, ma in buona parte della popolazione.
Stiamo cancellando dei caratteri tipici della nostra società. Il
crocifisso dovrebbe continuare ad essere nei luoghi pubblici perché innanzi
tutto fa parte di tradizioni che accomunano il popolo italiano e non parlo di
religione comune, ma elementi che fanno parte della vita di tutti i giorni come
la domenica giorno di festa e di riposo settimanale, i calendari con i nomi dei
santi, i nomi dei paesi, delle vie; che si voglia o no la religione cattolica
è presente nella vita di ogni cittadino italiano. La croce non deve
essere esclusivamente collegata al simbolo religioso perché trasmette anche
valori di natura morale come la ura della famiglia come legame sacro, il
comportamento nei rapporti interpersonali; può estendersi anche
all'ambito storico e tradizionale. Nella storia, è vero che con un lungo
processo si è giunti alla totale separazione tra i potere politico e
quello religioso, ma la religione è stata l'unico elemento d'unione del
popolo italico diviso da varie autorità territoriali, da lotte interne e
soprattutto dalla lingua; questa era la situazione sia prima della proclamazione
del Regno d'Italia sia ancor prima nel medioevo. Un altro motivo che mi induce
a questa presa di posizione è che nei paesi musulmani non ci si
azzarderebbe mai a chiedere di togliere i loro simboli dai luoghi pubblici,
perché non prenderebbero mai in considerazione una proposta del genere e si
sarebbe subito visti in cattiva luce. Coloro che vengono in Italia, forse hanno
scelto il nostro stato per le migliori possibilità di integrazione? Se
è per questo, o comunque per ogni altro motivo, dovrebbero avere
rispetto per un Paese che li accoglie e, quindi, accettare i simboli di una
religione che lo rappresenta. Credo, quindi, che i nostri usi non debbano
essere modificati e per di più sostituiti da stranieri di altre
religioni che vengono a vivere nella nostra nazione. Alberto Campoleoni afferma:
" . non va cercata nella legge o in un regolamento l'unica motivazione per
l'eventuale presenza di simboli religiosi negli ambiti pubblici. Ben altre
ragioni possono sostenerla: il richiamo a tradizioni condivise, che hanno
segnato la storia e la cultura del popolo italiano più di latre, a
valori che, pur provenendo da una specifica tradizione religiosa sono entrati a
far parte del patrimonio complessivo del nostro popolo. Si tratta, insomma, di
un richiamo non tanto alla religiosità, ma al suo radicamento nella
nostra storia e alla sua capacità di fecondarla. E la laicità
delle istituzioni non è messa in discussione da un crocifisso o da un
presepe, di fronte ai quali nessuno chiede di inginocchiarsi o di dire una
preghiera. Insomma, non è l'appartenenza religiosa ad essere
interpellata". Concludo affermando che secondo me il fatto che ci sia, non
nuoce a nessuno, neanche alle persone non credenti poiché non prestando fede in
questo simbolo dovrebbe essere per loro insignificante e quindi la sua presenza
è irrilevante.