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SENILITA'
Breve riassunto dell'opera
"Senilità" narra la storia di Emilio Brentani, un impiegato presso una società di assicurazioni nella Trieste fine '800. Costui, amante di una vita tranquilla e piatta, vive in un appartamento di tre stanze con la sorella, Amalia. La "staticità" della sua vita viene scossa da una giovane popolana, Angiolina, di cui Emilio si innamora follemente. Ben presto è sopraffatto dalla gelosia e disgustato dal compromesso. Non riesce ad agire con discrezione ed indifferenza e dei suoi problemi si accorgono la sorella e il suo miglior amico, Stefano Balli. Ma ogni loro consiglio è inutile: Angiolina ormai è un ossessione. Emilio è un tipo impulsivo ed in piena crisi riesce a lasciarla, ma non è riuscito a ferirla come voleva e non ottiene la minima soddisfazione. Non vuole uscire da perdente da quella storia e, mosso dall' orgoglio, dall'amore e da un desiderio di possessione ricomincia ad uscire con lei. Ma il loro rapporto ora è diverso: Emilio la vuole vedere più spesso e la sua rabbia, unita alla continua gelosia si sfogano in un volgare possesso della donna.
Emilio fino alla fine non riesce a capire cosa pensa Angiolina ed entra in una nuova crisi. A niente servono i consigli esperti del Balli, anzi, i due si allontanano. Solo la malattia della sorella, Amalia, lo fa smuovere. Il suo egoismo lo porta a lasciarla moribonda alle cure di Elena, una signora amabile che ispira fiducia, ma pur sempre estranea. Lui deve andare da Angiolina, deve lasciarla e cercare di farlo nel modo peggiore possibile: con violenza, con gravi offese e rabbia.
Ormai quella storia per Emilio è finita. Può pensare alla sorella, assistere alla sua morte e riflettere sul suo egoismo. Come aveva fatto lui, il fratello, a non accorgersi di quanto Amalia fosse sacrificata e di quanto soffrisse in silenzio?
Col passare del tempo il dolore per la morte della sorella inizia a passare assieme al ricordo di Angiolina. Ma Emilio è un sognatore ed ama cambiare i fatti con la sua fantasia: in lui vivrà il bel ricordo di Ange, una ragazza bella e piena di vita come Angiolina ma con un carattere completamente diverso, fantastico.
Analisi letteraria dell'opera
Nel narrare l'ambiente triestino in cui la vicenda è ambientata, Svevo dà vita alle ure dei quattro personaggi centrali del romanzo: Emilio Brentani, Stefano Balli, Angiolina e Amalia. A tutti gli altri, che casualmente entrano nella vicenda a complicarne gli intrecci, l'autore lascia il semplice ruolo di se.
Tutto ciò che egli descrive, come i fatti esteriori o gli ambienti fisici, ha poco peso nella narrazione, poiché quest'ultima è essenzialmente rivolta all'indagine psicologica e all'introspezione dei protagonisti. Fra essi spicca il ritratto di Emilio Brentani, fortemente criticato da Svevo.
L'autore ha voluto spingere il lettore a riflettere sulla condizione decadente della società borghese del tempo ed il personaggio principale, Emilio, è il frutto di queste sue teorie, dal punto di vista sociale, infatti, Emilio è un intellettuale piccolo borghese. Le lunghe e contorte riflessioni del protagonista servono a far capire il suo mondo fantastico fatto di autoinganni che lo rendono un personaggio "inetto", un debole, un uomo che mente a se stesso pur di non scoprirsi misero e finito. Il protagonista sveviano si difende dal mondo che lo circonda riparandosi entro le mura del nido domestico e sotto le ali protettrici di Amalia, una sorella che è, nel contempo, ura materna. Da vile e incapace qual è, Emilio sogna l'uscita dal nido e il godimento dei piaceri della vita e, quando finalmente nella sua esistenza appare Angiolina, «una bionda dagli occhi azzurri grandi, alta e forte, ma snella e flessuosa, con il volto illuminato dalla vita, di un color giallo di ambra soffuso di rosa da una bella salute», in lei vede incarnati i simboli della pienezza vitale e della stessa salute fisica.
Tuttavia, sarà proprio nel rapporto con Angiolina , la quale si concede, tradisce, inganna secondo i suoi capricci non avendo regole morali e dimostrando grande volgarità, che emergerà l'inettitudine e l'immaturità del protagonista.
Emilio la può affrontare solo attraversando diverse fasi. Prima fa il "Don Giovanni", diventando poco serio e cinico, poi giunge a trasurarla in "donna-angelo" e Angelina diventa così Ange. In seguito si sente assorbito dalla donna fatale e decadente, per poi analizzarla freddamente come se fosse un caso scientifico. Alla fine vorrebbe rieducarla piano piano per poterla salvare.
Angiolina rappresenta un pericolo per Emilio, che, però, ne è attratto ugualmente. All'uomo inetto non resta che crearsi delle barriere, delle difese fatte di autoinganni intellettuali. Ma è tutto inutile e non gli resta che fuggire dalla donna, dimostrandosi debole anche nell'abbandono e tornando alla condizione di senilità iniziale.
La condizione di chi fugge dalla realtà per chiudersi nel sogno di quello che è stato, e di quello che sarebbe potuto essere. Ed è questa la condizione finale del protagonista che, vissuta un'esperienza accesa grazie ad Angiolina, si esclude nuovamente dalla vita attiva chiudendosi a sognare quello che è stato e non su quello che la vita ha ancora da offrirgli. Attraverso il proprio autoinganno idealizza una vita, una gioventù che non ha mai potuto o "voluto" vivere.
A contrastare la ura di Emilio è quella di un amico, Stefano Balli, amore non corrisposto di Amalia. Questi è ciò che Emilio non ha il coraggio di essere: un uomo forte, dominatore, certo di sé, presuntuoso ai limiti della sopportazione.
In Senilità l'attenzione è puntata sul pensiero di Emilio: raramente il punto di vista è quello di Amalia o Balli e, comunque, mai quello di Angiolina. Nonostante ciò, il protagonista della vicenda è uomo che non sa riportare la realtà, se non deformandola. Per questo motivo il narratore, vispo di ruvida lucidità, interviene con scaltra frequenza a giudicarlo in modo severo, a volte crudele. Spesso ironizza, getta la propria opinione servendosi di aggettivi o semplici avverbi, lascia assaporare il gusto amaro del giudizio. In altri casi, infine, tace.
Il linguaggio di Emilio non è quello di Svevo, ma il risultato di una fedele registrazione del modo d'esprimersi di Emilio stesso, che usa frasi enfatiche, talvolta patetiche, insieme melodrammatiche e banali.
Così come Emilio nasce, muore. In effetti, la struttura del romanzo è assolutamente circolare: egli non impara nulla dalla vicenda, resta l'inetto, incapace, fragile e immaturo uomo che Svevo accanitamente critica. E così Balli torna alla sua vita non frequentando più l'amico, Angiolina fugge con un banchiere, Amalia muore. E ad Emilio Brentani, rimasto chiuso in una senilità precoce, non resta che guardare al passato, come un vecchio alla propria gioventù.
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