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Schedatura del Libro
Narciso e Boccadoro
Herman Hesse è nato a Claw nel Wjirttemberg, il 2
luglio del 1877. La sua famiglia lo conduce agli studi teologici, ma egli nutre
invece interessi artistici e si sottrae ai genitori con atti di vera e propria
ribellione. Si sposa con Maria Bernouilli con cui condivide l' idea di fuga
dalla città e va a vivere in una casa di camna sul lago di Costanza.
Esordisce come scrittore e come critico tra l' Ottocento e il Novecento,
soprattutto dopo il suo viaggio in India, da cui prenderà spunti per
scrivere il "Siddharta". Dopo
Il libro racconta le vicende di due giovani: Narciso e Boccadoro. La storia viene narrata in Germania nel periodo del rinascimento. Boccadoro, un giovane diciassettenne, viene affidato dal padre al convento di Mariabronn, per studiare, con il proposito di diventare monaco. Qui conosce e rimane affascinato dal suo insegnante di greco, Narciso. Tra di loro scoppia un' amicizia strana, complessa: essi infatti passano gran parte del loro tempo a discutere su loro stessi e su altri concetti della vita. Narciso si accorge che Boccadoro ha dimenticato qualcosa che lo fa soffrire, e una volta scoperto glielo rivela risvegliando in lui il vero se stesso, non pensatore e religioso, ma sognatore e uomo. Un giorno fuori dal convento lo studente incontra per caso una zingara che lo bacia. La nuova esperienza lo convince a lasciare il convento di Mariabronn e, anche se a malincuore il suo amico Narciso.
Boccadoro inizia un vagabondaggio durante il quale scoprirà l'amore e le donne, la passione per l'arte che si celava in lui, e il pericolo di difendersi dalla morte, che venisse dagli uomini o che venisse dalla malattia.
Sopravvissuto alla peste Boccadoro è deciso a tornare dal suo vecchio maestro, da cui aveva imparato i segreti dell'arte, ma lo trova morto. Egli si dispera chiedendosi a che méta mai sarà stato destinato; un giorno conobbe l'amante del conte e tra loro scoppiò una fiamma di passione, che però si spense quando Boccadoro venne scoperto dal governatore, che lo condannò a morte. Se non fosse stato per l' intervento di Narciso, diventato abate del convento di Mariabronn, e per caso in città per un colloquio con il conte, Boccadoro sarebbe morto.
Da questo punto in avanti ricomincia l' amicizia fra Narciso e Boccadoro: tornati al convento viene allestita un'officina dove l'ospite lavora alle sue opere d'arte e ricomincia un nuovo periodo di scambi di pensieri tra i due. Terminata una sua maestosa opera, Boccadoro sente il bisogno di intraprendere un altro viaggio, dal quale torna vecchio e malato. Nonostante le cure e le preoccupazioni di Narciso, Boccadoro muore, e la loro amicizia finisce per sempre.
Il personaggio che ho deciso di analizzare è Boccadoro, perché è quello di cui si parla maggiormente nel libro. Egli inizialmente è un ragazzo che non ha alcuna aspirazione se non quella di diventare monaco, e crede che questa sia l'unica via giusta per lui. Ma dopo che il suo amico Narciso gli rivela cosa sia lui realmente, un vasto mondo di opportunità gli si affaccia. Alla prima occasione il nuovo Boccadoro parte e lascia tutto quello in cui aveva creduto per tanti anni per andare verso l'ignoto. Scopre così l'amore, l'arte e la morte, con cui avrà a che fare per tutto il suo peregrinare.
L'arte e l'amore hanno per lui un significato particolare: in essi lui si sfoga, si libera, fa vivere la sua passione, prima con i sensi e le membra, poi con la mente e lo scalpello.
La morte, invece, rappresenta per lui la nemesi della vita, il suo opposto, ma non dal punto di vista negativo, anzi, Boccadoro vede sia la vita che la morte come l'immagine della madre, di sua madre, della madre del mondo: Eva. Nei suoi pensieri egli avverte le cose come unite nei loro opposti: nell'amore il dolore, nella felicità la tristezza, nella vita la morte.
Per quanto mi riguarda ho letto questo libro senza particolari difficoltà, ma riscontrando una leggera fatica nel capire i concetti sulla vita, non sempre chiari e scorrevoli. Nell'insieme il libro rappresenta una buona rappresentazione della vita in quel periodo storico, e le abitudini dei personaggi sono riprodotti in modo corretto. Nonostante ciò non approvo appieno il comportamento di Boccadoro: credo che dopotutto non convenga essere un vagabondo, perché non si ha un futuro certo. Forse è perché sono abituato a una vita sedentaria e abbastanza agiata, ma non riesco a concepire l'idea di vivere andando di qua e di là senza nessun avere e senza nessuna certezza.
In fin dei conti il libro mi è piaciuto e penso che mi sia servito per capire un po' meglio la vita e il mondo.
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