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Scheda Libro
Titolo: Mastro don Gesualdo
Autore: Giovanni Verga (1840-l922) nacque da famiglia benestante di origini nobiliari. Dopo aver completato gli studi a Catania, si iscrisse alla facoltà di legge, ma abbandonò gli studi per arruolarsi nella guardia nazionale. Tra il 1865 e il 1869 soggiornò a Firenze dove partecipò attivamente alla vita intellettuale della città e compose i primi romanzi. Si trasferì infine a Milano dove scrisse racconti e romanzi di ambientazione siciliana.
Trama:
Il romanzo narra le vicende di un ex muratore, Mastro Don Gesualdo, che con la sua tenacia nel lavoro è riuscito ad arricchirsi. Non gli basta però la potenza in campo economico, egli mira ad elevarsi nella società e sposa Bianco Trao, una nobile dall'onore macchiato per una relazione amorosa col cugino Ninì Rubiera. Il matrimonio con Bianca non porta però a Mastro-Don Gesualdo la sperata soddisfazione, perché, ora si sente escluso non solo dalla plebe dalla quale proviene, ma anche dal mondo aristocratico, che lo considera un intruso e lo tratta con distacco.
Il dolore maggiore gli deriva tuttavia dal non sentirsi amato né dalla moglie né dalla lia Isabella, nata in realtà dalla relazione di Bianca con Ninì.
Gesualdo fa educare la lia in un collegio e la soffoca con le sue troppe attenzioni, tenendola lontana dalla madre che nel frattempo si è gravemente ammalata.
A Palermo dilaga
il colera e
Dopo la triste perdita della madre, Isabella si innamora del cugino Corrado La Gurna, ma Gesualdo che si trova contrario al loro amore, fa sposare la lia ad un nobile palermitano.
Poco più tardi il protagonista del romanzo è costretto a lasciare il paese in rivolta per i moti del '48 e va ad abitare a Palermo nel palazzo della lia dove assiste allo sperpero delle proprie ricchezze da parte del genero.
Infine muore di cancro, solo e abbandonato da tutti, assistito solo da un servo; in questa solitudine si pente del suo maniacale attaccamento alla "roba" dalla quale si accorge di avere avuto soltanto dispiaceri.
Narratore: Il narratore è esterno alle vicende, racconta quindi in terza persona. Non sono presenti commenti personali dell'autore che si mantiene oggettivo.
Flash-back/Anticipazioni: La narrazione scorre regolarmente seguendo un ordine cronologico, il narratore si limita a raccontare i fatti che accadono. Non sono presenti quindi né anticipazioni né flash-back.
Tempo: In questo romanzo fabula e intreccio coincidono, ossia il narratore riporta i fatti nel loro corretto ordine temporale. Per quanto riguarda la collocazione storica delle vicende narrate si può inserire quest'opera tra il 1820 e il 1848 grazie ad alcuni riferimenti ai moti carbonari del 1821 e a quelli rivoluzionari del 1848.
Luogo: La vicenda è ambientata in Sicilia, più precisamente a Vizzini, un centro agricolo non molto distante da Catania, e nei campi e paesi vicini.
Altre scene importanti si svolgono però anche nella villa di mastro don Gesualdo a Mangalavite e nel palazzo del duca a Palermo.
Punto di vista: Il punto di vista è esterno. Il narratore usa generalmente una focalizzazione esterna e oggettiva, a volte però assume il punto di vista del protagonista.
Ritmo: Il ritmo narrativo è piuttosto vario ma generalmente veloce. La maggior parte delle vicende sono raccontate in modo scorrevole e incalzante anche grazie alle numerose scene dialogate. Spesso l'autore utilizza delle ellissi e dei sommari per sveltire il ritmo del racconto e non sono presenti lunghe descrizioni né riflessioni.
Tematiche: A mio parere una delle intenzione dell'autore nello scrivere questo romanzo è quella di sottolineare una forte contrapposizione tra due mondi differenti: quello dei ricchi ereditieri, dei benestanti, dei nobili, ormai in declino e quello dei borghesi, di coloro che si arricchiscono con il lavoro e la fatica: una società in costante crescita. Un esempio ne è Mastro-Don Gesualdo che nel solo nome porta il dramma della sua situazione: nato manovale e diventato nobile, viene giudicato un traditore delle sue origini dagli uni e uno schizzo di fango sul nome della famiglia Trao dagli altri.
Personaggi:
MASTRO-DON GESUALDO MOTTA è il protagonista del romanzo. Del suo aspetto non abbiamo grandi notizie ma sappiamo che è un ex muratore arricchito e ha le spalle grosse. Gesualdo è poco istruito ma è astuto e abile negli affari. E' piuttosto rozzo ma è generoso d'animo e gioviale. Una caratteristica del protagonista è quella di essere troppo legato alla "roba", questo suo atteggiamento sarà la sua rovina. La paura dello spreco di denaro lo spaventa fino alla morte quando si accorge di non essere mai stato veramente felice.
BIANCA è debole, infelice e ammalata per tutta la vita, sposa un uomo che ama solo la sua posizione nobile e che non è nemmeno il padre di sua lia Isabella. E' dolce, sensibile e religiosa. È una donna che tutti amano e odiano allo stesso tempo.
ISABELLA è un'antagonista del protagonista. E' molto simile alla madre, magra e gracile ma al contrario delle apparenze è ribelle, testarda e viziata dal padre che non le fa mancare nulla. La ragazza è un po' vanitosa ma in fondo buona e forse un po' ingenua a causa delle troppe attenzione di Gesualdo.
DIODATA: è un'aiutante del protagonista a causa del suo segreto amore per lui. Anche lei è di umili origini e lavora per conto di Gesualdo in una delle sue proprietà.
DON LUCA è sempre pronto ad aiutare Gesualdo nei suoi affari e a consigliarlo in tutte le situazioni, cercando di essere sempre vicino alla famiglia.
E COSIMO insieme a Pelagatti, Brasi, Camauro e Giacolone, è sempre pronto ad aiutare il padrone Gesualdo in ogni situazione lavorando duramente senza sosta.
DON NINÌ è un ragazzo a cui piace divertirsi senza pensare troppo ai problemi della vita anche se sembra cambiare quando si innamora di Bianca.
DONNA FIFÌ è una donna vanitosa, orgogliosa e permalosa e si considera superiore alle altre donne del paese per ricchezza e aspetto fisico.
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