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A Messina, nel giardino della casa di Lionato, signore messinese, si attende l'arrivo del vittorioso don Pedro d'Aragona. Al suo arrivo, insieme a lui arrivano il fratello, don Giovanni, e un nobile signore fiorentino, Claudio. Li accolgono Lionato, la lia Ero, la nipote Beatrice e Benedetto, giovano padovano e amico di Claudio. Dopo il proprio arrivo Claudio confessa a don Pedro il proprio amore per Ero ed egli gli afferma che la sera lo avrebbe aiutato a conquistare la ragazza.
Al ballo mascherato don Pedro conquista a nome di Claudio la fanciulla, ma don Giovanni, che provava rancore verso suo fratello, gli fa credere che se la voglia tenere per sé; ma dopo pochi minuti il malinteso è chiarito e le nozze tra Claudio ed Ero stabilite, cosicché l'allegra brigata cercherà di far innamorare tra loro Beatrice e Benedetto.
Ma don Giovanni non sopporta questa felicità e inventa un piano, aiutato dal suo fedele Borraccio, per screditare davanti agli occhi dello sposo Ero: don Giovanni riferirà a Claudio e don Pedro che sa che Ero da parecchio tempo si incontra amorosamente con un altro uomo e la sera li porterà a vedere Borraccio che amoreggia con la propria amante, la damigella inconsapevole di Ero.
Straziato dal fatto, Claudio decide di non sposarla più e di svergognarla il giorno del matrimonio davanti a tutti. Quando ciò avviene, Ero sviene e pare morta, e Claudio e don Pedro escono dalla chiesa. I familiari di Ero decidono di farla credere morta, perché non credono che sia colpevole, e alla notizia della morte Claudio confessi il suo sbaglio. Succede che in questo momento sono portati a giudizio Borraccio e Corrado, suo aiutante, catturati dalle guardie la notte mentre confessavano i misfatti del proprio signore, fuggito dopo aver combinato il guaio. Alla notizia della morte tutti si sgomentano e alla scoperta della verità Claudio e don Pedro chiedono perdono a Lionato e a suo fratello. Borraccio e Claudio sono imprigionati e Lionato organizza per Claudio un nuovo matrimonio con una sua nipote. Alla cerimonia egli scopre che Ero non è morta e si sposano, insieme a Benedetto e Beatrice, innamoratisi durante la vicenda; infine, don Giovanni è catturato.
Ancora una volta, Shakespeare, riprese la trama per una sua opera da una novella di origine italiana.
La narrazione è del Bandello e risente d'un gusto boccacciano, mentre l'autore inglese sceglie un altro genere, la commedia, per adattarla al teatro. A livello generale, l'opera di Shakespeare sviluppa più temi rispetto all'altra, che non si distacca molto dalla vicenda principale.
All'inizio, nella novella del Bandello è presente un'indicazione di carattere storica riguardante i vespri siciliani e dopo inizia con lo svolgersi dei fatti a Messina. Tutti i nomi sono diversi (Timbreo di Bandello diventa Claudio di Shakespeare, Re Piero diviene don Pedro, Girondo cambia in don Giovanni - Benedetto, Fenicia si rinnova in Ero, Belfiore si fa Beatrice); soltanto quello di messere Lionato rimane lo stesso. Da notare è l'inglobazione nella novella di Benedetto nella complessa personalità di Girondo. In effetti Shakespeare aggiunge ex novo la vicenda di Benedetto e Beatrice che prima si detestano e si scherniscono a vicenda e alla fine, grazie all'aiuto degli amici, si innamorano e si sposano; in Bandello questo è proposto soltanto alla fine, quando Girondo sposa la sorella di Fenicia. La commedia di Shakespeare è quindi più lunga, con maggiori personaggi e quindi presenta una delineazione migliore della personalità degli stessi. Infatti, nella novella, Girondo ha una personalità ambigua, poiché interpreta sia la parte del "cattivo" che, accecato dal desiderio, tradisce il proprio amico, sia la parte proprio dell'amico che sposa l'altra sorella e diventano quindi parenti. Il personaggio di don Pedro nella commedia è molto più presente rispetto all'altra opera, dove inoltre non ci sono le varie guardie, il cancelliere e l'episodio del tribunale: infatti, mentre nella novella del Bandello l'antagonista si pente e confessa il proprio male proprio a colui che aveva più danneggiato, qui l'inganno è scoperto per caso, solo perché le guardie avevano sentito Borraccio raccontare l'accaduto al suo comno Corrado. Così mentre Girondo non può essere considerato un personaggio completamente negativo, visto che affronta con dignità le conseguenze delle sue azioni e si pone al giudizio degli altri, don Giovanni, fuggendo e essendo poi catturato, è un personaggio completamente negativo, che non vuole riconoscere la colpevolezza delle sua azioni.
Benedetto e Beatrice all'inizio si detestano e si beccano vicendevolmente, segno già dell'affetto che provano l'uno per gli altri ma che non vogliono ammettere a loro stessi, entrambi scapoli convinti. Grazie all'opera dei loro amici, che "casualmente" fanno sentire come l'uno soffre per il mancato amore dell'altro e allora si convincono a vicenda di amarsi: alla fine, pure sul punto di sposarsi sosterranno che lo fanno controvoglia .
Shakespeare aggiunge anche la scena del ballo in maschera, che serve per presentare ogni personaggio con la sua personalità, l'ambiente in cui ha luogo la vicenda (la corte messinese) e le tematiche che si svilupperanno in seguito, mentre nella novella la narrazione ha un'ambientazione più medievale e meno confusionale.
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