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Scheda di lettura N°3
TITOLO: La famiglia Manzoni
AUTORE: Natalia Ginzburg
CASA EDITRICE: Einaudi
PERSONAGGI PRINCIPALI:
Alessandro Manzoni: personaggio dinamico a tutto-tondo. Il ritratto che la Ginzburg ci
fornisce di Manzoni in questo libro è quello di un uomo sensibile,
intelligente, profondo, animato dalla fede e dall'amore verso il prossimo. Una
persona vulnerabile, che, soffrendo di vertigini e agorafobia, ha bisogno
sempre di qualcuno che lo accomni in tutte le occasioni in cui esce di casa.
Non conosce veramente mai il padre, troppo distante e all'antica, e la cosa lo
condizionerà al punto che persino i personaggi del suo romanzo
più famoso, I Promessi Sposi, sono praticamente orfani di padre.
Tuttavia mai fa mancare il suo appoggio morale ed economico e i suoi sinceri e
generosi consigli ai li, anche quando gli procurano cocenti amarezze.
Durante la sua esistenza godette dell'amicizia di persone eminenti nell'ambito
delle lettere e del pensiero: Tommaso Grossi, Cesare Cattaneo, Cesare Giusti,
l'abate Rosmini.
La propria straordinaria eloquenza, Manzoni la riversava nelle conversazioni in
privato con gli amici: egli conversava con visibile piacere: era arguto;
raccontava mille cose; aveva una portentosa memoria.
Giulia Beccaria: personaggio statico a tutto-tondo
Pietro Manzoni: personaggio statico piatto
Carlo Imbonati: personaggio statico piatto
Enrichetta Blondel: personaggio dinamico a tutto-tondo
lie e li di A. Manzoni
BREVE SINTESI:
Alessandro Manzoni nasce il 7 marzo del
1785
La madre, Giulia Beccaria, è una delle lie di quel Cesare Beccaria,
autore del famoso Dei delitti e delle pene, uno dei libri-manifesto
dell'Illuminismo europeo.
Giulia è una bella donna, intelligente e dal carattere forte. Date le proprie
precarie condizioni economiche, viene spinta dal padre e da Pietro Verri a
sposare un vedovo quarantaseienne dal carattere ombroso e conservatore, don
Pietro Manzoni. Il matrimonio durerà poco. Dopo tre anni nasce
Alessandro, dopo sette lei abbandona il marito e va a Parigi, col ricco, bello
e aristocratico Carlo Imbonati.
Alessandro, che nel frattempo è stato allevato dalla balia, in casa di contadini, viene affidato al padre, che lo lascia volentieri alle cure dei Padri Somaschi, nel collegio di Merate ('un sozzo ovile' lo definirà anni dopo l'autore de I Promessi Sposi).
Quando Giulia ha quarantatre anni e lui
diciannove, muore Imbonati. Alessandro si ricongiunge a Parigi con la madre che
decide di mutar vita, convertendosi al cattolicesimo. Artefici della svolta
religiosa di Giulia Beccaria, che abbandona la vita mondana cui era abituata da
tempo, sono l'abate Degola e l'abate Tosi.
I rapporti fra madre e lio, prima segnati dall'indifferenza di lei, si fanno
ora stretti e affettuosi e così continueranno per il resto
dell'esistenza. È la stessa madre che anni più tardi gli
troverà moglie, quell'Enrichetta Blondel , che abbandona per amore del
marito la propria religione, calvinista protestante, per abbracciare il
cattolicesimo, in contrasto aperto, ma sofferto, con la propria famiglia di
origine.
Dal matrimonio di Enrichetta e Alessandro nascono molti li, alcuni dei quali muoiono precocemente. Enrichetta ha un carattere dolce e remissivo e una salute fragile. Il sodalizio fra Giulia, Alessandro e Enrichetta continuerà tenace e sereno per molti anni fino alla morte della Blondel, poco più che quarantenne.
Manzoni si risposa, prendendo in moglie Teresa
Borri, vedova del conte Decio Stampa, anch'essa indicatagli dalla mamma.
Tra suocera e nuora, però, i rapporti diventano presto burrascosi:
Giulia, un tempo nume tutelare di casa Manzoni, è costretta a
ritirarsi nelle proprie stanze. Teresa è tirannica, imperiosa e tiene
tutti proni ai suoi voleri usando i propri disturbi e la malferma salute.
Manzoni, tuttavia, le rimarrà sempre al fianco con affetto, forse un po'
attenuato negli ultimi anni della sua vita, quando manifesta soltanto
un'indulgente condiscendenza per le malattie della moglie.
I li, specialmente i maschi, non sono di
conforto per lo scrittore. Enrico si butta in affari azzardati e perde tutto,
riducendosi a chiedere continuamente sostegno economico al padre, per lui e la
sua numerosa famiglia. Filippo studia giurisprudenza di malavoglia, in compenso
spende con larghezza, come il fratello, e finisce in prigione per debiti. La
lia Giulietta va in sposa a Massimo d'Azeglio, pittore, scrittore, uomo
d'azione, che gode della stima di Manzoni per il suo carattere aperto e
gioviale, e per la sua intraprendenza.
Manzoni ne ammira disinvoltura mondana, che a lui difetta: egli sonare, egli
cantare, egli ballare, cavalcare, giocar di scherma, di bigliardo, di sectiune.
Aiuta il genero nella revisione del romanzo storico Ettore Fieramosca,
che ebbe ai tempi grande successo.
Purtroppo il matrimonio non è felice. Giulietta, forse a ragione,
è gelosa e, orgogliosa, si lamenta delle ristrettezze in cui la fa
vivere il marito. Oramai insofferente, quasi per risarcirsi, spende molti
denari nell'acquisto di mobili. Lui si rifugia nei suoi molteplici
interessi, la pittura, le donne, gli amici.
Quando Giulietta muore di 'tabe mesenterica' a ventisei anni,
soltanto un mese dopo d'Azeglio si risposa. Ciò provoca dei dissapori
con Alessandro che si appianeranno negli anni.
Tra i li dello scrittore, soltanto Pietro manifesta un'indole riflessiva,
docile, quasi sottomessa. Diventa la spalla su cui si appoggia Alessandro, cura
le edizioni dei suoi libri, amministra i possedimenti di famiglia.
Alessandro Manzoni muore nel 1873, il 22 di
maggio, alle sei di sera: uscito dalla messa, batte la testa sui gradini della
chiesa di San Fedele. Non si riprenderà più
BREVE COMMENTO:
La Ginzburg si propone, con questo libro,
di fare un ritratto dell'intera famiglia Manzoni, senza fare di Alessandro la
ura principale. Fortunatamente non le riesce anche perché la
personalità dello scrittore è preponderante sulle altre per
ingegno e sollecitudine umana.
La biografia della Ginzburg, costruita principalmente sulla lettere e sulle
testimonianze dirette dei protagonisti, è piacevole nel ricostruire
un'epoca in cui la comunione fra le persone si fondava sulla corrispondenza
epistolare, le famiglie erano numerose e i loro affanni, tuttavia, non
erano molto diversi da quelli di oggi.
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