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ANFITRIONE
Sosia fugge dalla spedizione contro i Teleboi e, s'imbatte in Mercurio che ha preso le sue sembianze. Inizialmente è sconvolto dalla vista di un uomo così simile a lui e dalla perdita della propria identità, ma poi, visto che lo sconosciuto continua ad affermare di essere Sosia e lo minaccia di non dire il contrario, egli si ritiene da quel momento libero. Dopo una lunga notte durata sei mesi per volere di Zeus, che, prese le sembianze di Anfitrione voleva stare con la moglie di lui, Alcmena, Zeus, saluta la moglie dicendole di essersene andato di nascosto dal campo di battaglia per stare con lei e di dover al più presto far ritorno.
Intanto Sosia richiama Anfitrione in patria per aiutarlo a risolvere il mistero della notte. Alcmena è sorpresa di vederlo perché lo crede appena partito, e quando gli racconta cosa era avvenuto la sera prima, Anfitrione l'accusa di averlo tradito, e si allontano per cercare Naucrate, che testimoni che lui il giorno prima non aveva ancora fatto ritorno a casa.
Zeus, sotto le sembianze di Anfitrione, decide di chiedere scusa ad Alcmena, ed invia Sosia a cercare pilota Blefarone per invitarlo a cena.
Nel frattempo Anfitrione torna a casa, e non viene fatto entrare da Mercurio che finge di non riconoscerlo. Accorre Alcmena, su cui Anfitrione sfoga le proprie ire, facendola tornare sdegnata in casa. Anfitrione vaga così per tutta la città cercando Naucrate, e s'imbatte in Blefarone e in Sosia, contro cui inveisce per gli insulti che gli erano stati rivolti da Mercurio.
I due Anfitrione si trovano faccia a faccia, si accusano reciprocamente di adulterio e vengono alle mani. Blefarone, chiamato a decretare chi sia il vero Anfitrione, sbaglia.
Alcmena poi partorisce, mentre tuoni e fulmini circondano la casa. Due serpenti piovono dal cielo, ma uno dei due bambini li strozza. Intanto si ode rimbombare dal cielo la voce di Zeus, che rivela di essere padre del bimbo che ha strozzato i serpenti.
Anfitrione e la serva Bromia vorrebbero consultare l'indovino Tiresia, ma Zeus stesso dice che non è necessario, e che Alcmena non è da incolpare di adulterio.
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