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Ormai siamo arrivati in terza media, ma tutti noi ci ricordiamo ancora bene la faccia del terrorista che ci sequestrò per tre giorni.
Come ogni giorno la seconda B, della scuola F.Berton del piccolo paesino di Pedavena, entrava in classe e, dopo diverso tempo cominciava la lezione.
Ma, il 15 maggio, durante la lezione di religione un uomo vestito dalla testa ai piedi di nero, entrò con una pistola, le facce dei ragazzi sbiadirono, il panico si stava diffondendo.
-Rimanete tutti seduti immobili e non vi succederà niente- sbraitò il terrorista, dopo aver bloccato la porta con delle sedie.
Subito, tutti quelli che stavano al di fuori della classe non sapevano nulla, la notizia si sparse solo quando uno degli alunni, con un messaggio inviato dal cellulare, fece richiesta d'aiuto.
Il terrorista immobilizzò tutta la classe per tre giorni; questo, ogni giorno richiedeva del cibo per tutti.
-Se volete tutti sani e salvi: portate davanti alla porta cibo e bevande.
E fu proprio mentre il terrorista urlava dalla finestra, che una ragazzina di nome Giona, abile lottatrice di judo, lo immobilizzò.
Giona era una ragazzina robusta, dagli occhi azzurri e un viso che esprimeva felicità, fin da piccolissima imparò questo sport insegnatole dai genitori, anch'essi praticanti.
Il terrorista fu arrestato e portato in prigione, e a Giona, fu assegnato un premio di riconoscimento per aver salvato la propria classe da un pericoloso criminale.
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