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STORIA DI UNA CAPINERA
AUTORE: Giovanni Verga( 1840-l922)
ANNO E LUOGO DI PUBBLICAZIONE: Firenze(1871)
GENERE LETTERARIO: Romanzo epistolare
"Avevo visto una povera capinera chiusa in gabbia: era timida, triste, malaticcia;ci guardava con occhio spaventato; si rifuggiva in un angolo della sua gabbia, e allorché udiva il canto allegro degli altri uccelletti che cinguettavano sul verde del prato o nell'azzurro del cielo, li seguiva con uno sguardo che avrebbe potuto dirsi pieno di lagrime . una di quelle intime storie, che passano inosservate tutti i giorni, storia di un cuore tenero, timido, che aveva amato e pianto e pregato senza osare di far scorgere le sue lagrime o di far sentire la sua preghiera, che infine si era chiuso nel suo dolore ed era morto."
TRAMA
Il romanzo tratta la storia di una giovane educanda, Maria, che a causa di una epidemia di colera è costretta ad abbandonare per un breve periodo il convento di Catania e trasferirsi con suo padre, la matrigna e i fratelli, Giuditta e Gigi, nati dal secondo matrimonio del padre, su Monte Ilice. La vicenda viene narrata attraverso le lettere che Maria scrive alla sua amica Marianna, anch'essa monacanda, nelle quali dichiara la felicità di trovarsi libera, fuori dal convento in cui è cresciuta, per la prima volta all'età di diciannove anni. Ella trascorre le sue giornate spensieratamente correndo e saltando per i verdi prati ed intrattenendosi con la famiglia insieme ai vicini, i signori Valentini, ed i loro due li, Annetta e Nino. Questi si innamora dell'ingenuità e della semplicità di Maria, che dopo qualche settimana felice deve confessare a se stessa e a Marianna di essere attratta da Nino. Questa passione e la consapevolezza di essere destinata alla clausura mettono in moto forti sentimenti di colpa, e inutilmente la ragazza tenta di negare a se stessa il suo segreto desiderio. Questa consapevolezza però le creerà forti tensioni che la porteranno ad ammalarsi e ad isolarsi. Isolamento accentuato dalla matrigna che la esclude da feste e giochi e da ogni occasione di incontri. Il suo unico sfogo sono le lettere a Marianna, sempre più impetuose e disperate, divise tra l'accettazione del proprio destino ed il desiderio di amare e di essere amata. Passato il pericolo del colera, la famiglia Valentini torna a Catania. Poco dopo, anche Maria rientra in convento e dopo un mese inizia il noviziato nonostante non riesca a dimenticare il suo amore per Nino. Nel giro di pochi mesi, riceve la notizia del matrimonio di Nino con la sorellastra Giuditta, successivamente la giovine affronta la cerimonia in cui pronuncia i voti definitivi. Da questo momento in poi la malattia si aggrava sempre di più fino a farla impazzire e a portarla alla morte dopo aver tentato, delirando, di fuggire prima dal convento e poi dalla cella dei matti dove era stata rinchiusa negli ultimi giorni.
PERSONAGGI:
SPAZIO E TEMPO
La vicenda viene narrata inizialmente a Monte Ilice, un paese di camna vicino Catania e non molto lontano dall'Etna, nel quale Maria e la sua famiglia si rifugiano dal colera insieme ai loro vicini: i signori Valentini. Il paese è caratterizzato da vasti prati verdi, boschi verso i quali si dirigevano per fare lunghe passeggiate. In seguito la narrazione si sposta nel convento di Catania nel quale Maria diventerà suora di clausura e vivrà per il resto della sua vita e morirà nella cella dei matti, dove trascorre gli ultimi giorni della sua giovane vita.
Tutta la storia è ambienta nella seconda metà dell'800, 1854-l855, durante e dopo un'epidemia colerica.
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