Tema
su Renzo nei Promessi Sposi
Dai versi in soprastanti possiamo capire
che Renzo, persona semplice ed ottimista, conosce il male del mondo nei soprusi
degli uomini potenti, ma non è disposto a lasciarsi piegare da loro.
Nonostante la giovialità e la cortesia Renzo cede facilmente all'istinto
e può diventare minaccioso. Infatti, di fronte alle sopraffazioni e alle
violenze, il suo animo pacifico non pensa che alla vendetta e all'omicidio. Ma
da questo lo terranno sempre lontano la sua onestà ed il forte
sentimento religioso. Anche lui, infatti, come Lucia, trova nella fede la guida
della vita ed il conforto della sventura. Renzo è un ingenuo che conosce
poco il mondo(il tipico contadinotto) e che quindi facilmente si fa prendere dagli
avvenimenti esterni, ma nello stesso tempo è abbastanza accorto ed
intelligente per togliersi dai guai o mettersi in salvo. Ma ciò che
colpisce è la sua bontà e la sua generosità. Egli,
infatti, si commuove davanti ai poveri e prega di fronte alla madre di Cecilia
e davanti a don Rodrigo agonizzante, perdonandogli tutto il male ricevuto.
Magistralmente Renzo è anche ritratto nel suo amore per Lucia, cui
è legato da una fedeltà assoluta, da una dedizione totale.
L'autore fa di Renzo una delle creazioni più grandi della nostra
letteratura per il candore e la fede, per la semplicità e la
bontà e per il suo cuore giovanile e ardente. È destino di Renzo
essere spesso scambiato per ciò che non è: un bravo, un ribelle,
un untore.Nei due viaggi a Milano si comprendono le difficoltà che Renzo
trova in una città, dovute soprattutto alla sua inesperienza. Infatti ci
sono circostanze in cui il giovane vaga senza trovare la meta desiderata. In
entrambi i viaggi l'uscita dal "labirinto" comporta una maturazione e l'acquisto
di un sempre più ricco bagaglio di esperienze. Questo si vede dato che
se nel primo viaggio Renzo esce sconfitto da tutte le situazioni vissute, nel
secondo supera facilmente e felicemente
tutti gli ostacoli che si presentano sul suo cammino. Ed è proprio la
sua inesperienza da semplice popolano quale è a trarre in inganno la
gente che lo scambia per altre persone, però è strano e difficile
da spiegarsi perché il Manzoni abbia voluto farlo confondere sempre con ure
certamente non positive. La
prima volta che nel romanzo incontriamo lo scambio di identità avviene
quando, dopo il consiglio di Agnese, Renzo si decide a far visita all'avvocato
Azzeccagarbugli. Il legale, lo crede da subito un bravo e lo tratta quindi con
affare più spigliato. Una ennesima volta Renzo viene scambiato per un
rivoltoso e, ingiustamente, arrestato per poi essere liberato dalla folla.
L'ultima volta viene addirittura equivocato, nel pieno della peste, per un
untore da parte di un barbone.