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UGO FOSCOLO
Foscolo nacque a Zante nel 1778, la sua prima formazione culturale fu basata soprattutto sui classici e questo gli permise di crearsi subito una buona cultura personale che andò arricchendo sempre più attraverso la lettura e lo studio degli scrittori contemporanei italiani ed europei. Giovanissimo iniziò a comporre i primi versi che li procurarono fama e successo. Gli episodi che segnarono la sua vita furono la morte del padre con conseguente abbandono della propria terra per andare a vivere a Venezia, la delusione delle proprie aspettative nazionalistiche derivata dalla cessione di Venezia all'Austria da parte di Napoleone col trattato di Campoformio, e l'angoscioso esilio finale a Londra. A questi eventi sono legati alcuni componimenti della sua vasta opera di odi, sonetti e altri generi letterari come il romanzo epistolare, il carme, la satira e la tragedia. Visse a cavallo tra il 700 e l'800 ed è considerato il primo grande intellettuale dell'età neoclassica; per il periodo in cui nacque è un lio naturale dell'illuminismo ed incarna in sé tutti i fermenti culturali del mondo in cui vive. Troveremo presenti e coesistenti in ogni sua opera tutti e tre gli elementi culturali che caratterizzano l'età a lui contemporanea (Neoclassicismo, Illuminismo, Preromanticismo). Non possiamo seguire analizzando l'opera di Foscolo un itinerario in cui distinguiamo una fase illuminista poi una fase neoclassica e infine una fase preromantica; troveremo soltanto opere in cui sono presenti insieme tutti e tre questi elementi (persino nelle Grazie, che sembrano un regresso culturale verso il neoclassicismo dopo gli slanci dei Sepolcri, troviamo ad una attenta analisi tutti e tre gli elementi).Foscolo fu illuminista, quindi ateo e credente nella materialità e nella meccanicità dell'esistenza; tuttavia visse il momento di crisi dell'illuminismo, ed alcune di quelle concezioni determinarono in Foscolo una visione pessimistica della vita. Foscolo aspira alla gloria, alla fama, all'eternità e la concezione illuministica (che vedeva la vita fatta di movimenti meccanici) limita la realizzazione di questa aspirazione, essendo l'uomo finito e soggetto alla morte. E' la realtà della morte che in Foscolo è causa del suo pessimismo. Egli vive la passionalità tipica dei giovani del tempo e comincia ad elaborare quella che sarà definita come 'la filosofia delle illusioni' pur continuando a considerare il valore della ragione (alla base del ragionamento di Foscolo c'è sempre un procedimento razionale). 'Le illusioni' danno un senso all'intera esistenza e contribuiscono alla convinzione di vivere per un qualcosa contrapposta all'idea del suicidio, sempre presente in Foscolo. Le illusioni sono la patria, la poesia, la famiglia, l'amore; e troveremo nei Sepolcri 'l'illusione delle illusioni': la poesia civile.
Le ultime lettere di Jacopo Ortis
Sono
un romanzo epistolare che ha un carattere autobiografico, perchè il
Foscolo nella ura di Jacopo esprime tutti i suoi sentimenti. Questo romanzo
parla di un giovane, Jacopo Ortis (Foscolo), che avendo saputo del trattato di
Campoformio, con cui Bonaparte dava Venezia all'Austria (1797), si rifugia sui
Colli Eugani dove incontra Teresa, già promessa sposa ad Orlando.
Jiacopo innamoratosi di Teresa preferisce allontanarsi e poi ritorna di nuovo
sui Colli Eugani dove Teresa si è già sposata e Jiacopo,
disperato per la delusione amorosa, ma anche per quella patriottica si uccide.
Questo libro si può considerare il primo romanzo del romanticismo italiano,
soprattutto per l'aspetto autobiografico, perchè il Foscolo mette nel
libro le sue idee. Il Foscolo nello scrivere questo libro ricordò
senz'altro opere precedenti del '700 (come l'Alfieri), I dolori del giovane
Werther di Goethe, Il Gray,
Le Odi
Sono
due: A Luigia Pallavicini caduta da cavallo e All'amica risanata. Nella prima
si parla soprattutto della bellezza, difatti in quest'opera la preoccupazione
del poeta è quella di vedere ritornare l'antica bellezza nella donna
ferita ed esorta le Grazie (divinità) a guarire la sua donna, la quale
caduta da cavallo come
I Sonetti
Sono
dodici (12), I più famosi sono: In morte del fratello Giovanni, A
Zacinto, Alla Sera. Il primo parla del suicidio del fratello e dell'importanza
delle tombe. Il terzo parla della sera, che simile alla morte dà un
senso di pace. Il secondo, ˝ Zacinto', parla della sua Patria
lontana, poichè lui è in esilio e Foscolo ricorda l'eroe Ulisse,
che rappresenta l'uomo esule lontano dalla Patria, ura dell'eroe romantico;
in quest'ultimo sonetto si parla già dell'importanza del Sepolcro, della
tomba illacrimata che se lontana dalla Patria non viene confortata dal pianto
dei parenti.
I Sepolcri